Capitolo 38

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Jonathan, mentre ritornava a casa, stava combattendo con sè stesso, indeciso se dire qualcosa o meno al fidanzato. E poi discutere con lui che fare, puta caso glielo avesse detto.
Si era quasi convinto di dirglielo che, arrivato a casa, Thomas gli saltò addosso da appostato dietro la porta. Il moro abbracciò per il collo il fidanzato e gli diede un casto bacio sulle labbra. Si staccò di poco e, in punta di piedi (con Jonathan leggermente chinato), sorrise caloroso al cacciatore.

<Ciao Jon! Come ti è andata oggi?> chiese Thomas dolce, allegro più del solito. La voglia di Jonathan di dire la verità al moro era morta e sepolta appena sorpassata la soglia di casa. E anche le parole di introduzione furono inglobate nel mutismo in cui il cacciatore si calò, disorientato.
Non voleva mentire a Thomas, ma renderlo triste e ferito non lo allettava per nulla!

Thomas sbatté le palpebre in rapida successione e, con volto diventato spaventato, chiese: <Tutto ok, Jon?>
Il castano fissò quei grandi occhi verdi e, vedendoli velati dall'ansia, non volle vederli velati anche dalla tristezza e dal senso di tradimento.
Perciò sorrise, cioè, per quanto lui facesse normalmente, e rispose sereno: <La giornsta è andata liscia. Ma adesso ci sei tu, va molto meglio...> e gli afferrò i fianchi, baciandolo poi in modo approfondito.

Dopo qualche secondo di smarrimento, Thomas ricambiò e le loro lingue presero a carezzarsi vicendevolmente, languide e lente. Thomas sentì il petto infiammarsi a quel bacio: adorava la vicinanza con il fidanzato e tutto il calore che sprigionava quando anche solo si baciavano era talmente tanto che, pensava, potesse riscaldare la casa per un intero inverno.

<In condizioni normali vi direi "Prendetevi una stanza!",...> ridacchiò Cassandra, sbucando dal salone come Elizabeth, la quale (col cellulare in mano) guardava male la bionda.
<...ma Thomas è ancora "provato" dalla scorsa notte quindi vi chiedo gentilmente di fermarvi.> concluse la bionda, sempre con quel sorriso furbetto sulle labbra.

Thomas sprofondò con il viso nel petto del cacciatore e borbottò qualcosa di incomprensibile e irrilevante mentre il volto gli andava a fuoco.
"Cassy adora proprio farmi diventare un parente dei pomodori!" si disse, mentre guardava leggermente male con la coda dell'occhio la cameriera in questione. Questa scrollò le spalle e sorrise fintamente angelica.

<Stai meglio adesso?> si premurò di chiedere il cacciatore contro le orecchie da gatto del kitten e, muovendo la coda agitata, questi annuì. Jonathan accarezzò i capelli del fidanzato, tenendolo vicino a sè.

<Perché entrato eravate tutti delle bombe di felicità, specialmente tu?> chiese il castano, volgendo lo sguardo al fidanzato e sfregando la mano sulla sua testa. Thomas prima schiacciò di più il viso contro il petto del castano, poi si staccò della distanza necessaria per poterlo vedere bene in faccia e, con la coda ondeggiante, rispose: <Ho chiesto se potevo fare una torta con Cassy ed Elizabeth, hanno detto che va bene e che ne faremo una fantastica con la panna!>

Jonathan, sorridente, lo guardò con occhi confusi: era davvero così contento di cucinare?
<Thomas stamattina ha avuto gli istinti da chef d'élite e ci ha pregato di fare una che torta questo pomeriggio e... beh, come potevamo dirgli di no? Specialmente con la faccia da cucciolo con cui ci ha supplicato!> spiegò Elizabeth, alzando le spalle nel gesto di "è andata così...".
Jonathan sorrise disteso e propose: <Posso guardare, nel mentre?>

<Ovvio e suppongo che sarà il massimo che farai.> commentò Cassandra mentre andava in cucina a prendere i vassoi, venendo poi fermata da Elizabeth che la afferrò per la collottola.
<Mangiamo tutti insieme in cucina, per una volta?> chiese la rossa e, vedendo i due fidanzati annuire, si diresse verso la cucina a prendere i loro pranzi semplici semplici fatti prima lì e lasciando ad una Cassandra borbottante il compito di apparecchiare.

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