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A questa esclamazione, mi si spalancano gli occhi, sorpresi, presi alla sprovvista. Preoccupati. Sento la pelle raffreddarsi, facendo sparire tutto il calore che avevo accumulato durante l'allenamento, e il cuore agitarsi.

- C-Cosa? -, ho il coraggio di dire. – Che cosa diavolo è successo? – domando, più decisa. Silenzio tombale, vedo solo i loro occhi incontrarsi, dubbiosi. – Ragazzi! – urlo, preoccupata.

- Ci hanno attaccati...erano in dieci...credo. E-E hanno rotto la porta per entrare e hanno iniziato a cercarci per farci fuori – parla Paige, alzandosi e venendo da me. Mi guarda negli occhi. – Abbiamo iniziato a lottare. Non pensavamo che fossero venuti per Thomas – dice. La fisso, pensando solo a una cosa: perché?

- Nella sua stanza ci sono due corpi ma sono riusciti lo stesso a prenderlo – parla poi Henry. Com'è possibile? Come hanno fatto a prendere uno come lui? Thomas è molto, ma molto forte, sfuggente, veloce, furbo.

- Come hanno fatto? – domando, fissando un punto, persa nelle mie domande. – Non credo che siano riusciti ad immobilizzarlo. -. Altri passi scendono le scale. Vedo Robert, leggermente bianco, dietro a Henry.

- C'è uno strano odore dentro la sua stanza. Non è il suo e neanche quello dei Cacciatori – dice, guardandoci.

- A meno che tu non abbia annusato ogni Cacciatore come un cane, come fai a sapere che l'odore che hai sentito lì dentro non sia di loro? – domando, sentendo avvampare uno strano calore. È una sensazione nuova, ribollente.

- Perché l'ho sentito molte volte. È una specie di allucinogeno modificato, in grado di colpire e far addormentare in pochi minuti la maggior parte delle creature sovrannaturali. È da un pezzo che è in giro e, per l'appunto, mi è familiare. – mi risponde. Annuisco.

- Quindi l'hanno drogato? – chiede Ryan. Lo guardo.

- Si – risponde Robert. Ci furono dieci minuti di totale silenzio. C'era chi guardava il vuoto, forse pensava o forse no, chi invece guardava i cadaveri stesi ai nostri piedi. Ma poi il vecchio ruppe il silenzio.

- Va bene ragazzi, andate a cambiarvi e ripulite. Tra un po' si mangia. – dice e vedo alcuni annuire e mettersi già all'opera. – Voi tre con me – continua però, facendo strada a Paige, Henry e Ryan. Aggrotto le sopracciglia, confusa. Torno a guardare il pavimento macchiato di rosso, per poi abbassarmi per prendere lo strofinaccio che prima stava usando Paige per pulire. Lo guardo, me lo rigiro tra le mani, macchiandomi un po' le mani di rosso. I miei occhi si alternano dal corpo allo strofinaccio. Appoggio quest'ultimo a terra.

- Vado a prendere dei detersivi e uno straccio – dico, per poi correre verso il corridoio che ha preso Robert. Saranno sicuramente nel suo ufficio. Facendo un piccolo sforzo per ricordare quale fosse la porta, sento uno schiamazzo all'interno di una stanza. Mi avvicino, silenziosamente e lentamente. Appoggio il lato del viso sulla parete fredda, provando ad ascoltare quello che stanno dicendo. Non capisco molto: è come se fossero delle parole messe a caso. Queste pareti sono proprio spesse. E forse anche un po' insonorizzate. Chiudo gli occhi, concentrandomi. È da quasi due ore che sto facendo cose con l'udito, dovrebbe essermi un tantino più facile ora, a distanza di quanto? Venti minuti? Trenta? Il respiro si fa più pesante e inizio a stancarmi. Ma voglio sentire. Mi sforzo ancora di più, guidata dalla voglia di ascoltare. Bè, è un traguardo, almeno non ho usato la paura come mezzo. Sospiro, rilassata e fiera di me. Un sorrisino prende posto sulle mie labbra, non riuscendo a trattenersi. Ritorno a concentrarmi sulle parole che dicono, affinando sempre di più il mio udito.

- Quindi vuoi che andiamo noi domani? – domanda quello che mi sembra Ryan.

- Si. Vorrei mandare anche qualcun altro con voi. Ah, sì. Verrà anche Jeremy: sa entrare e uscire molto bene e silenziosamente. È abbastanza furtivo. – risponde Robert, con voce stanca. Lo capisco.

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