Svegliati Crys. Devi andare via. Devi correre. Devi essere libera. Devi andare da loro...
Il mio indice si muove e, come svegliata grazie a quel movimento, le palpebre iniziano ad alzarsi, aprendosi totalmente. Piano piano mi siedo, appoggiata alla parete, tutta dolorante. Davanti a me ci sono persone che vanno e vengono, correndo, non essendo "vittime" dell'esplosione. Come ho fatto a sopravvivere data la vicinanza?
Respiro profondamente, cercando di calmare il battito velocizzato del cuore. Le lacrime iniziano a scendere, una ad una, senza un valido motivo, forse per paura, forse per dolore, non lo so. Mi prendo la testa tra le mani, stringendola, serrando anche i denti. Poi dopo mi ricordo, mi ricordo di...prima. Mi alzo di scatto, per quanto me lo permette la schiena, e inizio a camminare verso di loro.- Daisy! Daisy dove...- inizio ad urlare, ma dopo aver visto lo spettacolo davanti a me mi blocco.
Ammassi di rocce seppelliscono corpi, circondato il tutto da superstiti. Alcune figure sotto le ceneri sono vigili e cercano di togliersi da lì con l'aiuto di conosciuti, mentre altre sono immobili. Ma non ci sono né dottori né guardie. Solamente persone come me, solamente "pazzi". Alcuni piangono disperati, altri camminano circospetti, altri ancora discutono di quello che è successo. Ma non vedo nessuna faccia che io conosca. O meglio, che io ci abbia mai parlato. Non trovo nessuno è questo mi fa pensare al peggio. Ricomincio a camminare verso le macerie, scrutando i visi delle persone sia quelle stese a terra sia quelle in piedi. Mi inchiodo davanti a qualche ciuffo di capelli biondi, lunghi. Mi guardo intorno, cercando qualcuno che mi possa aiutare, ma vedo che sono quasi tutti già occupati. Riporto lo sguardo lì, e vedo un movimento della capigliatura. Butto giù il rozzo di saliva che si era formato appena l'ho vista. Mi siedo e sposto le rocce intorno alla persona, non guardandola mai.
È una ragazza.
È bionda.
È...è lei.
No...no,no, no e no.
Per favore, ditemi che è solo un incubo. Un orribile incubo.
Velocizzando i movimenti, continuo a spostare rocce e rocce, liberando il suo corpo. Ma è immobile, non si muove.L'avevo appena conosciuta. Stavamo per diventare forse delle vere amiche, di quelle che io non ho mai avuto la possibilità di avere, di quelle che ho letto nei mille libri. Cercava di farmi sorridere, cercava di farmi sentire a mio agio, cercava di farmi vivere un'esperienza del tutto nuova per me. E io lo apprezzavo, tantissimo. Era gentile. Gli avrei voluto fargli capire che anche io ci tenevo a lei, che anche io iniziavo a considerarla...un'amica. Gli avrei voluto sorridere di mia spontanea volontà, un giorno, senza che lei facesse niente. Vorrei averla abbracciata nei momenti difficili, poterla aiutare a tirarsi su e non permettergli mai di sentirsi come mi sto sentendo io ora. Triste. Distrutta. A terra, con la sensazione di essere stata io la colpevole. Se io avrei fatto una corsetta per portarla via in tempo, poteva sopravvivere. Se io gli avrei urlato di correre da me alla massima velocità ora non sarebbe qui, a terra, con una ferita alla tempia dove il sangue non tarda ad arrivare. Il suo marrone non è più quello di sempre, non è più quello che vedevo quando sorrideva. Quando mi ha vista prima, gli si sono illuminati, come se fosse stata sollevata e felice di rivedermi, non vedevo disgusto o rabbia. Era felice di vedermi. Ora però, quelle iridi sono più scure, ora è più...doloroso da vedere.
La mia mano raggiunge le sue palpebre per chiuderle per poi dirigersi verso la mia bocca, per fermare quei mille singhiozzi che vogliono uscire. Esplodo, mi distruggo in un pianto doloroso, guardando la sua faccia. Il dolore inizia ad aumentare e le centinaia di gocce arrivano fino al collo, bagnandolo completamente.
Gli prendo la testa e la porto sul mio grembo, accarezzandogli i capelli, continuando il mio lamento.
Non doveva morire. Non lei, almeno. Meritava più di chiunque altro una vita felice, più felice della mia.
Perché tutti quelli intorno a me muoiono?- Perché...p-perché non s-sei scap-pata? - sussurro.
Inaspettatamente sento qualcosa di strano al centro del mio petto, che solo una volta in passato lo avevo percepito. Il cuore. Lo sento debole, consumato. Lo sento...morto.
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| Darkness in the Light | (Completa)
FantasyCrystal non sa cosa vuol dire essere libera. In passato, l'aveva vissuta, ma era troppo piccola per comprenderla. Tuttavia, ora brama la libertà, come un pirata brama la ricchezza. La desidera. La sogna. Ma vivere dentro a quella che lei chiama "pri...