capitolo 71

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***Alessandro***

Rendersi conto

Roma, 21 Gennaio

Pensavo che Ginevra fosse un capitolo chiuso, ci ho messo tempo a cancellarla dalla mia mente e anche se ha i suoi artigli ben piantati nel mio cuore, ho imparato a far finta di non sentire la loro stretta.

Ignoro il dolore cercando conforto tra altre braccia, affogo i ricordi in altri occhi e mi tengo lontano da ogni cosa che mi ricordi lei e il male che ci siamo fatti.

Quando sono tornato a casa a Luglio, ho raccontato tutto a Tamara, lei mi ha spinto a cercare altre risposte e ha insistito per mesi, ma quando ha visto che il suo battere sul tasto dolente mi feriva, ha rinunciato. Viviamo ancora insieme, è lei che ha raccolto i cocci quando Ginevra mi ha distrutto ed è lei che evita che io sprofondi nel baratro quando la nostalgia mi assale.

È diventata un punto fermo, ma tra noi non c'è più stato nulla, eppure è da lei che sono corso dopo aver ricevuto la chiamata di mia madre, a lei ho chiesto consiglio e conforto e lei mi ha spinto a partire, ma la rabbia e il rancore che provo per Ginevra mi impediscono di farlo.

"Te ne pentirai Alessandro, metti da parte ciò che provi per lei e pensa alla bambina, è tua figlia e ha bisogno di te."

"Sua madre pensa di no, ha rischiato la sua stessa vita nel tentativo di nascondermela, neanche io fossi un serial killer."

"Ale, smettila di essere così egoista! Sono certa che Ginevra ti darà le spiegazioni di cui hai bisogno, ma adesso devi andare."

"No, adesso devo uscire. Ho un appuntamento."

"Io capisco perché non ti ha detto che era tua, è per il tuo continuo scappare, le cose vanno male e tu le risolvi fuggendo e distraendoti con le tue scappatelle. Tu non hai lottato per lei, non hai insistito per sapere la verità, ti ha fatto comodo pensare che quella bambina non fosse tua e ti sei crogiolato nel tuo orgoglio ferito. Ti voglio bene Alessandro, ma al posto di Ginevra neanche io avrei voluto averti al mio fianco."

"Sei ingiusta! Io ho cercato di risolvere le cose con lei."

"Prima di sapere che fosse incinta e per poco più di una decina di giorni, non sei stato molto perseverante. Sei tornato qui e hai ripreso la tua vita mentre lei scopriva di aspettare la vostra bambina e si preparava a crescerla da sola."

"Non mi ha dato la possibilità di scegliere!"

"Ce l'hai adesso! Prendi la decisione giusta, dimostrale che sei migliore di quanto pensa."

"La verità è che adesso non voglio vederla, sono troppo arrabbiato e spaventato, ho appena saputo che diventerò padre e non so neanche se la mia bambina sopravvivrà al parto. Sono terrorizzato perché so che se dovesse succedere il peggio Ginevra non se lo perdonerà mai e mi odio perché dovrei fregarmene di lei, ma non ci riesco."

Apro il mio cuore a Tamara e leggo nel suo sguardo comprensione e affetto, ma non sono sufficienti a darmi la spinta necessaria a fare la cosa giusta, per questo esco di casa in cerca di una qualsiasi distrazione che mi faccia dimenticare questa storia.

Mentre corro sulla mia moto torno indietro con la mente a quel giorno a Piombino, ai dubbi che il suo atteggiamento aveva insinuato in me, al dolore che ho provato quando mi ha fatto capire che il mio passato per lei mi rendeva inadatto ad amare un figlio inatteso. Mi chiedo se sarebbe cambiato qualcosa se avessi avuto la forza di rassicurarla, di giurarle che sarei stato migliore di mio padre e che lei lo sarebbe stata di mia madre.

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