capitolo 78

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***Alessandro***

Il peso delle proprie parole

Il pianto di Beatrice ferma Ginevra sulla porta, ci mette un attimo a mollare tutto sul divano e precipitarsi in camera.

La seguo e la scena di mia figlia in lacrime mi coglie impreparato, ancora una volta lascio che sia sua madre a capire cosa l'ha turbata e resto sulla soglia della stanza ai margini del loro universo, quello in cui a volte mi sento solo una comparsa.

"Cos'hai piccola mia?" Le chiede Ginevra inginocchiandosi davanti a lei e carezzandole il volto.

"Ho fatto un brutto sogno." Le risponde la nostra bambina singhiozzando.

"Cos'hai sognato, dillo alla mamma?"

"I mostri, quelli che escono dall'armadio."

Ginevra scoppia a ridere e afferra le manine di nostra figlia per baciarne il dorso.

"Zia Ester ha cercato di farti rivedere Monster & Co.?"

"Sì, mamma."

"Ti prometto che buttero quel DVD, così non potrà più mostrartelo, ma adesso calmati è solo un cartone e tutto ciò che vedi nei cartoni, non esiste nel mondo reale."

"Non voglio che lo butti, io voglio riuscire a vederlo, zia dice che devo diventare coraggiosa, perché solo così scoprirò il finale del film. Lei ha detto che è bellissimo."

"Facciamo così, io adesso ti lascio con papà, ti ricordi che stasera devi stare con lui?"

"Sì." Risponde guardandomi ed io alzo una mano per farle un piccolo saluto che non ricambia riportando la sua attenzione sulla madre.

"Mentre tu stai con papà, io vado a cercare il libro di questo cartone e domani quando tornerai da me, lo leggeremo insieme, sono certa che in questo modo riusciremo a scoprire il bellissimo finale, va bene?"

"Sì, ma non voglio dormire con papà."

Ginevra si volta a guardarmi e poi chiede a nostra figlia perché.

"Lui mi vuole portare a vedere la sua casa nuova ed io non ci voglio dormire là."

Gin si volta nuovamente verso di me, si alza da terra e accarezzando i capelli di nostra figlia mi scarica addosso la responsabilità di risolvere questo problema, sono stato io a dirle di starne fuori e lei lo sta facendo, non dovrebbe darmi fastidio, invece, mi fa arrabbiare tantissimo.

"Tesoro parla con papà e decidete cosa volete fare, io sono di là, una volta che vi siete organizzati, fatemi sapere."

Lascia la stanza e Bea resta in attesa di una mia mossa, mia figlia è disarmante esattamente come la madre, sarà dura crescerla, soprattutto perché quando mi guarda con i suoi occhietti grigi, mi ricorda Ginevra e a volte mi paralizza.

"Sicura di non voler venire alla casa nuova?"

Scuote la testa e chiude la bocca in una linea dura.

"Che cosa vuoi fare?"

"Restiamo qui."

"Tesoro, Sabina ci aspetta, non possiamo restare qui."

"Io non voglio vederla, se vuoi stare con lei ci vediamo sabato."

Mi oltrepassa, uscendo dalla stanza e la blocco in corridoio, mentre tenta sicuramente di raggiungere la madre.

"Tesoro... sabato non ci sarò, ho un impegno che non posso rimandare."

L'ultimo RoundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora