Davanti l'edificio sei uomini dei corpi speciali del 31C circondavano un furgone blindato, in attesa del balancer.
Blake aprì il portone esterno, un raggio di sole gli attraversò il viso mentre, con una mano posata sulla schiena, accompagnava Skyler a uscire dalla struttura.
"Tutto quello che succederà adesso sarà solo una recita." le bisbigliò, mentre scendevano lentamente le scale del palazzo.
La giovane posò i suoi grandi occhi sul balancer, rimanendo in silenzio e cercando di interpretare quella frase fugace.
Raggiunsero il furgone e i soldati si misero sull'attenti.
"Possiamo andare." disse lui, austero.
Uno degli uomini, allora, strappò velocemente il borsone dalle mani della ragazza e iniziò a frugare al suo interno, facendo poi un rapido segno agli altri.
"È pulita." aggiunse, squadrandola dal basso verso l'alto.
Salirono così dentro l'abitacolo, Blake si sistemò dietro, accanto a Skyler che osservava col cuore in gola l'asfalto volare via.
I soldati la fissavano con le armi imbracciate, i dossi della strada ogni tanto facevano traballare i caschetti neri ma la loro espressione non si scomponeva nemmeno di un millimetro.
Blake tirò fuori dalla giacca qualcosa di metallico che, in un primo momento, Skyler non riuscì a identificare. Quando, però, le prese i polsi e glieli strinse all'interno di quelle che erano manette intarsiate con lo stemma del governo centrale, alzò gli occhi lucidi verso il balancer.
"È una formalità. Solo per sicurezza." le rispose, sottintendendo con uno sguardo profondo di reggere il gioco e stare tranquilla."Signore, siamo arrivati" esordì il militare alla guida, arrestando il veicolo davanti ad un cancello di filo spinato. Blake annuì e scese dal furgone, allontanandosi in direzione delle sbarre che bloccavano il passaggio. Skyler lo vide scambiare qualche parola con un militare posto in guardiola e poi mostrargli il suo documento identificativo e un foglio, che il soldato lesse con meticolosità. Doveva essere il permesso per uscire dai confini di Osmium City, pensò. Ma quel posto era blindato ad ogni angolo e non le diceva proprio nulla. Era certa di non esserci mai stata e iniziò a domandarsi se fosse un luogo per pochi.
Quando il balancer rientrò nell'abitacolo fece segno di procedere e per parecchi minuti smise di guardare la ragazza. Il furgone superò le sbarre e le torri di vedetta presidiate dai cecchini, fermandosi in un vasto spiazzale di terra rossa e arida. I soldati scesero in fretta in fila ordinata e Skyler li guardò, prima a destra poi a sinistra, con una certa preoccupazione.
"Scendiamo." le disse Blake, rimasto solo, "Non aver paura. È solo una prassi." sussurrò.
La prese da un braccio e raggiunsero, insieme ai corpi del 31C, un uomo di mezza età e una donna, qualche anno più giovane, vestiti in abiti curiosamente eleganti e fuori contesto. Sembrava li stessero aspettando da parecchi minuti ai piedi di una scalinata che portava a un livello sotterraneo.
"È un piacere rivederla, signore." disse l'uomo, con estrema cordialità, rivolgendosi a B-273.
Il ragazzo non rispose, ma si limitò a fare un cenno con la testa, accogliendo poi l'invito gestuale a scendere per primo le scalinate. Skyler strinse i denti e rimase qualche passo indietro rispetto a Blake, camminando attorniata dai militari che non le lasciavano nemmeno un centimetro di libertà.
"Le sono mancati i viaggi in prima classe?" chiese sorridente la donna, sceso l'ultimo gradino, "È da parecchi mesi che non la vediamo da queste parti."
"Come dimenticare il tè che servite..." replicò lui, calmo.
La giovane continuava a non capire ed era una sensazione frustrante. Attraversato un corridoio bianco ed eccessivamente illuminato, giunsero in quella che, a tutti gli effetti, sembrava essere proprio una stazione treni di ultimissima tecnologia: i treni, anch'essi bianchissimi e lucenti, si fermavano silenziosamente sui binari, passando da velocità inaudite a zero in pochissimi metri. La galleria era candida, quasi surreale, e vicino alla linea gialla altri individui in divisa chiacchieravano tra loro.
Skyler notò subito l'insegna luminosa a qualche metro di distanza dal punto in cui si erano fermati: Parabellum. Binario 2. In arrivo fra 00.46 secondi.
Che sciocchezza indicare il nome della destinazione, pensò di sfuggita, quando la meta non poteva che essere solo una. Cercò con lo sguardo Blake che, qualche metro più in là, si intratteneva con la donna. Chissà quante cose le aveva ancora tenuto all'oscuro. Una stazione segreta, questo era davvero il colmo.
I pensieri furono spazzati subito via dal vortice di aria che investì la galleria, accompagnandosi a un fischio: il treno si fermò come una piuma e il portellone si aprì proprio all'altezza del balancer.
"Buon viaggio, signore." disse l'uomo, con garbo, congedandosi insieme alla collega.
STAI LEGGENDO
OSMIUM - Il pianeta senza amore
Romantizm[IN PAUSA] [Vincitrice WATTYS 2019 Categoria FANTASCIENZA] C'è solo una regola ad OSMIUM: non provare Amore, da secoli causa principale di guerre e carestie, che hanno portato al totale annientamento del pianeta Terra. E il giovane e autoritario Bla...