Le iridi verdi erano incastonate in quelle nere del castano e il primo stava ancora cercando di metabolizzare quello appena successo.
Jonathan gli aveva ficcato un dito in bocca mentre cercava di mangiare l'ultimo boccone, che ingoiò comunque.
Però, poi, non fece alcunché di particolare, solamente fissò l'altro.<Devo proprio dirti che devi leccarlo?> chiese retorico Jonathan, ad un certo punto.
Thomas, molto perplesso e con le guance che si tingevano di porpora, iniziò a far scorrere la lingua per il dito di Jonathan, sentendosi altamente imbarazzato e pieno di vergogna.Jonathan sorrise, sentendo come Thomas sembrasse incerto nel leccargli il suo dito e quasi spaventato, anche se non era poi così male.
Avrebbe saputo fargli un buon pompino, probabilmente.D'altronde il dito era molto più piccolo rispetto alla sua erezione: era come se lo stesse facendo in piccola scala.
Dopo un po', tolse di scatto il dito dalla bocca di Thomas, il quale ritornò della sua nivea carnagione abbastanza in fretta, mentre Jonathan si puliva la mano sui pantaloni e lo baciava di nuovo, dopo essersi alzato dalla sedia.
Era troppo divertente giocare con quel kitten e i suoi stati d'animo, manipolabili con una semplicità elementare ma che davano divertenti risultati.Lo prese di nuovo a mo' di sposa e lo trasportò fin fuori dalla cucina continuandolo a baciare.
Poi si diresse verso le scale e le salì in fretta.Aprì la porta della camera del kitten con un calcio e lo fece stendere sul letto sotto si sé, guardandolo negli occhi qualche secondo mentre gli slegava le corde.
Il kitten sussurrò: <Grazie... per il panino...>.
Il moro si sentiva come in dovere di farlo; a quanto pare essere il giocattolino di un cacciatore non gli faceva perdere quel suo modo di essere sempre gentile e dolce.
Thomas si chiese, fra sé e sé, se non avesse qualche problema di fondo.Jonathan accarezzò ripetutamente le orecchie del kitten, che emise delle basse fusa socchiudendo gli occhi. Mentre continuava con quel lavoro con le dita, il castano disse contro le labbra dell'altro, con voce bassa e roca: <Solo per oggi, piccoletto. Non pensare che io sia così dolce... non lo sono affatto. Sono spietato e posso farmi etichettare come "mostro", se voglio che gli altri lo dicano.>
E subito dopo iniziò a baciare il kitten con lasciva voglia.
Thomas sentiva la lingua di Jonathan andare in cerca della propria (e diavolo se gli dava fastidio), trovandola subito e facendole cozzare l'una con l'altra; una più sottomessa dell'altra.Jonathan, per quanto faceva prender fiato ad ambedue, non si staccò seriamente per diverso tempo, giocando con la lingua dell'altro, esplorando più e più volte la bocca altrui e mordendogli il labbro inferiore, rendendoglielo più rosso e gonfio.
Il moro si trattenne dall'esternare commenti per tutto il tempo, anche quando il castano si staccò dalle labbra del moro e prese a scendere con dei baci passionali per il collo latteo; baciandoglielo, leccandogielo e mordendoglielo ripetutamente dappertutto, facendogli diventare in quei punti la pelle più rosea e segnata.
Il kitten sentì i suoi sensi acuirsi a quei contatti, emettendo dei piccoli gemiti. Si maledisse per essere così sensibile mentre Jonathan si beò di quei piccoli rumori, emessi con una voce così lasciva involutamente, però quasi provocatoria...
Ah, quanto lo stimolava quel kitten.Troppo, quasi osava dire, per quello che si era ripromesso di fare; anche perché intanto il castano sentiva un pochino sotto eccitarsi.
Ma comunque Jonathan si divertì a mordicchiare un punto specifico del collo dell'altro, più o meno alla sua base, in modo da creare un bel segno rosso e poi violaceo, addirittura.
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Il mio piccoletto
Teen Fiction~Un mondo diverso, dove esistono kittens, esseri metà umani e metà gatti; i quali sono cacciati e, da schiavi, devono soddisfare i desideri del loro padrone, spesso e volentieri... sessuali.~ Thomas è un kitten che vive basandosi sul non farsi cattu...