Capitolo 1- Mai sottovalutare un barman

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Venni catapultata di colpo davanti ad un pub e ci misi parecchio per mettere a fuoco le scritte e in generale ciò che mi circondava

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Venni catapultata di colpo davanti ad un pub e ci misi parecchio per mettere a fuoco le scritte e in generale ciò che mi circondava.

Ero in una sottospecie di vicolo, piccolo, quindi forse più che un vicolo era un vicoletto, con una puzza di acqua sporca e di fumo che mi distruggeva totalmente le narici.

Dovevano esserci delle fogne nelle vicinanze, sicuro come la luce del sole... E forse anche qualcuno che si stava facendo una sigaretta.

L'aspetto del locale, all'esterno, non era nulla di speciale, ma nemmeno orrido, le pareti bianche, il tetto che pareva sepolto da del grano e un camino non funzionante.

Sull'insegna in legno, dondolante, vi era incisa la scritta "Bar delle creature" in un giallo oro laccato e ben definito che si notava all'istante.

Dentro al locale dovevano esserci già diverse persone, cosa che supponevo per il ridere allegro di qualche ubriacone e dal chiacchierare confusionario che si udiva.

Mi mossi leggermente verso destra, cercando di vedere se dietro di me vi era qualcosa o qualcuno che mi potesse fare, in un modo o nell'altro, la spiegazione del gioco e della motivazione per cui ero qui.

Di solito sarebbe spuntata una scritta da tutorial o comunque un accompagnatore... Ma non c'era nessuno.

"Sospetto" pensai tra me e me, tornando a girarmi verso la locanda.

Se l'avevo trovata per prima cosa... Beh, probabilmente un significato ce l'aveva.

Decisi perciò di fare un passo in sua direzione e, facendolo, una voce, la stessa che aveva richiesto il mio nome, mi fece saltare in aria per l'inaspetatezza generale.

Cavolo, ma erano proprio bravi a far prendere colpi, eh!

-Benvenuta Natalie! Grazie per aver acquistato il seguente gioco. Prima di scegliere la love Route che avrai, i personaggi ti verranno presentati ad uno ad uno, tu dovrai solo seguire il quaderno 'missioni' che si trova nella tua borsa, insieme alla mappa.- spalancai le palpebre al notare il presentarsi improvviso di una borsa a tracolla lungo il mio fianco, di un color viola che andava incontro ai vestiti che indossavo - Alla conclusione della presentazione generale, potrai scegliere chi più ti aggrada. Come abbiamo già consigliato, bisogna scegliere i personaggi studiando la loro descrizione con cura. Bisogna fare attenzione ad alcuni caratteri ed essere sicuri di poter farvi da partner prima di scegliere. Alcuni verranno sbloccati più avanti con degli aggiornamenti se pagherai due dollari come garanzia di utilizzo. Per informazioni, andare al market nel gioco, segnato con il punto esclamativo nella mappa. É tutto-

"Certo che la fanno lunga con questa cosa delle avvertenze... Nuovi personaggi? Oh! Già mi si prospettano dei fighi, se poi, quando avrò finito alcune route, ne arrivano di nuovi, potrei anche dare quaranta euro! Altro che due! Dai. Vediamo dunque queste missioni"

Tirai dunque fuori il quaderno dalla borsa, vedendone la copertina in pelle marrone, chiusa da un laccio rosso che rimossi con rapidità.

La prima pagina aveva già diverse scritte, ma solo una era comprensibile, come se le altre fossero state censurate.

La prima diceva platealmente : entra nella locanda e parla con il barista. Intrattienilo con una conversazione sul libro che sta leggendo

"Ma se non lo conosco, il libro? E poi perché il barista? Un barista che legge nel tempo libero invece che lavorare? Questa mi è nuova... é tipo un personaggio casuale che mi farà trovare qualcuno di importante?"

Nonostante i miei dubbi, feci esattamente come vi era scritto.

Entrai rapidamente, facendo cigolare pesantemente la porta di legno, avanzando in direzione del banco, superando uomini e donne sbronze, ignorando l'odore di sudore, ma non potendo fare a meno di notare cose che mi serrarono nettamente il fiato.

Un uomo aveva le mani da polipo, un altro dei canini appuntiti da vampiro, un altro ancora due orecchie a punta...

"Ecco perché bar delle creature " pensai, sorridendo leggermente e passandomi una mano tra i capelli.

Decisi di evitare eventuali perdite di tempo: volevo completare l'obbiettivo, anche perché ero piuttosto curiosa di vedere il barista.

Probabilmente sarebbe stato un uomo calvo, con la pancia e gli occhialini rotondi come quelli di quel famoso cantante, John Lennon, o almeno questa era una delle poche immagini che mi venivano in mente quando pensavo ad un barista, anche perché quello sotto casa mia era proprio così, evitando il dettaglio però della lettura.

Probabilmente era uno di sfondo che ti aumentava le spiegazioni... O che ti introduceva un cliente particolarmente interessante.

O almeno così pensai, ridacchiando leggermente, fino a che non mi trovai davanti ad un ragazzo che scuoteva una bibita con una mano e che nell'altra teneva un volume tra pollice e indice, quasi sorreggendolo con quello.

Aveva dei capelli scuri, tendenti al viola, mossi e abbastanza lunghi, occhi dello stesso colore, coperti sì da un paio di occhiali, ma da lettura, quadrati, che gli davano un aria seria e pacata, dettaglio già leggibile sul volto inflessibile e sensuale.

Aveva una pelle medio pallida ed un fisico slanciato, labbra carnose che avrebbero fatto invidia sia a uomini che a donne.

"Okay... Mi sa... Che non é un personaggio di sfondo" pensai, scioccata, studiando come la camicia bianca, coperta dalla parte superiore di uno smoking, gli fasciasse il fisico da favola.

Lo vidi lasciare in aria il libro, ma questo non crollò a terra, rimase lì, in aria.

Il ragazzo si girò, andando quasi ad incitare un bicchiere a dirigersi verso di lui con un gesto di dita, cosa che lo spostò, andando a sollevarsi anche esso.

Non riuscivo neanche più a capire come si facesse a respirare, semplicemente l'ossigeno era scappato via dai miei polmoni, quasi minacciato di essere preso a calci in culo.

Ero rimasta letteralmente incantata, talmente tanto che a momenti mi sarebbe caduta la mascella.

L'unica cosa che mi venne in mente fu una mentre lo osservavo, ammaliata, sentendo un brivido che mi percorreva la pelle, passando dalla punta dei piedi e raggiungendo la nuca, quasi saettando ed espandendosi lungo ogni parte del mio essere: mai... Mai sottovalutare un barman.

Scossi rapidamente la testa per risvegliarmi dai miei pensieri e mi avvicinai a lui, sentendo il cuore sbalzare in aria ad ogni passo, fino a trovarlo davanti a me.

Riuscii a leggere sulla manica della camicia una scritta in viola, una scritta che, semplicemente, si trattava di un nome.

"Nicholas"



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