capitolo 17

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*****Ginevra*****

Spiriti Bollenti

Cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma lui scuote la testa e mi attira al suo petto, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra, velenoso, un ordine mascherato da suggerimento

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Cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma lui scuote la testa e mi attira al suo petto, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra, velenoso, un ordine mascherato da suggerimento.

"Se vuoi uscire da qui, ti consiglio di fare la brava."

Ci guardiamo negli occhi per il tempo necessario a farmi cadere vittima del suo sguardo ammaliante e alla fine mi ritrovo ad annuire.

Un sorriso vittorioso compare sul suo volto e in un attimo mi ritrovo nascosta tra il suo corpo e una colonna di cemento armato. Le sue mani poggiate sui miei fianchi contribuiscono a far aumentare l'adrenalina che mi scorre nelle vene, ma sinceramente non capisco perché non ci muoviamo da qui.

"Nel caso non te ne fossi accorto, quei tizzi con la giacca e la cravatta stanno cercando me, sarebbe il caso che tu mi portassi fuori o che mi permettessi di andare per conto mio."

"Hai uno strano concetto di fare la brava Ginevra." Si avvicina pericolosamente al mio volto, tanto da permettermi di sentire il suo fiato caldo sulla mia pelle, è una strana sensazione, piacevole, ma troppo intima per un luogo affollato come questo. Non si sposta, resta con il capo chino verso il mio, le sue dita si muovono lentamente sulla mia schiena nuda e le sue pupille si dilatano quasi fino a sopraffare il verde delle sue iridi. Una delle sue mani risale fino alla mia testa, afferra la mia coda e attorcigliandosela al polso la tira delicatamente verso il basso costringendomi a sollevare il capo, non parla ma mi osserva con attenzione, con occhi roventi di un sentimento che mi turba e mi confonde.

È la vibrazione del suo telefono a farlo destare, si stacca da me velocemente restituendomi uno spazio che sono certa di non volere. Legge un messaggio e afferrando nuovamente una delle mie mani mi guida verso i bagni.

"Puoi dirmi dove stiamo andando?"

"Fuori da qui." Risposta breve e concisa che dice l'essenziale, ma non mi soddisfa per nulla.

Lo vedo oltrepassare le toilette e avvisto un'uscita d'emergenza tenuta aperta da un giaccone che ricordo di aver già notato indosso ad Alessandro. Lo afferra e me lo porge ordinandomi di metterlo. Obbedisco e lui provvede a tirarmi su il cappuccio per poi farmi oltrepassare la porta e guidarmi nel vicolo buio circondato dai muri dei palazzoni adiacenti al locale.

Siamo giunti quasi alla fine quando i buttafuori del Night fanno la loro comparsa, con una velocità inaudita Alessandro mi incolla a un muro e ci ritroviamo nuovamente vicini.

"Qualsiasi cosa io faccia assecondami Ginevra o qui finisce male." Annuisco, con il cuore che pompa nel petto a una velocità assurda. Ogni parte del mio corpo è coperta dal suo, chiudo gli occhi cercando di ritrovare un po' di calma, ma non ci riesco, è troppo vicino. Il suo profumo è l'unico odore che sento e mi fa girare la testa, le sue mani sono calde e ancora una volta si sono posate sulla mia pelle nuda, scorrono su di essa in un invitante carezza che mi manda gli ormoni in orbita. Alessandro mi nasconde interamente è impossibile per gli scagnozzi di Marco vedermi e anche per me scorgere le loro figure, c'è solo lui nel mio campo visivo e quando i nostri occhi s'incontrano ogni distanza viene annullata.

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