25.

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Corro – per modo di dire – in camera di Paige a prendere lo zaino, vuoto in confronto alle loro valige. Ritorno in salotto dove trovo solo Thomas che inizia a scendere, con due valige e un borsone a tracolla. Ha troppa roba.

- Aspetta. -, gli prendo il borsone che lo intralcia. - Lo prendo io -, gli dico, mettendomelo addosso. Per ringraziarmi mi fa un cenno della testa. Mi fa passare per prima. Lo sento spegnere le luci e chiudere a chiave il portone. Cavolo, che diamine ha messo qui dentro? Pesa due tonnellate! Arrivata di fuori, seguita dal ragazzo, i miei occhi cadono leggermente sorpresi sull'abbigliamento degli altri. La ragazza è vestita elegante, non quell'eleganza che si indossa quando si va a cenare in un ristorante di lusso, ma quell'eleganza che si indossa quando si deve andare a trovare una persona importante. Anche i tre ragazzi non sono da meno. In poche parole Paige mi stava dicendo che i miei vestiti non erano adatti per questa uscita. E dove dovremo andare? Chi dovremo incontrare? Sicuramente loro conoscono questo tizio mentre io...io sono la ragazza nuova che non sa niente.

- Crystal, tu vai con Thomas – mi ordina Ryan e io annuisco, guardando di sottecchi Thomas. Immobile. - Prova almeno dirle qualcosa, amico -, il diretto interessato alza gli occhi al cielo.

- Non può venire con te così parli tu o voialtri? - prova Thomas, ma riceve una risposta negativa che lo fa innervosire. Mi fanno sentire di troppo ora. Annuisce alla fine, sconfitto. Paige mi fa un cenno e ci dividiamo, salendo sulle macchine. È la stessa Range Rover nera di quando mi ha rapita. Gli piace questa marca e questo colore, quindi. Mi metto al posto del passeggero e allaccio la cintura, aspettando qualche sua parola. Stiamo dietro agli altri, si può dire quasi attaccati. Passano i minuti e lui non apre bocca. Muto e immobile, solo i diti si muovono, a ritmo della musica di sottofondo della radio. Inizia ad alzare il volume, sempre di più, stordendomi le orecchie. Aumenta ancora, ancora e credo che sia al massimo. Mi da fastidio. Il suono della chitarra, il rombo della batteria, il rumore acuto dei piatti e la voce acuta che si insinua nei timpani mi fa scoppiare la testa. Rimango imbambolata, fissando davanti.

- Abbassa – gli dico, ma credo di aver sussurrato. Lui sente e mi guarda in modo strano.

- Ma non è alta. Il volume a 24, è niente in confronto a 60 – mi contraddice, non toccando con un solo dito la radio.

- Abbassa – riprovo, più decisa e con la voce più alta. Il rumore aumenta sempre di più, ogni metro, chilometro che facciamo con la macchina lo sento sempre più forte.

- Ma ti ho d... - mi guarda e non parla. Subito spengo la radio, premo più volte il tasto OFF. Ma il rumore non si arresta. Continua.

- Thomas – lo chiamo, quasi piagnucolando. - Dimmi che lo senti anche tu questo rumore – gli sussurro, sbarrando gli occhi e scuotendo la testa. - Questo rumore...continua. È incessante. Thomas...ho paura. Non capisco...che vuol dire...-, ormai piagnucolo, in preda al panico. Il ragazzo inizia ad armeggiare con il telefono, chiamando qualcuno.

- Metti il vivavoce – ordina.

- Che succede? -, è la voce di Henry.

- Credo...Credo che Crystal abbia uno dei suoi...attacchi da Banshee? - suona più come una domanda, ma mi basta per capire che lui sa qualcosa. E anche gli altri. Mi giro di scatto verso di lui.

- Fate parlare solo me – sento Paige. - Che cosa senti, Crystal? -, mi concentro, ed è come se lo avessi chiamato.

- Un miscuglio di suoni. Sembrano strumenti musicali – provo a dire.

- Di che tipo? - domanda Thomas. Lo sento più vicino.

- Batteria, chitarra...elettrica e piatti. E una voce acuta che urla a squarciagola. Lo sento sempre più vicino...- gli rispondo.

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