capitolo 32

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La mia Ester è Giulia Anchisi

***Alessandro***

Irreparabili errori

La rabbia fa male è cattiva consigliera, ma la gelosia è letale ti fa compiere le più ignobili delle azioni.

Lo capisco solo adesso mentre guardo il sorriso morirle sulla bocca, mentre Ester la spinge dentro casa lanciando nella mia direzione occhiate piene d'odio.

Intuisco il pasticcio in cui mi sono cacciato quando guardo Tamara e le sento sussurrare il nome di Ginevra con voce carica di angoscia e nonostante vorrei domandare spiegazioni, mi trattengo, perché so che peggiorerei solo le cose.

Non l'avevo mai portata qui, l'ho illusa ieri e credo che lei se ne sia resa conto stanotte, ma se adesso domandassi qualunque cosa, farebbe due più due in un lampo.

Mi volto verso Silvia, l'espressione compiaciuta di chi ha segnato un goal al novantesimo e mi domando che cosa la rende tanto felice, se l'aver messo me in difficoltà o Gin.

Attraversiamo il giardino e raggiungiamo l'auto in silenzio, anche il viaggio fino a casa di Tamara è privo di parole, solo quando mi fermo davanti al suo ingresso risento la sua voce, un debole saluto appena udibile.

I sensi di colpa mi spingono a fermarla e a chiederle cosa c'è che non va e quando risponde, avrei preferito non l'avesse mai fatto.

"Tu sai chi è la tua nuova vicina?"

"Un'amica di Roberto e la cugina della ragazza di Fabrizio, perché?"

"E non sai altro su di lei?"

"Non capisco dove vuoi arrivare Tamara, parla chiaro."

"Ho visto come hai reagito quando Silvia l'ha chiamata per salutarla, il tuo corpo è diventato rigido e la tua espressione è mutata, ho sentito l'imprecazione che ti è sfuggita di bocca, non prendermi per stupida, non me lo merito. E se poi avessi ancora qualche dubbio, mi basterebbe stanotte per fugarlo, quello che c'è stato tra noi, dopo aver visto come reagisci alla sua presenza, è stato chiaramente un dispetto. Tu volevi che lei ci vedesse, volevi ferirla e a giudicare dal suo volto ci sei riuscito, ma hai colpito anche me Alessandro, riportando a galla vecchi ricordi a cui non volevo più pensare. Almeno sai cos'è successo tra di noi? Hai avuto il buonsenso di informarti prima di inscenare questa pantomima?"

Le lacrime scorrono sul volto di Tamara, umiliazione, frustrazione e dolore le alimentano ed io scuoto la testa incapace di proferire parola.

"Spero vivamente che lei non fosse importante per te, perché dopo oggi, credo che non vorrà più vederti."

Scende dall'auto sbattendo lo sportello e la lascio andare, in questo momento seguirla non avrebbe senso, sono stato io a farle del male e non posso rimediare.

Pranzo con i miei, non spiccico quasi parola, destando i sospetti di mia madre che mi guarda come se avessi tre teste. Aspetto invano un terzo grado che non arriva e mi domando perché fino al dolce, quando insieme al tiramisù mi viene servita la notizia del loro imminente divorzio. Anni passati a vederli litigare, a sopportare il loro rancore e adesso nel momento meno opportuno mi sganciano addosso questa bomba chiedendo la mia benedizione.

"Non so che dire, se per voi è la scelta giusta per me va bene." Concludo di fronte ai <<dicci cosa pensi>> che continuano a propinarmi.

Mi concedo una sigaretta dopo mezz'ora passata ad ascoltare inutili spiegazioni, in terrazza perché a casa dei miei si fuma solo fuori, e sottraendola al pacchetto di mio padre perché io non le compro visto che non potrei fumarle.

L'ultimo RoundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora