capitolo 28

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***Alessandro***

Desiderio incontrollabile

Desiderio incontrollabile

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Venerdì, 20 Aprile

Credevo che starle lontano quattro giorni avrebbe smorzato le sensazioni che mi fa provare, ma ancora una volta mi sono sbagliato.

La sua scomparsa dalla circolazione mi ha fatto stare costantemente in pensiero. Ho provato a distrarmi in ogni modo, sono stato anche con i miei genitori e ho raccontato a mio padre ciò che lei mi fa sentire e scorto nei suoi occhi la piena comprensione. Lui conosce il mio stato d'animo perché ha vissuto in passato le stesse emozioni.

Ho trascorso molto tempo anche con i miei amici, perfino con Roberto, che oramai fa la spola da casa di Gin a quella di Luca e Silvia.

Ci ha confessato che è entrato in terapia, che è stata lei a convincerlo e che per il momento va tutto bene.

Ha snocciolato anche qualche informazione su Ginevra, ci ha detto che trascorre le sue giornate tra l'Università e il lavoro e che la notte la passa in clinica al capezzale di Beatrice, le cui condizioni peggiorano sempre di più.

Valerio gli ha chiesto di esprimere le sue impressioni sul modo in cui Gin sta affrontando tutta questa faccenda e lui ci ha detto che sta dimostrando tutta la sua forza, ma che ci sono momenti in cui ha dei cedimenti.

Ci ha poi riferito che grazie a lei ha ricominciato ad allenarsi, che corrono ogni mattina insieme e che questo giova a entrambi perché scaricano la tensione accumulata.

Fanno tanto insieme, corrono, mangiano, condividono l'auto, il lavoro, mi chiedo se dormono anche insieme. E sì, ammetto che mi rodo dalla gelosia, che spiandoli dalla finestra stamattina ho dovuto combattere contro la tentazione di togliere di mezzo Roberto a calci nel sedere.

Sono tornato per lui, per aiutarlo, ma adesso mi rendo conto di aver fatto un viaggio a vuoto e nelle ultime ore ho pensato più volte di tornare a Roma, qui non sembra esserci niente che io possa fare.

Adesso però, mentre la guardo distruggersi le mani colpendo quello stupido sacco, mi viene il dubbio che forse posso e voglio fare qualcosa per lei.

Sono tornato in palestra per recuperare il portafoglio che avevo scordato nell'armadietto, ho un appuntamento con Tamara tra dieci minuti, ma adesso vedendola il bisogno fisico che avevo di scaricarmi con il sesso è scomparso sostituito dalla voglia di prendermi cura di lei.

È assurdo che io pensi queste stupidaggini, che guardi una ragazza bellissima come Ginevra e non pensi a come scoparmela, ma a farla sorridere ancora.

Odio quell'espressione triste che ha in faccia adesso, le sue occhiaie e il suo estraniarsi completamente dalla realtà. Sembra in un mondo solo suo, me la immagino rannicchiata in un cantuccio con gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie, piccola, indifesa e spaventata.

L'ultimo RoundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora