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Mentre guardavo fuori dal finestrino mi sono resa conto abbiamo fatto un giro diverso. Infatti, solo quando vidi il retro della casa, capii che avevamo intrapreso un altro tipo di percorso per arrivare, poi, alle sue spalle. Spegne la macchina e per un attimo mi parve vederlo indugiare sul fare o dire qualcosa ma si riprese così subito che il pensiero sparì. Scendo anche io, seguendolo. Il tonfo della portiera del portabagagli mi fa giare, e lo vedo portare sulle spalle l'uomo ora incappucciato. Entriamo in un garage, dove ci sono due vetture e due moto coperte. Non immaginavo neanche che esistesse qui un garage e che fosse molto più spazioso di quello che dovrebbe essere. È un secondo appartamento. Tolgo l'attenzione su ciò e mi concentro su quello che dovrò fare o dire quando gli altri ci vedranno. Thomas mi fa segno di aiutarlo ad aprire la porta siccome sta tenendo l'uomo e perciò ha le mani occupate. Giro la maniglia e la porta si apre, mostrando una fievole luce che si nasconde dietro ad una parete. Non so che fare, se entrare o no. Guardo il ragazzo, entrambi indecisi sul da farsi. Sentiamo dei passi dirigersi verso di noi, ma era troppo tardi per nascondersi. Henry ci fissa, prima spaventato, poi sollevato. I suoi occhi si dirigono subito sull'uomo che regge Thomas, per poi urlare.

- Sono tornati! - ed è un attimo che accanto a lui iniziano a spuntare tutti quanti. Imbarazzata, provo a fare un sorrisino. Il vecchio si fa avanti, concentrato sul corpo inerme. Guarda prima me, provando a farmi tirar fuori qualcosa dalla mia bocca, ma io ho promesso a Thomas che non dirò niente a nessuno. Allora si arrende, sapendo che se provasse con Thomas fallirebbe miseramente.

- Che cosa è successo? E chi è lui? - domanda. Guardo Thomas, sperando che sia lui a parlare.

- Abbiamo incontrato alcuni uomini della Confraternita e...è finita male per loro. Crystal ha voluto prendere uno di loro per fargli delle domande. - risponde semplicemente, facendo cadere a terra l'uomo, scrollandosi dopo le spalle. Lo sguardo ritorna su di me, investigatore, mentre io rimango immobile.

- Siete stati via per un'ora e mezza....anzi....scomparsi! - si innervosisce Paige. Mortificata, abbasso il capo, ma sotto sotto sono solo sorpresa di essere stata via per così tanto tempo.

- Posso fargli delle domande? - chiedo a Robert, autoritaria come poche volte. Lui, riluttante, acconsente. Annuisco, ringraziandolo, mentre mi giro verso Thomas per dirgli con lo sguardo di portarlo in una stanza. Il ragazzo capisce e si affretta a sollevarlo, dirigendosi verso qualche camera. Lancio un ultimo sguardo ai ragazzi e poi lo seguo. Sceglie l'infermeria della casa. Entro e chiudo la porta alle mie spalle, intanto Thomas lo sistema per bene su una sedia, legandogli mani e piedi. Mentre lui pensa a come svegliarlo, io mi concentro sulle domande che gli dovrò dire. Ne ho davvero tante che mi brulicano in testa, davvero tante. Ma ho tutto il tempo che voglio, quindi non mi faccio tanti problemi. L'infrangersi dell'acqua sul pavimento mi risveglia e mi fa scattare lo sguardo sull'uomo. Thomas lo ha svegliato con l'acqua. Mentre si riprende, il ragazzo rimette a posto la bacinella e io mi stacco dalla parete. Quando è abbastanza lucido, il tizio si guarda intorno, rendendosi conto di non essere né nella vecchia fabbrica né nella sua camera nella confraternita. Poi si accorge della nostra presenza, di fronte a lui, come due rapinatori pronti a estrarre tutto dalla sua gola. Io sono pronta a farlo.

- Mh, voi...- sussurra, arreso. Si smuove un po' ma si ferma quasi subito, rilassandosi sulla sedia.

- Come ti chiami? - domando, calma, rilassata. I miei occhi sono inchiodati ai suoi, non si staccano, persino le palpebre non sbattono. Lui non risponde, come pensavo. Faccio un bel respiro, pensando a un modo per farlo parlare. Ho letto in alcuni manufatti che i miei poteri possono arrivare a fare cose davvero utili - per questi momenti - e davvero pazzesche, ma mi rendo conto che non ci riuscirei, non ora almeno. Quindi, mi arrendo alla banalità. Fatto da me è davvero strano. Mi giro, lanciando una breve occhiata a Thomas, e vado verso i cassetti. Li apro tutti finché non trovo quello giusto. Afferro una lametta e la nascondo sotto la manica della maglia, per poi chiuderlo. Ritorno a guardarlo, mentre mi dirigo alle sue spalle.

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