Cap 20

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~Piccola premessa i capitoli da ora in poi saranno scritti al presente scusate se ho deciso di cambiare :)~


ARIA POV.

"Ho visto che stavi parlando con Styles" dopo un breve tragitto in auto nel quale ho pensato solo alla litigata avvenuta con Harry finalmente siamo seduti al tavolo di un piccolo ma accogliente pub. Alzo lo sguardo dal menu' e proprio mentre sto per aprire la bocca per rispondere a Mark arriva la cameriera a prendere le nostre ordinazioni.

"Allora, cosa posso portarvi?" non faccio molto caso a cio' che ordina il ragazzo seduto a tavolo con me,sto pensando solo a Harry e questo mi fa innervosire con me stessa: mi ha dato buca,non si fida abbastanza di me per dirmi cos'aveva di più importante da fare quella sera, pretende che non veda altri ragazzi e per di più dice di voler essere il mio ragazzo senza pero' far nulla che provi cio'.

Eppure eccomi qui a friggermi il cervello pensando a lui.

"Signorina,allora, a lei cosa posso portare?" scuoto la testa come per togliermi dalla mente i pensieri che ho dentro e alzo lo sguardo verso la ragazza in piedi di fianco a me "Oh..mm.. pasta con il pesto grazie" la ragazza annuisce sorridendo gentilmente e io ricambio il sorriso per poi girare lo sguardo verso Mark che, sta ridacchiando mentre manda giu' un pezzo di pane.

Lo guardo confusa non riuscendo a capire il perché del suo divertimento "Che c'è?" ingoia il pane e apre e inizia a parlare "C'è che hai la testa totolamente da un'altra parte.Sentiamo che ti frulla per quella testolina?" sul viso gli compare un sorriso sghembo direi anche un po' inquietante.

"Io beh..." quando sto per aprire la bocca e parlare della mia discussione con Harry, mi vengono in mente le parole del riccio riguardo al fatto che Mark è pericoloso e quelle di Blair riguardo al fatto che tra il gruppo dei ragazzi e quello di Mark con scorre buon sangue, così, decido di non raccontargli la verità per il quale sono così assente.

"Niente sai..la scuola,il fatto che mi sono trasferita da all'incirca un mese.Sto cercando di abituarmi a questa mia se così si puo' chiamare, 'nuova vita'" sorrido cercando di apparire il più convincente possibile,anche se lo sguardo di Mark su di me, mi fa capire che non ha creduto neanche ad una parola di quello che ho detto, ma fortunatamente decide di non continuare quella conversazione e di cambiare argomento.

Finiamo di mangiare e dopo vari battibecchi per chi deve pagare il pranzo alla fine riesce a vincere lui. Per tutto il pranzo ho sentito una strana sensazione allo stomaco e, anche se ho cercato di non farci molto caso alcuni sguardi o atteggiamenti di Mark nei miei confronti mi inquietano abbastanza.

Usciamo dal pub e ci dirigiamo verso la macchina, non so cosa fare: non voglio essere scortese con lui, ma una parte di me ora come ora mi dice di lasciar perdere tutta questa situazione (ovvero Mark) e andare a casa, come se sentissi che qualcosa in lui non quadra. Invece l'altra vorrebbe restare, fare un giro con lui, forse solo per fare un dispetto ad Harry e questo mi fa capire quanto infantile in questo momento io sia.

A distogliermi dai miei pensieri è la mano di del castano che si posa sul mio fianco in modo da tenermi stretta all'altezza del bacino con il suo braccio. Nel sentirla sussulto no questa situazione non mi piace proprio, guarda Aria ha un sorriso quasi diabolico stampato in faccia, io se fossi in te darei retta alla parte che ti dice di tornartene a casa. Alzo lo sguardo per vedere se la mia vocina interiore a torto o no e scopro che ha perfettamente ragione: Mark ha un sorriso diabolico o da qualcuno che non ha buone idee in testa stampato in faccia e questo non mi piace Vedi?Harry aveva ragione su di lui. Caccio via la vocina che mi fa ricordare nuovamente di Harry, che in questo momento vorrei che fosse qui e cerco di allontanarmi da Mark, ma con insuccesso visto che aumenta la pressione sul mio fianco.

Deglutisco cercando di essere o almeno sembrare sicura di quello che sto per dire "Mark, ascolta mi sono davvero divertita ma ecco, domani ho un compito di storia quindi dovrei andare a casa a studiare" sorrido dolcemente e vedo il suo sguardo incupirsi "Oh si certo,il giro sarà per un'altra volta allora" annuisco "Certo,adesso pero' vado" con molta calma e con un battito al dir poco accellerato cerco di togliermi dalla presa di Mark e quando ci riesco emano un sospiro di sollievo.

"Ti accompagno io" mi posiziono meglio la borsa sulla spalla cercando una scusa concreta da inventarmi in modo che non mi accompagni, in questo momento non ho nessunissima intenzione di stare chiusa in una macchina con lui "Emh,grazie davvero per l'offerta ma sai..preferisco camminare.Poi, casa mia è a pochi isolati da qui " senza aspettare la sua risposta saluto con un cenno di mano e faccio retro front cercando di camminare il più velocemente possibile.

Sono a pochi metri da casa quando mi squilla in cellulare, il numero che compare è quello di mia madre così mi affretto a rispondere

"Mamma"
"Aria tesoro, com'é andata oggi?" sinceramente mamma di merda.O litigato con il ragazzo che mi piace, scopro che infondo non ha tutti i torti su Mark e cos'altro?Ah si il ragazzo che mi piace non si fida di me. Nel pensare queste cose una lacrima scende sulla guancia,l'asciugo velocemente con la mano e dopo aver preso un respiro mi affretto a rispondere a mia madre
"Oh beh bene direi."
"Sono contenta.Ascolta tesoro,stasera non rientriamo a casa, ci hanno messo un'intervento che durerà con minimo 6 ore quindi.."
"Oh si tranquilla. "
"Buona serata tesoro e se hai bisogno di qualcosa chiedi alla vicina,okay?"
"Si mamma tranquilla."

Solo dopo aver staccato con mia madre mi accorgo dei messaggi e delle chiamate perse da Harry, durante il pranzo l'avevo lasciato in silenzioso dentro la borsa così non avevo sentito niente.
Senza neanche leggerli ripongo il cellulare dentro la borsa e prendo le chiavi in mano.
Solo quando mi leggo le labbra salate, come gesto abituale, mi accorgo che sto piangendo: la litigata con Harry, l'accaduto con Mark, lo stress del cambiamento di casa e città stava uscendo con un pianto liberatorio.
Mi affretto a salire i tre gradini della veranda,infilo le chiavi dentro la toppa della porta, sto' per aprirla quando mi sento chiamare. Un brivido mi percorre la schiena, riconoscerei quella voce tra mille: HARRY.

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