COMPLOTTI

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I giorni seguenti passarono tranquillamente.

Io ed Evan non tornammo più sull’argomento, né accennai il discorso col Doc.

Feci semplicemente finta di niente.

In clinica il lavoro procedeva veloce, io ed Evan riuscimmo a concederci pochi momenti insieme, in quanto il Dottore era sempre presente.

Una notte restammo io e lui a chiudere la clinica.

Evan mi chiese di andare a bere qualcosa in un locale lì nella zona, ma preferii andare a casa. Mi prese la mano, mi chiese di andare al suo appartamento, ma decidemmo invece di andare a casa mia.

Arrivati a casa Evan iniziò a gironzolare per le stanze.

"Quando sono venuto non mi sono reso conto di quanto fosse grande questa casa" mi disse spuntando dalla sala da pranzo.

Gli sorrisi.

Sembrava un bambino intento ad osservare ogni minimo dettaglio, ogni minimo oggetto.

"Non toccare niente!" gli urlai dalla cucina.

Ero intenta a cucinargli la cena, quando all’improvviso da dietro mi abbracciò e mi strinse la vita fra le sue forti mani.

"Oggi profumi di fragole Elenoire" mi disse annusandomi i capelli.

Il mio cuore sussultò nel sentire quelle parole.

Mi girai, lo fissai e appoggiai le mie labbra alle sue.

Le nostre bocche iniziarono a cercarsi con passione, le sue mani scivolarono sulle mie gambe e con uno scatto afferrò le mie cosce per sollevarmi e appoggiarmi al tavolo della cucina.

Restammo avvinghiati per un tempo che sembrò infinito, finché non ruppi il silenzio non appena mi resi conto che la sua cena si stava bruciando.

"Evan...la tua cena...." non mi diede il tempo di continuare la frase perché mi ritrovai le sue labbra intente a scoprire ogni angolo del mio viso, del mio collo, delle mie spalle.

Con facilità mi prese in braccio, cinse la mia schiena e si diresse verso il secondo piano della casa.

Arrivati in camera, mi buttò nel letto, con destrezza mi spogliò del tutto lasciandomi completamente nuda e iniziò a baciare ogni parte del mio corpo facendomi gemere di piacere.

In quel momento l’unica cosa che importava era assaporare l’essenza dei nostri corpi uniti in una cosa sola.

"Ti amo Elenoire" sussurrò senza distogliere lo sguardo dal mio viso.

Mi avvicinai al suo corpo nudo.

Feci scivolare le mie mani lungo la sua schiena, e lo baciai con delicatezza.

"Ti amerò qualsiasi decisione tu prenda. So che non vuoi parlarne..ma….ti amerò anche quando sarò vecchio e tu sembrerai ancora la solita 17enne. Ti voglio al mio fianco. Per tutto il resto della mia vita"...

"Evan..." lo guardai in modo dolce "Non voglio che tu muoia…"

Mi fissò in silenzio, facendomi capire che non voleva insistere sull’argomento.

"È sicuro che funzioni?" gli chiesi...

"Cosa..." sapeva già a cosa mi riferivo.

"Il...vaccino...se io decidessi di…..funzionerebbe al 100%?"

Mi guardò perplesso.

"Il cambiamento è lento El. Ci vorrebbero un paio di giorni prima di invertire il processo. Non ti nascondo che non è una cosa semplice"

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