capitolo 65

313 13 2
                                    


***Alessandro***

Senza Rimedio

Mercoledì, 20 Giugno

Sin da piccolo mi hanno sempre detto, in molti, che avevo un'innata capacità di complicarmi la vita e oggi, posso affermare con assoluta sicurezza che avevano ragione.

Ho incasinato tutto e sono riuscito a perdere l'unica ragazza capace di farmi battere il cuore.

Sapevo che lei aveva ancora molte riserve, così da lunedì a sabato mi sono limitato a essere presente ma non opprimente, ho cercato con il mio atteggiamento di dimostrarle che ero veramente pentito, ma non ho mai avuto il coraggio di confessarle del bacio, né di dirle che avevo riallacciato i rapporti con Tamara. Mi sono detto che sarebbe arrivato un momento più opportuno, ma la realtà è che mentivo a me stesso, se non lo avesse scoperto da sola, non le avrei mai detto nulla.

Ritrovandomela davanti, nel giardino di Luca, già munita della sua corazza di ghiaccio mi ha fatto capire la portata del guaio in cui mi ero cacciato e non sono stato capace di giustificarmi, né di seguirla... e alla fine non riuscendo a sopportare gli sguardi inquisitori dei suoi amici durante la cena me ne sono andato.

Ho vagato come uno zombi per tutta la città e poi sono andato in palestra, speravo fosse lì, ma non l'ho trovata, immaginavo sarebbe arrivata e ho deciso di aspettare un po', anche per resistere alla tentazione di combinare qualche altra cazzata, ma non si è vista.

Come messi in loop i momenti migliori del nostro mese insieme, da sabato, sono diventati il  mio tormento, insieme con quelli peggiori che ci hanno portato a questo punto.

La cosa che mi brucia di più e la mia incapacità di comprendere i miei stessi sentimenti, come ho fatto a non capire che tutto quel carico di emozioni che sentivo dentro e che mi stava soffocando era amore? Come ho potuto dare a lei la colpa di opprimermi quando in realtà erano le mie stupide convinzioni ad affannare il mio cuore e la mia mente?

E la domanda che più di tutti mi tortura è: Come farò a riprendermela? E dopo quattro giorni, in cui di lei non ho più notizie, non ho ancora una risposta.

Ieri sera pensavo che l'avrei incontrata in ospedale, invece, quando i medici ci hanno fatto vedere Roberto, lei non c'era.

"L'hai lasciata?" Mi ha chiesto lui appena ho messo piede nella stanza facendo ammutolire Fabrizio e Valerio entrarti con Valentina insieme a me.

"Lei... mi ha lasciato!" Ho risposto prima che Valentina mi aiutasse a sfuggire al suo interrogatorio.

Ho ascoltato la piccola Conte raccontargli che Ginevra era andata a Milano per lavoro, ma che aveva passato quasi ogni notte in ospedale dal giorno dell'incidente a quello della partenza. Lo rassicurava, affermando che oggi lei sarebbe passata a trovarlo, che durante la sua assenza si era tenuta informata sulle sue condizioni e che non vedeva l'ora di riabbracciarlo e mentre lei parlava, lui guardava me.

So per certo che dentro la sua testa milioni d'interrogativi e scenari si riproponevano all'infinito, ma la realtà era molto semplice, era colpa mia e Roberto lo avrebbe saputo presto. Temevo la sua reazione e più di tutto avevo paura che mi allontanasse di nuovo. Non potevo permettermi di perdere anche lui.

Stamattina appena sveglio, sono uscito a comprare la sua colazione preferita e sono andato in ospedale a portargliela. La sua condizione impone che con lui ci sia sempre qualcuno quindi è stato facile entrare, anche se fuori orario, ho detto all'infermiera che ero il cambio per la signora Alfieri e mi ha lasciato passare.

L'ultimo RoundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora