CAPITOLO 42

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LOUIS'S POV

Le sorrido mentre apre la tenda nera del camerino e le tendo una mano per aiutarla con la grande quantità di vestiti che tiene in mano. Mi offro di riportare gli abiti che non la soddisfavano alla commessa, mentre lei va a pagare il vestito azzurro alla cassa. Ci dirigiamo in macchina senza parlare e non ne sono molto sorpreso, d'altronde ci ho appena provato con lei abbastanza all'improvviso e mi ha sorpreso molto di più la sua reazione ai miei gesti. Sembrava che le piacesse, le mie mani sui suoi fianchi, mi sembra ancora di poter sentire il suo corpo perfetto e magro contro le mie mani, le ciocchette dei suoi capelli che sfuggivano dalla crocchia che sfioravano il mio collo e la sua pelle morbida e soffice sotto le mie labbra. Avrei voluto averla in quel momento, avrei voluto baciarla e farle capire che voglio lei e basta, che ho bisogno di lei...solo lei. Arriviamo in un piccolo locale di cui conosco il propietario Connor's, credo che sia un vecchio amico di mia madre abbastanza giovane che si è trasferito qui, mi ha aiutato a trovare un appartamento a LA quando sono arrivato. Entriamo e la vedo arrossire in modo adorabile quando le appoggio una mano attorno alla vita e la avvicino a me guidando entrambi verso il bancone all'entrata. Parlo all'orecchio di Ed, il cameriere, e gli ordino di chiamarmi Connor, lui ubbidisce e sgattaiola ditro il passabevande.

"È davvero carino qui, Lou"

Dice mentre si gira intorno per dare un'occhiata al posto, non mi sembra vero che mi abbia chiamato Lou, è davvero bello detto da lei anche se sinceramente odio quando la gente mi chiama con dei nomignoli del genere. Mi fa uno strano effetto, perchè nessuno si è mai sentito in confidenza con me tanto da chiamarmi così, più che altro da quando sono in America la gente si è solo tenuta alla larga da me, ma mi piace come suona dalle sue labbra. Il locale non è molto grande e ci sono un paio di ragazzi seduti accanto alla finestra e una coppia al bancone affianco a noi.

"Piace molto anche a me, per questo ci vengo spesso"

Sorrido e sento i passi pesanti di Connor dietro al bancone, così mi giro per salutarlo e chiedergli di darci un tavolo sul retro.

"Ehi Louis, ben tornato! Dove sei stato?"

La sua domanda mi coglie di sorpresa, non ricordavo di non essere passato da lui da due settimane, ero coinvolto in questa fottuta consegna a un pezzo grosso e il lavoro mi ha occupato il resto del tempo. Merda. Spero non tiri in ballo niente sull'argomento. Mi irrigidisco mentre Cristal si siede su uno degli sgabelli alti accanto a me, è buffo che anche con i tacchi e seduta su un alto sgabello sia solo alta quanto me, il pensiero di lei che si alza sulle punte dei piedi per baciarmi mi sfiora la mente.

"Già, dovevo, hmm, lavorare"

Liquido la questione e lui annuisce, mi avvicino al suo orecchio e cercando di ignorare lo sguardo interrogativo negli occh di Cris gli sussurro di portarci al tavolo sul retro, sono sicuro che le piacerà e voglio essere solo con lei.

Connor ci porta fuori con un sorriso stampato sul viso paffuto e ci scosta le sedie per farci sedere.

"Grazie mille"

Ringrazia educatamente Cristal e io faccio un cenno con la testa.

"è davvero stupendo il giardino"

Dice e sul suo viso compare uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto, luminoso e solare, la fisso e non mi importa che se ne stia accorgendo, voglio solo ammirare il suo volto perfetto e le sue labbra rosee di fronte a me.

"Che c'è? Perchè mi fissate tutti?"

Dice e sembra quasi preoccupata, ma non so di cosa. Aspetta, tutti chi? Mi acciglio mentre guardo il suo viso tendersi e guardarsi nervosamente attorno.

Scusa, Ma Lo Amo || One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora