• Capitolo LIX •

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La sorpresa divampò sul viso di Skyler quando alla sua porta si presentò il balancer. Si erano ripromessi di vedersi dopo tre giorni, il che sarebbe significato, nella pratica, almeno il doppio del tempo. Eppure, solo dopo quarantotto ore, il ragazzo era proprio lì, sull'ingresso del suo confortevole appartamento, e la cercava con gli occhi attendendo un suo lieve accenno per entrare.
Lei gli saltò al collo, tanto era la contentezza di ritrovarselo lì inaspettatamente, e strappò dalle sue labbra un bacio.
"Sono così felice!" disse, tirandolo dentro.
Il balancer la seguì fino in salotto, ma non riuscì a farsi coinvolgere da quel turbine di entusiasmo.
"Hai preso il farmaco?" le disse, serio.
Lei legò abilmente i capelli in uno chignon scomposto, "Ma che domande sono? Certo che sì!" rispose, sorridendo.
"Mi sembri un po' troppo su di giri per essere una che si è appena fatta di reset-41..."
Skyler spalancò leggermente la bocca, "Vuoi vedere il flacone svuotato? È ancora in bagno." il suo viso mutò in un'espressione velatamente offesa.
Blake sospirò, "Scusami..."
"Forse è vero, il dosaggio è di nuovo insufficiente. Forse il mio corpo è riuscito ancora una volta ad adattarsi... ma non voglio tornare alla Red Tower chiedendone l'ennesima modifica. Sono stufa di questa storia."
"Non lo dico per il sistema, Skyler. Non lo dico per la Red Tower o per Mr. Peace... non lo dico nemmeno per me. Ho solo paura che possa succederti qualcosa. Chiunque, vedendoti così, potrebbe insospettirsi e chiamare i corpi di polizia. E io a quel punto... cosa potrei fare?"
"Ma io so controllarmi e gestire le mie reazioni al di fuori di queste mura..." rispose, avvicinandosi al ragazzo "E se mai qualcuno verrà a crearmi problemi, che mi esamini pure. Nelle mie vene scorre un dosaggio che stroncherebbe persino un cavallo. Non hanno prove a mio sfavore."
Sorrise e gli sollevò lentamente il mento, "Ehi... va tutto bene. Sta tranquillo."
Il giovane deglutì e, per un momento, sperò che quelle parole fossero reali. L'entusiasmo di Skyler lo uccideva. Sapeva di essere venuto fin lì per spiegarle che le cose sarebbero cambiate, che qualcosa si stava muovendo e che lei sarebbe stata coinvolta all'interno di un piano che non aveva deciso lui. Parabellum non era una città facile, non lo era mai stata e adesso più che mai. Sentiva di averla in parte tradita. Coinvolgerla nella cerimonia che Mr. Peace stava organizzando gli sembrava un'idea surreale, a tratti folle, una decisione che non aveva precedenti: mai nessun citizen era venuto a conoscenza dell'esistenza di quel posto, il popolo di Osmium City non doveva sapere di non essere il solo su quel pianeta. Questa era la regola che ogni affiliato al governo prometteva di rispettare. Mai parlare in pubblico di quella metropoli, evitare categoricamente di farne anche solo il nome.
Ma, stavolta, Blake avrebbe dovuto scandire quelle lettere di fronte alla ragazza, che lo guardava stranita.
"Va tutto bene?" gli chiese lei.
Il ragazzo si rese conto di essere rimasto in silenzio per parecchio tempo, lasciandola titubante a scutrarlo negli occhi.
"Skyler, io devo parlarti. Sediamoci." esordì.
Il viso della giovane si adombrò mentre sedeva sul sofà, assecondando quella richiesta senza alcuna opposizione.
Non era facile iniziare il discorso, non sapeva nemmeno da dove sarebbe stato più saggio partire.
"Siamo... siamo in un altro dei nostri periodi bui?" chiese lei, spezzando con la voce quel silenzio che si era posato nuovamente sulla stanza.
"No, non riguarda affatto il nostro rapporto..." rispose, strofinando le mani nervosamente, "A dire il vero, è il Governo che mi manda, Mr. Peace in persona."
Drizzò il collo, "Dio, Blake, ci hanno scoperti?!" il petto si gonfiò, accennando ad un attacco di panico.
"Ehi..." B-273 le afferrò le mani e gliele strinse dentro ai suoi pugni, "No, sta calma, nessuno sospetta nulla." bagnò velocemente le labbra, "Dobbiamo partire Skyler. Oggi stesso. Quando avrò terminato di spiegarti tutto, preparerai un borsone dove metterai qualche cambio... staremo via circa tre giorni."
"Aspetta, frena..." la ragazza corrugò la fronte, "Partire dove? C'è solo deserto e desolazione oltre questo maledetto posto."
Blake, allora, le lasciò i palmi "No, non è così."
Fu come se un vento artico le congelò il respiro, pietrificando uno sguardo distante rivolto al balancer.
Dopo qualche attimo interminabile lei riuscì a ribattere, "Cosa significa."
"Osmium City non è l'unica metropoli ad essere presente su questo pianeta. Ne esiste un'altra, di dimensioni ridotte ma popolosa quasi il doppio."
"Mi prendi in giro..."
"Il suo nome è Parabellum. È stata edificata qualche anno dopo e la sua esistenza è ignota ai tuoi concittadini."
"Tu mi hai mentito." rispose, allora, guardandolo disarmata.
Blake si irrigidì.
"Ricordi quel giorno, quel giorno che mi portasti oltre i confini di questa stramaledetta città... dicevi che dovevamo fare in fretta, che saremmo dovuti rientrare presto perché ci avrebbero localizzati."
"Skyler..."
"Mi hai fatto vedere l'oceano." proseguì, senza lasciargli spazio di replica "E poi ti ho supplicato di fuggire insieme. Accendere il motore e scappare più lontano possibile da qui..."
Il balancer portò indietro gli occhi e ricordò con una certa amarezza quel momento.
"Rispondesti di no. Che non era possibile, che non c'era alcun posto in cui andare se non Osmium City."
"Non potevo parlartene, Skyler." rispose con fermezza, "E se vuoi davvero saperlo, trovo surreale essere venuto qui oggi a prepararti a una tale cosa."
"Cosa significa."
La giovane si sistemò meglio sul divanetto e tirò le maniche della maglia fino ai palmi.
Blake la guardò negli occhi, contrariato di ciò che avrebbe detto ancor prima di emettere il suono delle prime sillabe.
"Dovrai tenere un discorso. Un discorso rivolto a quella gente."
Lo osservò confusamente, "Non capisco..."
"La nascita di Parabellum non era mai stata tra i piani originari di Mr. Peace..." si alzò e prese a camminare lentamente per la stanza, "Ma dopo qualche anno la fondazione di Osmium City, si rese conto che non aveva fatto i conti con un aspetto fondamentale della vostra società terrestre: la condotta."
Skyler alzò leggermente il mento, seguendolo con lo sguardo passo dopo passo.
"Mr. Peace voleva creare una società perfetta, ma il progetto rischiava di fallire sul nascere perché, sbarco dopo sbarco, aumentava il numero di whiners con un passato tutt'altro che lodevole: politici corrotti, maniaci, tossici, prostitute, pedofili, assassini. È indecorosa la quantità di miseria d'animo che ancora risiede nel vostro pianeta."
"Così portò tutta quella gente in una città a parte..." sussurrò lei, iniziando a capire.
Il balancer si arrestò di fronte alla vetrata della finestra, "Ogni volta che una nave Equilibrium atterra sul pianeta Terra, avviene un primo smistamento, superficiale ma efficace al tempo stesso. Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia per monitorare e conoscere l'identità e la condotta degli whiners che portiamo via. Ancor prima di toccare il suolo terrestre sappiamo chi portare qui e chi a Parabellum... e ti assicuro che, la maggior parte delle volte, il carico umano per quest'ultima meta è di gran lunga maggiore."
"Se conoscete già la natura criminale di quelle persone allora perché... perché li fate salire? Perché semplicemente non li lasciate andare?!" intervenne lei, perplessa.
Blake si girò a guardarla, "Perché c'è una cosa che accomuna un maniaco ad un criminale politico o ad una puttana. Possono produrre comunque lavoro e contribuire indirettamente al benessere di questa metropoli."
La ragazza poggiò la schiena contro al cuscino in pelle, "Quindi è questo che fate. Li portate lì e, anziché tentare di riabilitarli, li sfruttate fino al midollo per arricchire una città in cui non abiteranno mai."
"Non è esattamente così." replicò, con una certa tranquillità, avvicinandosi di nuovo al sofà "Quando la società di Parabellum era ormai formata, Mr. Peace decise di passare allo step successivo."
"Step successivo?"
"Gli abitanti sono costantemente bombardati per tutto il giorno con immagini e filmati della vita quotidiana di Osmium City. Ora per ora, minuto per minuto, i megaschermi e tutti i dispositivi presenti trasmettono ciò che avviene qui. È come se, in un certo senso, la nostra vita comunitaria li intrattenesse."
"Come uno show televisivo..." sibilò lei, corrugando la fronte.
"Chiaramente viene trasmessa solo la vita pubblica di Osmium, diciamo... gli eventi più importanti del giorno."
Skyler, a quel punto, rimase muta per qualche secondo. La sua mente lavorava incessantemente, collegando tutti i fili dei dati appena raccolti e cercando di ricavarne un senso.
"Quale è il patto." disse poi, seria in viso "Persone sbandate, violente, lavorano per voi. Riempiono le vostre tasche rimanendo nell'ombra, dimenticati sia dal loro vecchio pianeta e, infine, anche da questo. Beffati due volte. Eppure accettano e, invece di scatenarsi e dare sfogo alla loro natura, fanno tutto ciò che voi chiedete. Cosa hanno in cambio da voi."
Il giovane la osservò quasi compiaciuto nel costatare che ci fosse già arrivata.
"Se rispetteranno le regole, nonché l'assunzione del reset e una vita dedita al lavoro, a ognuno di loro è garantito il passaggio." schiarì la voce, "Potranno vivere in questa città e veder migliorare il loro status sociale. Il benessere è ciò a cui tutti ambiscono."
"E in questi decenni quanti hanno effettuato il passaggio?"
Il balancer rimase a fissarla, austero e rigido. Ma non rispose.
"Non c'è tempo per le domande, Skyler. Gli uomini di Mr. Peace sono già qua sotto e ci stanno aspettando. È il momento di parlare del tuo ruolo in questa faccenda."
Tornò a sedersi, stavolta vicino alla giovane.
"Ascoltami..." riprese, adesso quasi dolcemente, "Negli ultimi mesi la situazione è precipitata. Una fazione reazionaria si è impossessata di una buona fetta della città. Hanno creato delle vere e proprie roccaforti e, giorno dopo giorno, si espandono bombordando le ambasciate governative e uccidendo i nostri uomini. La gente è confusa e terrorizzata. Non possiamo permettere di perdere il controllo di Parabellum. Sarebbe la fine anche per Osmium. Lo capisci?"
Skyler strinse i denti, cercando di scandire bene il nervoso respiro, "Dimmi solo cosa volete che faccia."
"Mr. Peace vuole che tu diventi il volto di Osmium City. Sostiene che tu sia l'esempio lampante di come il nostro stile di vita possa risultare il migliore anche per chi, come te, ha raggiunto con fatica l'equilibrio. In questo modo risponderemo ai reazionari che cercano di persuadere i cittadini di Parabellum ad abbandonare il farmaco e ogni sorta di responsabilità civile. Dobbiamo fare capire a quella gente che non è sola e che questa metropoli, questa società... è il loro unico vero punto di riferimento."
"...Sei un grandissimo stronzo."
La ragazza abbandonò il suo posto e raggiunse il muro con le mani sulle tempie, come se una improvvisa emicrania l'avesse avvolta.
"Non posso credere che tu mi stia facendo questo..." proseguì, agitata.
"Devi solo recitare un discorso a memoria e cercare di essere il più convincente possibile."
"STRONZATE!" urlò esasperata, "Mi stai chiedendo di essere il volto di una enorme farsa! Sono l'ultima persona su questo fottuto pianeta a dover essere presa in considerazione per rivestire un ruolo del genere!"
Avanzò di tre passi, verso di lui, battendo con la mano sul petto "Io non ho nulla da insegnare a quella gente! Odio questo posto! Detesto questo modo... disgustoso... di sopprimere la vita e ogni sorta di emozione..." le parole faticavano a uscire, tanto era il rigetto di quella decisione.
"Era l'ultima cosa in cui avrei voluto coinvolgerti." intervenne il balancer, "Non è stata una mia scelta, Skyler. Non sono impazzito tutto d'un tratto."
"Ma siccome lo dice Mr. Peace, allora che vada affanculo tutto, non è così?!" allargò le braccia.
Blake rimase in silenzio, crucciato in volto.
"Ma certo che è così, che te lo chiedo a fare..." lasciò ricadere gli avambracci lungo i fianchi, sconfitta.
L'auricolare di Blake incominciò a lampeggiare.
"Sono loro, non è vero?"
Lui annuì e ripose il dispositivo dentro la tasca dei pantaloni, ignorandolo.
"Se dovessi rifiutarmi di farlo, cosa mi accadrebbe?" chiese Skyler, con fermezza.
Il balancer si mise in piedi, aggiustando la giacca "Immagino che non esista alcuna possibilità di rifiuto. Sai come funzionano le cose."
"Sì, è vero. Lo so bene, appunto." replicò, gelida.
Si sentiva tradita. Profondamente.
Lo sguardo del ragazzo si posò per un istante verso la porta d'uscita dell'appartamento.
"Dovremmo andare adesso." le disse, con una velata amarezza.
Lei si limitò ad annuire, fissando un punto nel vuoto davanti a sé.
"Ti aiuto a riempire il borson..."
"No." mozzò netta, "Non ho bisogno del tuo aiuto."
"Insisto..." Blake fece per avvicinarsi alla giovane.
"Ho detto che ci penso io, Blake." ribadì, rigidamente "Se me lo permetti, almeno in queste cose vorrei avere un minimo di libertà di scelta, dato che per tutto il resto c'è già chi decide arbitrariamente per me."
Gli lanciò uno sguardo che sapeva di delusione e sparì velocemente nella sua camera, lasciandolo solo in soggiorno tra i silenzi di quelle mura.

OSMIUM - Il pianeta senza amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora