capitolo 61

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***Alessandro***

Quando il cuore si ribella, sceglie da solo dove andare.

Torno nella sala d'aspetto e dei signori Conte non c'è più neanche l'ombra, i miei amici e i genitori di Roberto sono raccolti intorno a un medico che sta loro spiegando qualcosa. Li raggiungo appena in tempo per sentirlo parlare di prognosi riservata e di coma indotto, parla di un'emorragia addominale che hanno dovuto fermare, delle trasfusioni di cui ha avuto bisogno, e delle numerose fratture che ha riportato.

"Non possiamo ancora quantificare i danni alla spina dorsale, l'importante adesso è stabilizzarlo e tenerlo il più fermo possibile, per questo abbiamo preferito sedarlo e non escludo che lo terremo così per qualche giorno ancora. Adesso consentiremo ai genitori di vederlo, ma per voi ragazzi stasera non posso fare niente, è già molto tardi."

"Sergio, possiamo vederlo da dietro il vetro, ti prego." Chiede Ginevra facendomi capire che il dottore è uno dei suoi <<finti zii>>.

"Va bene Ginevra, ma in silenzio assoluto e poi andate tutti a casa."

Non risponde, e so che non lo fa perché lei a casa non ha intenzione di tornarci.

Vedere Roberto completamente ricoperto di bende mi fa un male cane, sento una morsa attorno alla gola che non mi fa respirare e vorrei non essere mai entrato in questa sala, non aver mai visto il mio migliore amico ridotto così. Improvvisamente immagino quanta fatica abbia fatto Ginevra mentre stava accanto a Beatrice durante il suo lungo coma e porto subito il mio sguardo su di lei.

Il fratello la tiene stretta tra le braccia, e lei lo stringe così forte da avere le nocche bianche. Non una lacrima bagna il suo volto, ma ha il labbro stretto tra i denti e una postura rigida, segni che tradiscono il suo tormento.

Ci invitano a uscire e ordinatamente lasciamo la sala. Ad aspettarci fuori c'è il nonno di Ginevra, il dottor Pietro Conte. Abbraccia le nipoti e saluta con una pacca affettuosa Daniel e Adrien. Si presenta ai signori Alfieri, i genitori di Roberto e risponde alle loro domande. Quando si congeda, Ginevra lo segue e li vedo parlottare fin quando lui non le allunga una chiave e lei lo abbraccia per ringraziarlo.

Daniel si avvicina e battibeccano qualche minuto, poi lui affianca Fabrizio e Valentina per chiedere uno strappo a casa.

Nota che la sto guardando e si avvicina per informarmi che resterà in clinica, proprio come avevo immaginato.

"Lo sai che è inutile, vero? Non te lo faranno vedere ugualmente."

"Non ha importanza, voglio restare qui."

"Non pensi di esser più utile a casa, Arianna e Silvia avranno bisogno di tutto il nostro sostegno."

"Ci siete voi con loro, io starò qui e mi farò sentire se ci saranno novità."

"Ginevra..." Mi interrompe e mi chiude la bocca con l'ultima frase che pensavo avrebbe detto.

"Basta Alessandro, non c'è nessuno lì fuori ad avere bisogno di me, quindi io resterò qui poiché è esattamente quello che serve a me."

Sono io quel <<nessuno>> cui si riferisce, Roberto aveva ragione ho sottovalutato la sua intelligenza. Mi arrendo e vado via, gli altri forse immaginando che saremo tornati insieme sono tutti usciti dalla sala d'aspetto, saranno già in marcia verso casa, mi volto un'ultima volta e la vedo seduta a terra, con la testa appoggiata alle ginocchia e il telefono in mano.

L'ultimo RoundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora