capitolo 62

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***Alessandro***

Trovare chiarezza nel posto meno opportuno


"Ciao, volevo notizie di Roberto, come sta? E tu, come ti senti?" Mi chiede non appena rispondo, infrangendo le mie speranze.

"Io sto bene e lui è stabile, grazie per aver chiesto." Tra di loro non è mai corso buon sangue, non si sopportano, ma credo che l'antipatia passi in secondo piano in certe occasioni.

"Figurati, anzi, spero si riprenda presto, so quanto gli vuoi bene. Dove sei adesso?"

"Per strada, perché?"

"Ti va di fare colazione insieme? Così facciamo due chiacchiere e ti sfoghi un po', mi sembri teso."

Non lo so se è una buona idea, ma accetto lo stesso.

"Dove ci vediamo?"

"A casa mia, ti aspetto."

Trovo il portone aperto quando arrivo, così come l'uscio di casa, Tamara mi chiama dalla cucina e sul tavolo troneggia ogni ben di Dio.

"Ciao, ho pensato che non avessi cenato ieri e ho preparato un breakfast all'americana, spero lo apprezzerai?"

"Grazie, non avresti dovuto darti tanto disturbo."

"È il mio modo per scusarmi per l'altra sera Alessandro, ti ho teso un imboscata e ho sbagliato, mi dispiace. Spero di non averti creato problemi."

Sembra sincera e in questo momento ho bisogno di crederle e di sfogarmi con qualcuno che non mi giudichi come hanno fatto i miei amici.

"Era tutto già abbastanza incasinato, fidati!"

"Ti va di parlarne con me?"

"Vorrei, ma sei sicura che non ti faccia male sentir parlare di Ginevra?" Al suo posto io non gradirei questo tipo di confidenze.

"Mentirei se ti dicessi che non sono stata gelosa di lei e lo farei anche se affermassi di non provare più niente per te, ma ho capito da come hai reagito al bacio che ci siamo scambiati l'altra sera che fin quando ci sarà lei, nella tua mente e nel tuo cuore non avrai posto per nessun altra. Quindi, sì, sono sicura."

Gonfio i polmoni d'aria e dopo essermi stropicciato il viso più volte con le mani, prendo coraggio e inizio a raccontare.

"Andava tutto bene, nonostante le ingerenze di mia madre, stavamo da Dio, poi l'avvicinarsi dell'incontro ha complicato le cose. Sono arrivati i dubbi, le tensioni, le domande su cosa contasse di più per me e cosa fosse giusto per lei, e poi c'era la paura di parlargliene, di farla soffrire e alla fine la certezza di non poter continuare così. Avevo deciso di lasciarla dopo l'incontro, poi c'è stato l'incidente di Roberto, tutte quelle cattive notizie, e ho pensato fosse meglio aspettare. Lei però l'ha capito, da come si mantiene a distanza... è chiaro che abbia compreso le mie intenzioni. Stanotte è rimasta in ospedale ed io ho permesso che rimanesse lì da sola, poi all'alba ho avuto un incubo in cui perdevo sia lei... sia Roberto e sono corso in ospedale. Dovevo accertarmi che stesse bene, Capisci?" Lei annuisce e io continuo. "Una volta lì ho rimesso tutto in discussione, ogni decisione presa e mi sono sentito in trappola di nuovo, prigioniero dei miei dubbi."

"Alessandro, tu la ami." Afferma sicura di sé, facendomi sussultare.

"Come fai a dire che la amo? Ti ho appena detto che volevo lasciarla."

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