Dopo quella sera i rapporti si erano un pochino congelati da ambedue le parti per qualche giorno. Jack continuava a chiedere via messaggi a Jonathan informazioni e progressi sulla situazione, visto che il castano aveva ammesso quella serata, in un momento di stupidità, che quella persona la vedeva tutti i giorni.
Le due cameriere, invece, erano più che altro in quasi perenne tensione, anche se il moro spesso le rassicurava e le teneva informate sull'andamento gelido nel quale lui e il cacciatore stavano navigando. A quelle continue conferme le cameriere si rassicuravano momentaneamente.Tutto stava ritornando al proprio ghiaccio iniziale (anche perché il cacciatore aveva evitato il contatto fisico con il moro), fino a che una mattina il Fato fece svegliare con una balzana idea in testa due persone in particolare: Cassandra e Jonathan.
Andiamo con ordine, però.Cassandra, in quella mattina insolitamente fresca per essere ad aprile, nell'appartamento condiviso con Elizabeth, iniziò la loro conversazione mattutina con un: <HO DECISO!> molto squillante.
A quell'esclamazione, per poco, la rossa non fece rovesciare il caffè rigorosamente stile americano (con concentrazione di acqua al 65%, caffè puro al 35% e il resto zucchero di canna). La liscia bevve un lungo sorso dal suo tazzone di caffè, poi guardò la bionda con uno sguardo che lasciava trapelare la stanchezza ed infine chiese con il tono sconsolato riservato ai bambini piccoli e problematici: <Cosa avresti deciso, scusa?><Lo scoprirai solo più tardi!> esclamò giuliva la bionda, mentre intingeva un biscotto nel the che si era appena preparata.
Elizabeth la guardò più che arrabbiata, poi chiuse gli occhi, si massaggiò le meningi e bevve un sorso di caffè ad occhi chiusi. La caffeina entrò in circolo appena dopo che avvertì il piacevole calore della bevanda scorrerle lungo la gola. Quella piacevole sensazione di primo mattino la rilassava sempre, ed in quel momento ne aveva un disperato bisogno; dato come Cassandra si era permessa di romperle i timpani alle 6:00 del mattino.
Finito il caffè, si chiese quando era stata l'ultima volta che aveva dormito oltre le 6:00 per più di un giorno e le venne in mente che era stato lo scorso dicembre, due settimane di vacanza perché il cacciatore era andato in Italia a rilassarsi e aveva concesso alle cameriere quelle due settimane di pausa.Scosse la testa e si disse di sognare e aspettare, prima che ricapitasse ancora una benedizione del genere. Buttò la tazza nel lavandino e, prima di fiondarsi in bagno, ricordò minacciosa alla bionda: <Prova ad urlare ancora una volta a quel volume alle 6:00 del mattino per una cosa che neppure mi spieghi e giuro che ti ritrovano morta e io mi trasferisco in Messico per non finire in carcere per omicidio.>
La bionda ridacchiò un <Contaci> prima che l'amica scomparisse dietro lo stipite della porta.Intanto Jonathan, nel dormiveglia in cui si faceva assalire dai suoi pensieri, capitò ancora una volta alla situazione tra lui e il suo kitten; il quale sapeva stare ancora profondamente dormendo dandogli rigorosamente le spalle. Era da quella serata in cui lui era andato a cenare con Jack che gli stava lontano, cercava di evitare contatti ed era freddo e gelido come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio.
Ma l'inizio con Thomas non era stato quello e la piega che stava prendendo la situazione gli dava notevolmente fastidio.Sentiva perennemente un blocco in gola, a cui si aggiungeva a volte un groviglio alla bocca dello stomaco talmente tanto intrecciato che avrebbe fatto impallidire perfino il più esperto marinaio in nodi. E sempre c'entrava il moro.
E si odiava.
Perché stava iniziando a diventare dipendente da quel kitten e... da quelle labbra. Aveva voglia di baciarle, ma non nel modo dominante e violento come aveva solitamente fatto (e che negli ultimi giorni aveva accuratamente evitato). Voleva prima sfiorare ripetutamente quelle labbra con tocchi delicati e veloci, per poi aumentare la durata del contatto per iniziare a passarci la lingua sopra, per concludere in un lungo bacio alla francese; in cui non era il solito possessivo. Voleva che quel bacio profondo fosse dolce e gentile, quasi come si vedrebbe in quelle stupide commedie da quattordicenni mestruate.
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Il mio piccoletto
Teen Fiction~Un mondo diverso, dove esistono kittens, esseri metà umani e metà gatti; i quali sono cacciati e, da schiavi, devono soddisfare i desideri del loro padrone, spesso e volentieri... sessuali.~ Thomas è un kitten che vive basandosi sul non farsi cattu...