‘Non può essere’ pensai, scuotendo la testa, rannicchiata sul bordo del letto matrimoniale che sovrastava la stanza degli ospiti. Non riuscivo a capacitarmi di quello che era appena successo.
Non avrei mai dovuto confessare il sentimento che provavo nei confronti di Evan.
Non avrei mai dovuto dare modo ad Alexandar di agire irrazionalmente.
Eppure eccomi lì, autrice dell’ennesimo errore.
La stanza era buia, le luci spente. Mi alzai di scatto dal letto, per dirigermi verso la stanza di Maya.
Avevo bisogno del suo aiuto. Da sola non sarei mai riuscita a bloccare Alexandar dai suoi intenti, né a farlo desistere.
Mi infilai nel corridoio appena fuori la stanza in cui ero, a grandi passi.
Ogni minimo scricchiolio del pavimento in legno mi provocava un dolore al petto che non riuscivo a sopportare. Non sapevo esattamente quale fosse la camera di Maya, né dove potesse essere in quel momento, ma non mi importava. Dovevo chiedere il suo aiuto, anche se ciò avesse significato confessare tutto ciò che mi apparteneva in quel momento.
“Maya!!” chiamai, presa dall’angoscia, affacciandomi in ogni stanza di quella casa per cercare la presenza dei vampiri che mi stavano ospitando.
Ad un tratto Rocìo spuntò dal salone in cui poco prima eravamo intenti a discutere, con fare curioso, osservandomi compostamente.
“Elenoire che succede?” mi domandò, vedendomi agitata.
“Dov’è Maya?” insistetti irrequieta.
“Manuel e Maya hanno lasciato la riserva per prendere alcune cose. Non volevano trovarsi impreparati per il viaggio” a quelle parole sentii lo stomaco rivoltarsi “Che succede?” la sua voce sembrava compiaciuta per la mia agitazione.
Esitai prima di rispondere. Non conoscevo Rocìo, non sapevo se potevo fidarmi, perciò decisi di restare vaga nel replicare.
“Alexandar ha deciso di andarsene all’improvviso. Fra poche ore sorge il sole, sono preoccupata…”
“Andare dove?” Rocìo mi si avvicinò curiosa, fissandomi coi suoi occhi color cioccolato.
“Non lo so, credo in città…” risposi.
Per qualche istante restammo zitte, una di fronte all’altra e malgrado il buio del corridoio, percepii il suo sguardo alla ricerca del mio volto.
Forse le bastò un’occhiata per leggere la mia espressione, perché sbuffò di colpo, seccata per quel nuovo imprevisto.
“Elenoire..cosa sta succedendo REALMENTE? Da quanto ho capito Alexandar non è tipo da agire avventatamente, soprattutto se a breve sorge il sole” chiese gironzolandomi attorno.
Sperai di non avere un’aria colpevole, perciò continuai sulla mia linea.
“Rocìo ti ho detto che non lo so. Ho bisogno di parlare con Maya, fra quanto torna?”
Non badò alla mia domanda. Mi lanciò uno sbuffo e si infilò nuovamente nel salone per rimettersi al computer. La guardai dall’entrata, appoggiandomi alla porta in legno, rassegnata.
Mi innervosii di colpo, captando il menefreghismo della giovane vampira.
Non potevo fare niente. Mi sentii impotente di fronte a quella nuova situazione. Anche se fossi uscita dalla riserva, la città distava almeno tre ore di auto da quel posto dimenticato da Dio…ed ero a piedi.
Alexandar sicuramente aveva preso la Peugeot pertanto io ero incastrata in quel buco sotterraneo e umido.
Mi girai di scatto per correre verso la stanza degli ospiti.
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Moonset
VampireUn altro giorno...un'altra notte. Cosa si può desiderare quando si è a cavallo del tramonto della luna. Godere del giorno o continuare a vivere nell'ombra....?