Capitolo 71- Calma apparente

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Raggiungere i vicoli non era stato così difficile come magari mi ero immaginato all'inizio: era stato invece piuttosto facile e la cosa mi puzza parecchio

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Raggiungere i vicoli non era stato così difficile come magari mi ero immaginato all'inizio: era stato invece piuttosto facile e la cosa mi puzza parecchio.

Certo, soprattutto all'inizio era risultato diversamente come cosa, anche perché la gamba doleva in maniera davvero tremenda, alquanto complicata da ignorare, ma poi era diventato quasi abituale, nulla di così grave, ne avevo subite di peggio e mi trovo così ora: nessuna corsa disperata, nessuno a cercare di uccidermi, nessun nuovo sgozzamento.

Nulla.

È come quel clima di calma totale in cui vogliono convincerti che proprio nulla  accadrà, che sei solo tu a farti fantasie alquanto stupide ed inutili, che davvero non c'è nulla da temere e che poi... beh... la cosa sarebbe finita con il crollare totalmente, con mille problemi che si aggiungono a pesare sulle tue spalle fino a farti sprofondare nella disperazione dell'idea che se avessi continuato a sospettare e a guardarti attorno magari sarebbe finita diversamente, che magari ne saresti davvero uscito.

L'idea mi spaventa parecchio, se devo ammetterlo: preferisco mille volte di più continuare a guardarmi attorno come una bestia in gabbia piuttosto che arrivare ad un punto del genere.

"Nulla mi deve distrarre. Assolutamente nulla" penso, tenendo d'occhio anche Natalie, la quale sembra tesa più o meno quanto me, solo che al contrario mio non prende questa tensione con paura, ma con determinazione, o almeno così appare al mio sguardo.

Vorrei sentirmi come lei, in questo momento, ma forse l'aver sperato di uscire così a lungo semplicemente mi fa aver più terrore addosso rispetto a lei che può uscirne con tranquillità dopo la fine di questo terzo giorno... A meno che il futuro non riservi altre brutte sorprese.

Il volere troppo qualcosa aumenta la tua paura di perderla.

Il desiderio ti spinge a cercare qualsiasi appoggio per sentirti un po' sicuro che tutto andrà per il meglio, ma allo stesso tempo il tuo cervello ti picchia contro, riempiendo le tue speranze di insicurezze, di domande, di confusione e di sfiducia che semplicemente si accavallano tra di loro fino a sovrastarti totalmente dalla testa ai piedi.

E mi sarebbero tremate le gambe all'idea di quante pieghe negative avrebbe potuto prendere la situazione se soltanto non mi fossi ritrovato a leggere la determinazione che aleggia in quello sguardo rossiccio, quei due occhi che mi fanno riscuotere parecchio, come risvegliandomi e cacciando via tutto le immagini del futuro, lasciando solo quelle del presente.

"Ciò che mi aspetta, arriverà. Se sono destinato a non uscirne, allora vuol dire che la mia vita semplicemente finirà qui. Se invece andrà bene, mi gusterò i miei prossimi giorni da vivo."

Con le stradine vuote che ci circondano, il gioco sembrava essersi improvvisamente spento.

C'è un silenzio incredibile, quasi totale, di quelli tremendi.

Provo a vedere se da qualche parte possa visualizzarsi il cenno di uno sparafiamme sonoro, ma non ve n'è neanche l'ombra.

Ogni punto in cui il mio sguardo cade è calmo.

Stramaledettamente calmo, forse davvero troppo, tanto che a momenti forse preferisco quando almeno qualcuno spunta cercando di attaccarmi.

Almeno quello non è così innaturale, soprattutto perché sono riuscito ad oltrepassare quella strada grande centrale, prima di raggiungere i vicoli e non c'é più nessuno nemmeno lì.

Sembra quasi che la città sia stata spolpata in ogni suo punto, svuotata, gli abitanti nascosti dalla vista di chiunque, come se tutti sapessero che arriverà il peggio del peggio.

Mi gratto la base del collo, continuando nel mio semplice osservare, lasciando vagare lo sguardo da grigio terreno a grige mura, cercando quel qualcosa di più che desidero trovare al più presto per mettergli fine.

Sono sicuro che ci sarà, un qualcosa: é una certezza che mi parte dalla bocca dello stomaco.

Non so davvero cosa possa essere, cosa il gioco si sia inventato, ma se deve arrivare, che arrivi subito: la sto aspettando.

Prima nulla.

Poi ancora nulla.

Trattengo quasi il fiato a momenti, il mio cervello sta catturando praticamente ogni singolo secondo che scorre, lento da paura, quasi insopportabile nel suo parer rallentare a vasta scala.

E poi una leggera scossa, simile ad un terremoto, ma molto, molto lieve.

Ne avevo percepito già una dentro alla casa di Klaus, ma mi era sembrata una sensazione passeggera, anche perché dopo di essa lí non era successo nulla.

Eppure ora ve n'è un altra e dura molto, molto più a lungo.

Non può essere una coincidenza, ne dubito, non c'è bisogno di un genio per capirlo.

-Lo hai sentito anche tu o é stata solo una mia sensazione?- chiede in un sussurro Nat, voltandosi in mia direzione con espressione alquanto turbata una volta che questa si ferma, lasciandoci entrambi fermi sulla soglia di un nuovo vicolo.

Di risposta annuisco, facendo guizzare gli occhi a destra e manca, pienamente in allerta, respirando sempre così poco che mi sorprendo di essere ancora qui in piedi e non già morto per soffocamento.

E ritorna il nulla, quella stupida calma apparente che mi da quasi il voltastomaco per quanto sia fuori luogo e falsa allo stesso tempo.

Non capisco cosa abbia questo videogioco e tantomeno quali siano le sue intenzioni, ma mi sto stufando di giocare a nascondino o a qualsiasi cosa che stia escogitando in questo preciso istante l'insieme di rotelle che compone il cervello master del progetto Ventiquattr'ore.

Io e Natalie riprendiamo dunque a camminare silenziosi, procedendo fino a che qualcosa effettivamente sembra star arrivando in nostra direzione.

Un rumore di passi affrettati, molto affrettati, o forse è qualcuno che corre, non ne ho idea.

Istintivamente tiro fuori il coltello, mentre vedo Natalie maneggiare la pistola che Klaus le ha dato prima di entrare nell'Emporio Grimm.

La corsa si fa sempre più veloce e più rapida, accompagnata da un respirare rapido, così tanto che non posso non chiedermi che fretta abbia quel qualcuno sconosciuto che sta avanzando in nostra direzione.

E finalmente la figura raggiunge la mia visuale, tanto che rimango sotto shock ad assistere.

"Ma... Lui che ci fa qui?"

-Nicholas?!- fece Nat, con una sorpresa nel tono che decisamente non avrei mai cercato di cancellare con un qualsiasi commento sarcastico, anche perché pure io non ero da meno.

Solo poco dopo notai la ragazza gatto che lo inseguiva.

Solo poco dopo notai la ragazza gatto che lo inseguiva

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