“Elenoire guarda!” Alexandar interruppe il silenzio nell’abitacolo della berlina per indicarmi un punto lontano che spiccava all’orizzonte.
Stavamo viaggiando ormai da più di due ore e i confini più remoti del paesaggio che si estendeva di fronte a noi, fino a quel momento, non avevano mostrato altro che l’immensa pianura che ci circondava.
Ora, in lontananza, si stagliava una linea rocciosa contornata da una macchia scura che sembrò essere una fitta boscaglia.
Quella notte non prometteva niente di buono, il cielo era plumbeo, le stelle erano coperte da un grosso strato di nuvole, pronte a scatenarsi in una decisa tempesta. La luna cercava invano di farsi strada in quella cortina oscura che circondava il cielo sopra le nostre teste.
“E’ la riserva?” chiesi al vampiro che non distoglieva lo sguardo dalla statale, facendo salire il conta chilometri dell’auto oltre la linea dei 200.
“Si fra un’ora al massimo siamo arrivati” mi guardò di sfuggita abbozzando un sorriso di incoraggiamento. Sentiva la mia impazienza scorrere lungo le dita che picchiettavano nervosamente sul cruscotto del lato passeggero.
Ero decisamente stufa di viaggiare.
“Vuoi fare una sosta?” mi domandò, continuando ad osservarmi e ridendosela sotto i baffi.
“Si ho bisogno di stirarmi le gambe..e ho un po’ fame!”.
Gli sorrisi, in risposta al cenno dolce del suo sguardo.
Di colpo fermò l’auto sul ciglio della strada e fui molto contenta di uscire velocemente da quell’abitacolo che mi stava soffocando.
Ci fermammo per una decina di minuti giusto il tempo di prendere dal bagagliaio gli ultimi due sacchetti di plasma sintetico che Alex aveva recuperato prima di andar via dal Motel.
“Fa proprio schifo…” sussurrai a me stessa riferendomi al gusto sintetico del sangue che stavamo bevendo. Continuavo a girare fra le mani il sacchetto di plastica, comparandone il contenuto a quello puro che di solito gustavo nella clinica: non riuscivo ancora ad abituarmi a quel prodotto che veniva commercializzato dalle varie industrie chimiche sorte a fiotti negli ultimi 50 anni.
“Non è così male…” mi rispose Alex respirando a fondo “Sempre meglio del sangue di maiale!” ridacchiò scuotendo la testa e allontanandosi leggermente dall’auto per stiracchiarsi le gambe anchilosate.
“Alex..ma tu..” esitai un secondo prima di continuare a formulare la mia domanda “Hai ucciso molti umani nel corso della tua vita?”.
La sua vita. Per un istante riflettei. Alex aveva alle spalle più di un millennio di esperienze da raccontare. Mi sentii piccola di colpo, coi miei 47 anni. Al suo pari, potevo sembrare una neonata.
Frustrazione.
“Molti secoli fa non c’erano tutte queste leggi… solo quando istituimmo il Consiglio, alla nostra razza non fu più permesso di nutrirsi direttamente dalla fonte”
“E non hai mai avuto sensi di colpa?”
“Gli umani hanno mai avuto sensi di colpa nell’uccidere gli animali per nutrirsi?” mi guardò da lontano scrutando la mia espressione “E’ lo stesso principio per noi…”
Aveva ragione in qualche modo. Gli umani allevavano, squartavano, uccidevano e si nutrivano della carne degli animali.
“Almeno siete riusciti a fondare le cliniche per la donazione del sangue!”
“Si, è stata una lotta dura ma alla fine con vari compromessi il Governo umano a suo tempo ce ne diede l’opportunità” commentò, compiaciuto dei grossi passi avanti ottenuti dalla nostra razza.
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Moonset
VampireUn altro giorno...un'altra notte. Cosa si può desiderare quando si è a cavallo del tramonto della luna. Godere del giorno o continuare a vivere nell'ombra....?