24.

44 5 0
                                    

Seduta sul divano dell'appartamento, con gli occhi fissi sul vuoto e le mani unite ripenso a quello che mi ha detto Thomas su Daisy. Faranno la stessa cosa con me anche loro? Paige, Henry e Ryan non mi sembrano tristi, a terra o dispiaciuti per Thomas per aver perso sua sorella. Corrugo la fronte. Non lo sanno, non sanno che Daisy è morta. Perché allora non fanno domande? Perché non la pensano? Guardo il fratello, ora intento a parlare di quello che abbiamo visto poco fa con i suoi tre amici. Non l'ha neanche nominata, non ha detto proprio niente. Voglio uscire da qui, sono scappata dal manicomio per essere fuori, non di nuovo dentro.

- Paige, non dobbiamo andare a farti tingere i capelli? - le domando, nel modo più gentile possibile. Lei viene attirata dalla mia attenzione e, raggiante, sorride. Si alza anche lei.

- Oh si, giusto. Vado a mettermi le scarpe e andiamo subito – mi risponde, seguita subito da un'altra voce.

- Lei non esce da qui – parla Thomas e io lo guardo sbigottita. - Non ora che sono in giro quei pezzi di merda -

- Ma è dall'altra parte, non sono così veloci, sai? - prende parola la ragazza. - E poi ci sono io -

- Ah allora possiamo stare tranquilli – sussurra Henry e sia io sia Paige vorremo prenderlo a schiaffi. Lui se ne accorge e mima un scusa. Thomas guarda me, deciso a farmi rimanere in questa scatola.

- Tu non esci, punto e basta. Ci andrà da sola – decide, facendomi bruciare dalla rabbia. Cammino verso il tavolo, dove lui è seduto e sbatto le mani su di esso.

- Tu non mi dici cosa devo fare o dove devo stare, Thomas. Io sono scappata da lì, per un semplice e bellissimo motivo: per essere libera. E tu non mi obbligherai a fare cose che mi priveranno della libertà, intesi? Se io voglio uscire, esco. - gli ringhio quasi in faccia, ma questo lo fa ancora incazzare, più del dovuto. Si alza e si posiziona a due centimetri dalla mia faccia.

- Va bene, vai, esci da qui. Vai con Paige, che si sa difendere, mentre tu...tu non sai fare un cazzo. Se ti prendono non pensare minimamente che ti verremmo ad aiutare, soprattutto io. Non faremo niente per te – mi avverte con il suo tono strafottente.

- Come se stessi facendo ora qualcosa per me – gli ringhio di rimando. Inizia a sghignazzare.

- Tenerti al sicuro non è qualcosa quindi? -

- Se la tua definizione di tenere al sicuro è imprigionare la persona dentro ad una scatola privandole di essere libera, hai sbagliato di grosso – gli rispondo. Ora è proprio infuriato. Mi da una spallata e se ne va.

- Vai a farti uccidere allora! - urla, prima di sbattere una porta e chiudersi dentro ad una stanza. Sospiro, due volte, prima di girarmi e fare un piccolo sorriso alla ragazza, già pronta.

- Non voleva...-

- No tranquilli, ha ragione. Sono più ricercata di voi da loro, ma io...ne ho bisogno – sussurro imbarazzata. Paige mi prende a braccetto e in un baleno scendiamo le scale, ritrovandoci poi all'esterno. Aveva ragione, infatti stiamo andando proprio dalla parte opposta.

Durante il cammino mi dice che non vede l'ora di vedere i suoi nuovi capelli, che spera gli staranno bene e cose varie. Io riesco solo ad annuire, è lei che parla. Se ne accorge ma non dice niente, fortunatamente.
È da un po' che non la sento più parlare, si limita a scrutarmi, non so perché. Forse vorrebbe dire qualcosa e crede che io mi offenda. Questo pensiero mi fa sorridere, perché nessuno si è mai preoccupato di me o ha seriamente preso in considerazione l'idea di offendermi.

- Mi vuoi dire qualcosa? - gli domando, gentilmente. Lei si gira di scatto verso di me, come una bambina che è stata scoperta a rubare una caramella. Fa un leggero sorriso e un respiro. Io la continuo a guardare, mentre lei cerca di formulare qualcosa.

| Darkness in the Light | (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora