Corsi a perdifiato attraversando la campagna per infilarmi su una delle autostrade che la affiancavano.
In quel momento la mia testa era offuscata da una nube di pensieri contorti, che portarono il mio cuore a diventare una gabbia gelida.
Quando in lontananza vidi i fari di un auto scagliarsi con velocità nel buio della notte, mi misi al centro della carreggiata immobile nella mia posizione più arrogante e aspettai.
Vidi l’auto avanzare a gran velocità fino al momento in cui percepii la donna al volante spaventarsi, sterzare con forza il volante e premere il pedalo del freno.
I pneumatici urlarono contro l’asfalto asciutto, lasciando i segni della brusca frenata.
“Ehi sei impazzita???” gridò la straniera dall’abitacolo dell’auto, che si era fermata a pochi centimetri dalle mie gambe, gesticolando esageratamente.
Rimasi immobile.
Nel buio della notte quella donna non potè vedere chiaramente chi aveva di fronte.
“Spostati!!!!” urlò suonando il clacson ripetutamente.
Senza pensarci, tirai fuori i canini e sibilai alla donna.
In un istante la faccia della donna cambiò, diventando una maschera di paura.
Con velocità saltai sopra il tetto di quella vecchia Alfa Romeo, infilai un braccio dentro l’abitacolo per estrarre la donna e tirai con forza per sollevare quel corpo a mezz’aria.
Gli occhi della donna si riempirono di terrore.
Fregandomene delle regole imposte dai nostri Governi, mi avventai sulla donna squarciandole la gola.
L’unica mia intenzione era prendere quell’auto.
Niente e nessuno mi avrebbe fermato.
Tantomeno una stupida umana.
Nella mia testa ora vibrava un’unica ossessione.
E non vi era spazio per la razionalità. Non vi era spazio per la lucidità.
Guidai per ore per tornare verso la città, guardando i chilometri di asfalto scivolare dietro di me come fulmini durante una violenta tempesta.
Ora quello che volevo era trovare Diodine. O Alexandar.
Se avessi trovato loro, avrei avuto le risposte alle mie domande.
Però… come potevo trovarli?
Diodine era sparito dopo la strage all’Hotel ed Alexandar era diventato un fuggitivo a quanto ne sapevo.
Ciò che mi fu certo era che in tutta questa storia il padre di Evan era sicuramente coinvolto.
Decisi in mezzo secondo, senza pensare alle possibili conseguenze, di dirigermi verso la tenuta presidenziale.
Casa Rikoski.
Parcheggiai l’auto a qualche chilometro dalla tenuta per osservarla da lontano e studiarne le possibilità di ingresso.
Da quanto ricordavo, tutto intorno vi erano impianti di sicurezza e bodyguards a sorvegliare le entrate.
Nascondendomi nell’ombra della notte, riuscii a scavalcare alcuni uomini ed infilarmi nei giardini della tenuta.
Scivolando lungo gli alberi che accostavano il palazzo, mi infilai nella costruzione nascosta nel buio più profondo.
La tenuta era invasa da un silenzio che regnava profondo a quell’ora di notte.
STAI LEGGENDO
Moonset
VampireUn altro giorno...un'altra notte. Cosa si può desiderare quando si è a cavallo del tramonto della luna. Godere del giorno o continuare a vivere nell'ombra....?