Mi ha obbligata a seguirlo in camera sua, dove so che mi aspetterà una bella e lunga chiacchierata. Mi dispiace solo per i vicini di stanza che dovranno ascoltare le nostre lunghe lamentele alle cinque di mattina. Mi fa entrare per prima, con quel muso arrabbiato addosso, per poi essere seguita da lui. È orribilmente calmo. Mi sta fissando appoggiato alla parete.
- Bè, che aspetti. Sto aspettando le tue insulse scuse - parla.
Se gli dico il vero motivo o si metterà a ridere o mi lascerà qui. E io non voglio nessuna delle due. Quindi, parto subito all'attacco.
- Mi hai letteralmente rotto il cazzo, ecco -, inizio.
- Mi aspettavo di tutto tranne questo. Quindi sarei io che ti rompo il cazzo? Non ti ho neanche mai parlato da...-
- Appunto, è per questo. Non mi hai mai parlato da quando siamo partiti, mi hai sempre evitata come se io fossi la peste. Mi hai dato tre stupide regole da seguire! Io voglio parlare e non voglio essere evitata, perché ho vissuto otto dannati anni così! Otto! -, lo precedo, stanca di tenermi tutto dentro. - Mi ha dato fastidio quello che hai fatto ieri, che tu te ne sei andato con quella gallina bionda e mi hai lasciata qui, come una bambina in punizione. Sono stata rinchiusa in quel manicomio per cinque anni più di te, e non mi sono sentita libera come mi aspettavo, mi sono sentita...niente! Io ti voglio davvero aiutare, ho bisogno del tuo aiuto come tu del mio. -
- Ho promesso a tua sorella di seguirti, di tenerti d'occhio...-Vengo fermata dalla sua risata. Lo guardo subito, infastidita. Che ha ora da ridere?
- Mi stai dicendo che tu senti le voci dei morti? - mi domanda, con quel sorriso strafottente. Si sta prendendo gioco di me per caso? Faccio cadere lo zaino e mi avvicino a lui, petto contro petto?
- Ti potrei fracassare il cervello se volessi. Non avevi detto di conoscere le mie capacità? - ringhio ad alta voce. Un rumore si espande per la stanza, proveniente dalla finestra. Ci giriamo verso di essa e notiamo che è crepata. Si gira verso di me, guardando i miei occhi già puntato su di lui. - Ti prego, non evitarmi. Non so che cosa ti ha portato veramente ad...odiarmi, se è per la questione dei tuoi genitori o meno. Ti chiedo solo questo, di considerarmi perché ti puoi fidare di me e ti aiuterò. -, continuo il mio discorso.
- Ora non sono più dentro al Disease e per questo sono libera e mi voglio sentire come tale. È sempre stato il mio desiderio di ogni compleanno che ho fatto lì dentro, sperando che questo giorno arrivasse. E finalmente eccomi qua, non solo libera, ma con un obiettivo e con un compagno che desidera la mia stessa vendetta - finisco, con l'affanno. Ora mi rendo conto che ho continuato ad avvicinarmi e così, con un passo, ritorno indietro. Rimane comunque fermo, a fissarmi come ha sempre fatto. Ormai mi sono abituata, non mi mettono più in soggezione. Non parla, non dice tipo "Okay, sei accontentata" o altro. Stavo per aprire bocca ma si avvicina, fermandomi.- Non volevo che te ne andassi dall'hotel perché c'era il rischio che tu venissi rapita. Mi hanno riferito che un gruppo è qui e ci sta cercando. I dottori e le guardie, appena è esploso il manicomio se ne sono andati per dare informazioni su di noi e dare la notizia della nostra fuga riuscita a loro. Ecco perché appena entrati in macchina ti ho detto di stare sempre vicina a me e poi di rimanere nell'hotel. Non era perché ti stessi evitando. - parla piano lui.
- Ma non sembrava che fossa per "protezione"...- sussurro, abbassando il capo.
- Bè, hai capito male - risponde, alzando le spalle. Alzo lo sguardo e i miei occhi diventano due fessure, facendo nascere sulle labbra di lui un fievole sorriso, ma che poi scompare subito. Ma io l'ho visto, anche se per pochi secondi. Nella mia testa rido, soddisfatta di me stessa per averlo fatto sorridere. - Potrei aver sentito un'altra cosa poi. Non sono stati quelli che crediamo a far saltare il Disease -
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| Darkness in the Light | (Completa)
FantasyCrystal non sa cosa vuol dire essere libera. In passato, l'aveva vissuta, ma era troppo piccola per comprenderla. Tuttavia, ora brama la libertà, come un pirata brama la ricchezza. La desidera. La sogna. Ma vivere dentro a quella che lei chiama "pri...