Di nuovo il vento. Di nuovo il solito rumore. Di nuovo l'incubo. Per tutta la notte non ho dormito, neanche per un solo minuto. Avrei pagato oro per riuscirci. Neanche i libri mi hanno fatta addormentare. Mi alzo, annoiata, dal letto e vado nel piccolo bagno. Forse una fresca doccia mi rilasserà. Prendo l'intimo pulito, mi spoglio ed entro. L'acqua calda inizia a scorrere nel corpo, riscaldandomi. Chiudo gli occhi e mi beo il momento. Come pensavo mi rilasso e mi tranquillizzo, ma subito capisco che, qualcuno su nel cielo, mi odia. Dei forti colpi alla porta mi riportano alla realtà.
- Un attimo! - urlo, cercando di farmi sentire.
Chiudo l'acqua, mi asciugo velocemente e metto in fretta e furia il reggiseno e mutandine. Ho schizzato ovunque. Metto il camice ed esco, andando ad aprire. Ovviamente è Sarah. Mi squadra attentamente, con uno sguardo da medico professionista, facendo alla fine una smorfia.
- Hai due borse sotto gli occhi, Crystal. Hai dormito stanotte? - domanda, incrociando le braccia al petto e assumendo uno sguardo serio.
- Si, lo so. Però ho dormito...poco, si, ma tranquilla, sto bene. Mi sono fatta una doccia e sono già più rilassata. - rispondo. Non è vero niente di quello che ho detto. Niente. A parte di essermi rilassata sotto la doccia, quello è vero. Ma non sto bene, per niente.
- Okay. Sbrigati, devi andare a fare colazione - parla e subito dopo va via. Stupida menefreghista. Tolgo il sorriso falso e mi sbrigo ad asciugarmi i capelli. I lunghi fili rossi scendono perfettamente asciugati, lisci. L'unico punto colorato di me, insieme agli occhi. Sia la chioma sia le iridi sono colori accesi, la mia pelle invece è bianchissima, come la neve. Esco e mi dirigo nella solita sala, ma da sola. Di mattina ci lasciano girovagare senza i nostri dottori privati, sia qui dentro, sia nel cortile. Ma ci sono sempre e comunque le guardie che ci controllano. Solito tavolo, solito posto. E solite persone che mi fissano perché 'sta volta ho delle enormi occhiaie. Oggi sembro veramente uno zombie. Ruoto gli occhi, innervosita.
Questa azione me la porto dietro sin da piccola, come il vizio di scendere le scale sullo scorri mano. Ma è da tempo che non lo faccio più, non so neanche se ci riesco ancora. Mi mancano, tanto, le abitudini di quando ero piccola. Di quando avevo la mia famiglia, quella vera.
Mi manca il passato.
Mi manca essere normale.
Tutti i cibi sono ancora nel mio vassoio, nuovi di zecca. Non ho fame. Mi alzo e, proprio in quel momento, mi viene addosso un altro vassoio. E una ragazza. Certo che questi incidenti sono puntuali quanto un orologio svizzero. Perfetto.- Oh mio Dio! Scu-sami! Non volevo, g-giuro -.
Si capisce benissimo dal suo tono che ha paura di me. Avessi una faccia deforme. Bè, comunque tutti hanno paura di me da quando Rose ha sparso cattive voci sul mio conto o quando mi ha presa di mira. Non mi ricordo neanche. Dovrebbero avere paura di loro, poi, sono loro quelli che stanno nel corridoio peggiore, non io. È una ragazza di quindici anni, credo. Bionda, occhi nocciola, bassetta. Normale all'apparenza, ma se è qui dentro di normale in lei non c'è niente.
Tutti gli occhi della sala sono su di noi, anche quelli di Cami. Gli devo far vedere che sto bene, che resisto.
Che non sono un mostro...
Guardo la ragazza davanti a me, che si abbassa per pulire.
Dio, per lei sono la paura in persona!- Ehi, tranquilla. Non mi hai mica uccisa! È solo del schifoso cibo. Aspetta, ti aiuto -, mi levo un po' di schifezze di dosso e mi abbasso, aiutandola a pulire.
Lei mi guarda sbigottita. Dovrei fare qualcosa? Dovrei...parlare? Alla fine, le sorrido. Mi fa un sorriso quasi invisibile. Quando ci rialziamo, ancora tutti hanno gli sguardi su di noi.
Fatevi i cazzi vostri, no! Quanto mi fanno avvampare così...
Li fulmino tutti e ritorno poi a concentrarmi su di lei.- Ehm...grazie. Scusa ancora per tutto questo...-, non sa cosa dire. Provo compassione, sta cercando di mostrarsi carina e gentile con me. Sorrido, osservandola. Ci devo provare.
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| Darkness in the Light | (Completa)
FantasyCrystal non sa cosa vuol dire essere libera. In passato, l'aveva vissuta, ma era troppo piccola per comprenderla. Tuttavia, ora brama la libertà, come un pirata brama la ricchezza. La desidera. La sogna. Ma vivere dentro a quella che lei chiama "pri...