Capitolo 4- Philip

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Carnagione pallida, lunghi ed in parte ricci capelli biondo platino, legati in una piccola coda di cavallo, occhi azzurri come il cielo più celeste, sereno e privo di nuvole che fosse mai esistito, con delle labbra simili a boccioli di rosa: ecco ...

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Carnagione pallida, lunghi ed in parte ricci capelli biondo platino, legati in una piccola coda di cavallo, occhi azzurri come il cielo più celeste, sereno e privo di nuvole che fosse mai esistito, con delle labbra simili a boccioli di rosa: ecco com'era il ragazzo che mi era davanti.

Una bellezza da mozzare il fiato nel suo completo azzurro, una giacca decorata da ghirigori che gli raggiungeva le caviglie, coperte da stivali di pelle nera, circondati da serie di cinghie.

Al di sotto della giacca portava una camicia bianca, seguita da un fazzoletto che pendeva dal suo collo, ben allacciato.

I pantaloni erano sempre di pelle, come gli stivali, tanto da farli apparire quasi incollati tra di loro... O una cosa unica.

Ciò che li differenziava era la totale mancanza di cinghie nei pantaloni, con soltanto una cintura marrone, decorata da una serie di catenelle argento tintinnanti.

Attaccata alla cintura poi vi era una spada, circondata dalle spine e dal gambo di una rosa rossa, la quale sorgeva affianco all'impugnatura oro laccato.

"Mi sa tanto che scegliere una route sarà la cosa più complicata mai esistita" mi dissi, ridacchiando tra me e me... "Perché c'è la sua route, vero? Vi prego, ditemi di sì. É troppo bello per non esserci, seriamente. Magari non più di Nicholas, per me e la mia fissa per i capelli viola, ma... Aiuto. É un pirata, contando che adoro Jack Sparrow e Capitan Uncino di Once Upon a Time, non potevo chiedere di meglio"

Mi sbrigai rapidamente ad afferrare il portafoglio lasciato sul bancone, tirando fuori la prima banconota da cento e aspettando il resto di quaranta che arrivò in poco, cercando di non mostrare troppo interesse a quello che accadeva dietro di me, sapendo, come per istinto, che il pirata si sarebbe messo al mio fianco.

E così infatti fece, appoggiandosi al bancone di vetro con il gomito, inclinato appena nella schiena, mostrando i bellissimi fianchi sodi che mi sforzai di ignorare, squadrando probabilmente prima il cassiere, passando poi a me.

Lo sentivo: il suo sguardo era inquisitore e assurdamente pungente nel suo quasi spogliare chi era intento a studiare.

Cercai di non mostrare interesse alcuno nei suoi confronti, fingendo di volermene andare, prendendo quindi ad attraversare la stanza in direzione della porta.

Non sapevo perché, ma qualcosa mi diceva che, visto che tutte le donne sembravano gettarsi ai suoi piedi, dovevo fingere poca attenzione... Però, porca puttana, era di un difficile da far paura, soprattutto se mi sentivo così punzecchiata.

-Hey- fece, chiamandomi da dietro a mezza voce.

"Aspetta ancora un po'. Aspetta ancora un po' " mi dissi, continuando ad avanzare.

-Hey, rossa, sto parlando con te- asserí con tono leggermente più alto... E innervosito.

"Okay. Ora credo vada bene" mi fermai, girandomi di colpo.

Alzai lo sguardo in sua direzione -Parli con me?-

-Con chi credi possa parlare, non c'è nessun altra donna con i capelli rossi qui in mezzo- ridacchiò, facendo uno sbuffo - Avrei dovuto dire 'ehi, Yeekal' per farti capire al volo che volevo la tua attenzione?-

"Ancora questa cosa dello Yeekal?" Mi dissi, perplessa.

-Mmh.  Forse sì o forse no- alzai le spalle, facendo per tornare a girarmi ed avanzando ancora.

"3...2...1..."

-Ohi, aspetta. Non andartene-

"Bingo!"

-Potresti dirmi il tuo nome?- chiese, avvicinandosi palesemente, mentre tutti i pirati avevano espressioni perplesse... Parecchio perplesse.

-A quale scopo?- cercai di dirlo senza sorridere, ma era ben difficile fingersi serie quando si sapeva benissimo di stuzzicare una persona molto probabilmente amante delle sfide.

Okay, mi stavo comportando da scema... o stronza... sì, forse stronza era il termine più appropriato, ma... A mio discapito, era troppo divertente.

E poi la vena sadica la avevo sempre avuta, si manifestava soprattutto nei libri: non era esattamente colpa mia, dai.

-Mh... Magari potrei invitarti ad un appuntamento- fece, prendendomi la mano e lasciando un delicato bacio sulle dita, con un piccolo inchino, facendomi sentire un brivido che mi correva, birichino, lungo la schiena.

"Quanti anni di vita ho perso con questo baciamano?"  Sarei seriamente scoppiata a ridere dal nervoso.

Sentivo le guance in fiamme... Forse fu per questo che girai completamente la faccia in direzione del muro, asserendo un semplice -E se non volessi?- con il tono più serio possibile, nascondendo l'imbarazzo.

Dovevo sembrare inflessibile... Per quanto risultasse complicato.

-E quindi non vorresti?-

"Merda. Dí no con tono convincente, dí no con tono convincente!"

-No-

"Cazzo, ma che è? Un mugolio? Un fottuto sussurro gattaro, peggio di Macchia di mia zia! E dovevo sembrare convinta. Se, se"

-Ah, no?- Philip sorrise sghembo, guardandomi con ancora il viso poco distante dalla mia mano, col suo respiro che si scontrava sulla mia pelle.

"Se Dio esiste, sono sicura che ha creato lui questo gioco. Sembra davvero che stia accadendo, porca puttana!"

Ed in effetti, il suo respiro caldo continuava a scorrere sulla mia mano, mentre dei "Merda" continui suonavano nella mia testa.

Tutto il mio sangue stava affluendo lungo la mia faccia, mentre le mie gambe tremavano palesemente in un disperato tentativo di reggere.

-No- ripetei in un tono di voce più convinto e alto, subito dopo aver mandato giù un groppo alla gola che si era incastrato a dir poco.

Se prima mi era sembrato di starlo rigirando come una marionetta, ora era sicuramente lui a farlo.

-Scusami, ma devo andare.- mostrai con la seconda mano il barattolo con dentro la casa -Devo posizionare il mio appartamento- asserii, togliendo la mano dalla sua presa.

-Posizionare?- lui prima mi guardò, poi scoppiò in una risata fragorosa -Quella é la chiave, sciocchina. O più che altro è il radar che ti porterà all'appartamento e che ti aprirà automaticamente la porta, registrandoti.-

"Okay. Ora é tutto più chiaro... Ma perché cazzo una chiave-radar é a forma di casa? E perché non la smette di ridere questo qui?"

-Mpf. Io vado. Ciao-

Lui smise di ridere di colpo -No, dai, ohi. Mi devi dire ancora il tuo nome-

-É un segreto- asserii, ghignando leggermente per la vendetta presa, uscendo così dal negozio, sentendo la campanella tintinnare di nuovo.

Dopo essermi nascosta, una volta dopo essere uscita e aver girato l'angolo, aprii il quaderno.

Dopo il fatidico ' Acquista un appartamento di salvataggio'  , un altra scritta, che però era già stata svolta, a quanto pareva.

' Attira l'attenzione del capo dei pirati'

- La ho fatta senza nemmeno saperlo - dissi in un mugugnare, cercando di evitare a tutti i costi di ricordare il baciamano.

-Bene. La prossima missione...-

Ventiquattr'oreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora