capitolo 7

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****Ginevra****

Sensazioni Conosciute

Arrivo a lavoro appena in tempo, zia Sonia conoscendomi mi aspetta alla mia scrivania con il pranzo pronto per entrambe.

"Sei un angelo." Le dico lanciandomi sull'insalata e l'arrosto ai funghi che adoro.

"Sono felice di vedere che hai appetito, com'è andato il test?"

"Credo bene, non indovineresti mai chi era il modello?"

"Dammi un indizio e ci provo, sai che mi piacciono le sfide."

"In città è osannato come un Dio ed è un campione sportivo, non gioca a calcio e suo padre sta sulle palle al mio."

Sonia scoppia a ridere, rischiando di strozzarsi con l'acqua che stava bevendo, la vedo inghiottire con fatica e poi mi rimprovera per averla quasi uccisa, come se fossi stata io a incanalare aria e acqua contemporaneamente nel suo esofago.

"Cosi è troppo facile tesoro, c'è una sola persona che tuo padre odia a Firenze e che ha un figlio famoso, quindi, se tanto mi dà tanto, hai dovuto ritrarre Alessandro De Santis."

Inghiotto il boccone che sto masticando e le comunico che ha indovinato.

"Brava, hai fatto centro."

"Sì, mi spetta una ricompensa. Fammi vedere la foto del quadro." Me la chiede sapendo che ho l'abitudine di fotografare i miei lavori, ma non posso accontentarla oggi.

"Stavolta non l'ho fatta, lui non mi ha tolto gli occhi di dosso neanche per un istante e mi imbarazzava farmi sorprendere mentre immortalavo il mio operato."

"Ginevra... ti sei resa conto di quello che hai appena detto?" Domanda guardandomi con attenzione e facendomi pentire di aver aperto bocca.

"Sì, e ti prego non cominciare a ricamarci su e soprattutto tienilo per te, mio padre schiatterebbe se lo sapesse e avresti la sua morte sulla coscienza. Una dipartita inutile fra le altre cose perché avermi guardata non implica che tra me e Alessandro debba succedere qualcosa, anzi, è molto probabile che non lo rivedrò più."

"Stai minimizzando, ma personalmente è la prima volta che ti sento parlare di un ragazzo e questo mi porta a credere che quel poco che è successo non ti abbia lasciato indifferente."

Non l'ha fatto, ho ancora gli ormoni in subbuglio, ma non lo ammetterò mai, per questo le concedo una mezza verità.

"Non c'è niente in Alessandro che lascia indifferenti, è semplicemente perfetto esteticamente, ma se te ne sto parlando, non vuol dire che io dia importanza alla cosa, né che sia in cerca d'incoraggiamenti. Volevo fare solo due chiacchiere, raccontarti la mia giornata."

"Ed io sono felice che tu l'abbia fatto. Permettimi di darti un consiglio però, il giovane De Santis ha la nomina di essere un donnaiolo, stai attenta a non diventare una delle tante sue conquiste."

Sono io stavolta ad alzare lo sguardo e a leggere nei suoi occhi l'apprensione, la preoccupazione che la mia inesperienza possa causarmi altro dolore.

"Non preoccuparti, non corro questo rischio. Adesso finiamo di mangiare e mettiamoci a lavoro."

Sonia continua a scrutarmi con attenzione, ha la faccia di una che non si è bevuta neanche una parola di ciò che le ho detto, ma va bene cosi, giustificarmi sarebbe come gettare benzina sul fuoco. A questo punto non sono più sicura che raccontarle di Alessandro sia stata una buona idea, ma a parte Valentina e mia madre, le mie zie sono le uniche con cui mi confido e a volte sento il bisogno di condividere quello che mi succede con gli altri. La verità è che mi sento sola, è difficile non aver nessuno della propria età con cui condividere questi piccoli episodi, normali per una ventenne, ma pieni di complicazioni per una donna che è vicina ai cinquanta.

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