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La muffa è l'odore predominante in questa stanza. Si sente persino lo squittio di qualche topo. Il buio è da tutte le parti e solo una fievole luce illumina alcuni spazi del luogo. Infatti, sul soffitto, è appesa solo una lampadina. Mi sono tolta persino le scarpe per non fare il minimo rumore, sbagliando alla grande, visto la sporcizia che c'è. Tutto, per uno stupido idiota del cavolo che odio e che lui odia me. È ironica questa situazione. Cerco di sentire più discorsi possibili, ma dei certi urli strozzati me lo impediscono.
Che gli staranno facendo? Lo faranno a tutti noi? A me?

- La sua pazzia sta peggiorando, segno per niente buono. Se vogliamo che funzioni, bisogna agire, e subito. Il ragazzo potrebbe non farcela a questo esperimento. Potrebbe morire. E poi, perché su di loro? Sono malati, hanno disturbi mentali - dice una voce.

- Loro devono sapere al più presto. È forte, resisterà. Dobbiamo scoprire la verità sulle loro capacità. Capisci? Potrebbe essere una svolta per la scienza! - lo riprende un altro uomo.

- Non sono capacità, sono solo pazzi. Andati. Non hanno magia o cose varie, lui non ha nessuna capacità, come dice lei. -

- Dopo di lui, toccherà alla ragazza, la rossa. Anche lei ci darà una grande mano, per questo. È più importante di lui -

- Allora perché non prendiamo direttamente lei, ora? - domanda una donna. Ingoio un tozzo di saliva, sudando freddo. Io? Stanno parlando di me? Che mi vogliono fare?

- Perché non è del tutto pronta e non possiamo farla morire. Sta migliorando. Dobbiamo prima praticare le nostre conoscenze su "fogli di brutta", poi andremo a sperimentare definitivamente sulla "bella". La ragazza, dottore, ha due disturbi mentali, se è per questo. Non contano niente - risponde lo stesso dottore.

- Si, ma lui ne ha ben tre, signore -

Devo andare via al più presto.

- Ehi! Venite, vi devo far vedere una cosa! - urla un tizio.

Perfetto. Sporgo leggermente la testa per vedere cosa mi aspetta.
Un lettino.
Una lampadina.
Qualche mobile qua e là.
Un ragazzo sofferente steso sul quel lettino. Thomas.
Merda.
I miei occhi controllano che il campo sia libero, prima di uscire dal nascondiglio e mettermi sotto ad un tavolino, in un angolo. Il ragazzo ha gli occhi chiusi, i capelli appiccicati sulla fronte, con le goccioline che scendono sul viso. In faccia, una smorfia sofferente. Esco e mi avvicino a lui.

- Thomas, Thomas svegliati - lo smuovo. Piano, piano apre le palpebre, mostrando gli occhi accesi. La piccola luce li rende più chiari.

- Che ci fai tu qui? Cosa cazzo...? - domanda, guardandosi in giro. Arriccia il naso, per la puzza. - Dove sono? Che...che mi...- cerca di formulare una domanda ma non ci riesce. Con gli occhi spalancati sta guardando il braccio. Lo seguo. Ora la vedo anch'io, la grande flebo all'interno del suo arto superiore, dove lì dentro scorre il suo sangue. Seguo il tubicino e noto che quel liquido si dirige verso una busta trasparente, dove ne contiene già troppo. O mio Dio, a questo non avevo pensato...e non l'avevo neanche notato, sinceramente. E adesso cosa faccio? Come gliela tolgo? Mi uccide se la sfilo via. Corruga la fronte, provando a toccarla, ma ritira subito la mano per il dolore e dirige i denti. Bene, ora ho avuto la conferma che gli farà male. Malissimo.

- Senti Thomas, dobbiamo uscire. Te la devo togliere...- sussurro, fissando il braccio e pensando ad un modo per toglierla.

- Non ti azzardare a toccarla. Non dovresti neanche essere qui...cadavere. E poi, perché sei qui? - domanda.

- Mi ci ha mandato tua sorella, ti ha visto scendere e si è preoccupata. E se non vuoi che ti salvo la vita allora chiama i tuoi amici, no? Ti aiuterebbero in casi come questo, giusto? Fanno parte del tuo piano, avrebbero dovuto sentire o sbaglio? Ma non li vedo. - parlo, arrabbiata e innervosita. Dio, quanto lo detesto. Mi fissa intensamente. È dal giorno che l'ho notato che mi fissa così. L'ho messo a tacere.

| Darkness in the Light | (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora