Tre lievi rintocchi sulla porta della camera da letto destarono Skyler dal limbo di pensieri in cui la mente era precipitata da parecchi minuti.
L'effetto del reset-41 si stava sempre più affievolendo e, adesso, un senso di inadeguatezza per la scenata tenuta un'ora prima iniziava a insediarsi in petto.
"Avanti..."
Peter fece timidamente ingresso nella stanza, reggendo un vassoio squadrato con tè caldo e barrette.
"Ho pensato che potessi avere fame." esordì, poggiando la merenda ai piedi del letto matrimoniale.
Qualche gocciolina d'acqua cadde sul parquet. A Skyler era sempre piaciuta la sensazione dei capelli bagnati a contatto con le spalle e, ogni volta terminato il bagno, rimaneva ore senza toccarli, quasi aspettando che fosse l'aria ad asciugarli.
"Sei stato molto gentile, Peter. Ma non ho appetito." rispose, sistemando meglio il cinturino dell'accappatoio.
"Sai cosa diceva sempre mia madre? Non puoi pensare bene se non hai prima mangiato bene."
La ragazza sorrise, "Tua madre era una donna molto saggia..."
Poi si mise seduta sul materasso facendo segno al ragazzino di prendere posto accanto a lei.
"C'è una cosa che devo dirti." proseguì, stringendo la mano di Peter.
L'adolescente la scrutò interdetto.
"Tutto quello che ho fatto, che sto facendo e che farò... è anche per il tuo bene. Voglio che tu tenga sempre a mente questo." deglutì, sperando di intravedere nei suoi occhi la comprensione e il perdono che quella conversazione, così ambigua, non avrebbe di certo potuto suscitare.
"È anche per il mio bene?" riprese lui, corrugando la fronte, "Perché ovviamente lo fai anche per quell'uomo." proseguì, deluso.
"Non è questo che voglio farti capir..."
"SKYLER QUELL'UOMO TI STA SOLO DROGANDO! VUOI CAPIRLO?!" sbottò, alzando la voce.
Subito la ragazza gli tappò la bocca, "Ehy... ehy. Ascoltami." tolse la mano, "Tu non hai la minima idea di quante volte quell'uomo mi ha salvata dalla merda. Non puoi neanche immaginarlo. Se sono ancora qui, lo devo a lui. A lui e a nessun altro."
"Ti fa assumere una dose assurda, rendendoti... rendendoti disumana, instabile!" insistette Peter.
"QUESTO È SOLO PERCHÉ IO SENTO TROPPO!"
Una piccola eco si diffuse nella stanza, sparendo immediatamente in un silenzio irreale.
Il ragazzino serrò la bocca, ammutolendosi.
"La dose è quella giusta, Peter. È... è giusto che sia così." Skyler portò dietro l'orecchio una ciocca umida e si ricompose, "Io non posso permettermi di provare certe sensazioni... certe emozioni. A volte è come un abisso che mi trascina giù, lo capisci?"
Peter deglutì, abbassando lo sguardo.
"Quando invece mi somministro il reset... beh, si. Devo ammetterlo. Riesco a vedere tutto più lucidamente. Non avrei mai potuto tirarti fuori da quella scuola, se non mi fossi fatta una dose."
Il ragazzino, a quel punto, sfilò via le mani, "Parli proprio come loro."
Skyler sgranò gli occhi.
"Parli come lui."
"Lui ci salverà, Peter. Lui... lui non è come gli altri."
"Questo è vero." rispose lui, mettendosi in piedi e dirigendosi all'uscita, "Perché lui è peggio. Lui è uguale a Mr. Peace."
L'anta della porta sbattè con forza contro il cornicione, lasciando Skyler nuovamente sola in quell'asettica stanza.***
Alan entrò, irruento, dentro la sala da lettura.
"Magda, devo parlarti."
La donna alzò gli occhi dalle lenti dei suoi occhialini e poggiò sul tavolo in ebano una tazza di caffè fumante.
"Si parla sottovoce in biblioteca, ragazzo." ammonì, con estrema pacatezza.
Sbuffò, cercando di trattenere i nervi che quella astuta consigliera le provocava ogni volta aprisse bocca con quel tono saccente.
"È importante, Magda."
La donna rimase a fissarlo ancora per qualche secondo, poi, lasciò perdere il libro con cui si stava allietando e raggiunse il ragazzo.
"Lo spero davvero per te." commentò.
Uscirono velocemente dalla biblioteca, un'ala dell'edificio centrale che custodiva tutti i testi di contrabbando che, per decenni, i ribelli erano riusciti a portare in salvo.
"Hai mai letto Pirandello, Alan?"
Si fermarono poco distanti dall'ingresso, "Non so chi sia. E non sono venuto qui per parlare di letteratura."
"Oh, che peccato." rispose lei, ironica.
Il ragazzo si guardò intorno poi, impaziente, disse "Voglio essere io a farlo."
La donna tese un sopracciglio, "Fare cosa?"
"Togliere di mezzo il balancer!" esclamò, lasciandosi scappare ad un tono esaltato.
Sorrise, rendendo più evidenti le rughe intorno alla bocca, "E per quale motivo dovresti farlo?"
"So dove abita, so come muovermi e sono il vostro uomo migliore. Datemi un caricatore pieno e domani quel bastardo sarà già sotto terra." rispose, spazientito.
"Esilarante."
Magda superò il ragazzo, continuando a camminare lungo il corridoio, ma venne subito raggiunta da Alan.
"Chiedo troppo ad esser preso sul serio almeno una volta??!"
"Se vuoi che ciò accada, ti suggerisco di proporre soluzioni intelligenti. Cosa che, ancora, non ho sentito uscire dalla tua bocca."
I tacchi della consigliera risuonavano sugli alti soffitti.
"Lo volete morto o no?!" ribadì lui.
Magda si arrestò improvvisamente, facendosi finalmente seria in viso.
"Sì, Alan. Ma con arguzia. Cosa che non ti è mai appartenuta."
Guardò fuori dal piccolo oblò che separava l'affollata piazza del Sottosuolo dal maestoso edificio della Resistenza.
"Ammettendo pure che tu riesca a sbarazzartene... cosa già di per sé profondamente stupida che solo un uomo arrogante come te potrebbe credere possibile..."
"Lui non ha nulla in più di me!" la interruppe, adirato.
Magda lasciò sfuggire una fragorosa risata.
"Oh, cielo..." ritornò severa, "A volte la tua superbia riesce a spiazzarmi. Credi davvero di riuscire ad ucciderlo? Tu sottovaluti quel ragazzo."
"Una pallottola in mezzo alle tempie e il gioco è fatto." risolse Alan.
Era come se dentro il suo animo un innato odio covasse e accrescesse sempre più, alimentando fiamme ardenti nei suoi iridi che, ora, sembravano colororarsi d'ambra.
Magda direzionò lo sguardo nuovamente sul giovane, "Quel balancer ucciderà te e il tuo immenso ego, prima ancora che tu riesca a batter ciglio, Alan. Lui è il predestinato, il prescelto. Nessun essere umano può competergli."
"Ma adesso è vulnerabile."
"No." rispose lei, "Adesso è semplicemente innamorato. O, perlomeno, questo è quello che gli input esterni gli fanno credere. E non c'è niente di più temibile di un uomo innamorato, Alan. Te lo assicuro."
Tornò a guardare dalla finestra, due bambini giocavano con dei bastoncini, "Non è più debole, adesso. Al contrario, è più forte che mai."
"Cosa bisogna fare allora."
"Bisogna diventare più temibili di lui, Alan. E per essere temibili bisogna essere eclatanti."
Il ragazzo reclinò leggermente la testa, senza capire.
"Credi che la fiducia di un popolo anestetizzato, col cervello ormai fottuto da mezzo secolo di propaganda governativa, possa conquistarsi mandando un maledetto sicario ad uccidere in sordina il diretto erede? No, non è così che funziona. Non faremmo altro che ottenere il loro disprezzo, la follia, il collasso totale. Si rivolterebbero contro di noi, perché accecati dall'oppio e dalle menzogne su cui hanno costruito le loro intere esistenze e per noi sarebbe la fine. Siamo una insulsa minoranza, Alan. Se per puro caso Blake dovesse essere ucciso, Mr. Peace triplicherebbe la sicurezza e ci scaglierebbe addosso tutta Osmium."
Lo afferrò improvvisamente dalla maglia, portandolo a fissarla negli occhi "TUTTA OSMIUM, brutto stronzetto egoista."
Alan strinse i denti, appeso alla morsa sicura della donna.
"Ci siamo capiti?" chiese duramente Magda.
Il giovane annuì controvoglia e la consigliera, allora, lo lasciò andare.
"L'esplosione della Red Tower è stata sabotata, è vero..." proseguì, poi "Quella ragazzina ci ha voltato le spalle."
"Adesso è una di loro. Ha fatto la sua scelta." aggiunse, disgustato, lui.
"E forse sarà proprio questo a tornarci utile, in futuro." disse la donna, nuovamente serena.
"Che significa?"
Accennò un sorriso, "Quindi non hai mai letto Pirandello."
Superò Alan, nuovamente in direzione della biblioteca, "Ti consiglio una lettura, ragazzo: Uno, nessuno e centomila. La realtà non è oggettiva, Alan. Buona giornata."
"Vai al diavolo." rispose tra sé e sé il ragazzo, mentre la donna era ormai lontana.***
"Hey."
Skyler sbucò in cucina, ancora scalza. Una lunga felpa che le arrivava appena sopra le ginocchia aveva rimpiazzato l'accappatoio, ma i capelli erano rimasti umidi.
Blake stava mettendo in ordine le mensole. Era metodico nei movimenti quando si trattava di ripulire, non c'era nulla che potesse conferirgli quella stessa appagante sensazione come la pulizia di un ambiente perfettamente studiato, dove nulla risultava fuori posto. L'ordine gli permetteva di credere che tutto fosse sotto controllo, che tutto dipendeva solo da un suo gesto. Spostare quella teiera a destra o al centro? Era lui a deciderlo. E fin quando sarebbe stato così, sarebbe andato tutto bene.
"Cosa fai..." chiese timidamente lei.
"Riordino." rispose, senza rivolgerle lo sguardo.
La ragazza accennò un sorriso, "Ma è già tutto perfetto."
"Non è mai tutto perfetto." sancì, osservando insoddisfatto il piano cottura.
Skyler gli poggiò il palmo sul braccio, "Hey..." disse, "Guardami."
Blake serrò la mascella, deglutendo, e ruotò la testa fino a incrociarne gli occhi.
"Prima ho esagerato. Ero fuori di me." proseguì la giovane.
"So che questa non è la vita che vuoi."
"Blake..."
"No, ascoltami." il ragazzo si impose davanti, adesso completamente rivolto su di lei, "So che non sei felice, so che vorresti solo uscire in strada e metterti a urlare in faccia ai passanti."
Skyler allargò le narici cercando di trattenere il pianto.
"Ma se tu continui a ostinarti al rifiuto di tutto ciò che questo posto rappresenta... che IO STESSO RAPPRESENTO..."
Il balancer le prese le mani, stringendole forte "Allora sarà la fine."
Una lacrima fluì via sulla gota della giovane, "Che cosa mi stai chiedendo, Blake."
Il ragazzo, allora, le prese il viso e la baciò con forza, premendo il petto contro i suoi seni.
"Tu mi ami, Skyler." le disse, tenendole ancora il volto fra le mani.
"Sì... è così..." sibilò lei, ormai abbandonata al pianto.
"E allora diventa parte del mio mondo. Non combatterlo più. Accettalo, ACCETTAMI... e ti prometto che insieme faremo grandi cose per questo pianeta."
Gli occhi sprofondati in quelli del balancer, il respiro che improvvisamente si era fatto affannoso e una, una sola risposta da dare.
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OSMIUM - Il pianeta senza amore
Romance[IN PAUSA] [Vincitrice WATTYS 2019 Categoria FANTASCIENZA] C'è solo una regola ad OSMIUM: non provare Amore, da secoli causa principale di guerre e carestie, che hanno portato al totale annientamento del pianeta Terra. E il giovane e autoritario Bla...