Capitolo 93- Sangue scuro

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All'inizio non accade nulla

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All'inizio non accade nulla.

Mi ritrovo a fissare dove l'albino è stato avvolto dagli esseri, non riuscendo a vedere nulla, nemmeno loro stessi, siccome sono spariti con lui.

Non riesco ancora a sommare la serie di eventi che si sono susseguiti tutti di colpo, se devo essere sincero: é successo tutto troppo rapidamente.

Mi giro verso Nicholas, il quale ha un espressione confusa più o meno come è e rimane la mia in questo preciso momento, poi torno a fissare dritto davanti a me, stringendo l'arma che ho tra le mani come se questa fosse la mia fonte di salvezza e allo stesso tempo anche quella che mi distacca dalla sensazione di nausea che si sta facendo strada in me, avvolgendomi la bocca dello stomaco.

Il silenzio è pesante da far schifo, come il non sapere esattamente cosa accadrà.

Ma proprio in quel silenzio così assillante, ciò che sto aspettando appare ancora più chiaro e facile da udire, partendo come un guizzo di energia elettrica che si muove nell'aria, provocando un suono che fa aumentare la sensazione di allarme che vibra all'interno del mio intero corpo, percorrendomi dalla testa ai piedi ripetutamente.

E quel guizzare ne fa seguire un altro. Ed un altro. Ed un altro ancora.

Se ne susseguono così tanti che stringo i denti, notando all'istante il preciso punto in cui essi in generale vanno a catalizzarsi, punto che si allarga man mano, creando la figura di Klaus, inizialmente priva di volto o di qualsiasi altra cosa che lo rendesse distinguibile, sembrando solo una sorta di ombra e nulla di più.

So che è lui solo perché non potrebbe essere nessun'altro, visto che è stato lui ad essere stato'divorato' dagli esseri alga, ma se non ne fossi stato a conoscenza, sicuramente non lo avrei compreso.

Rimango col fiato sospeso, vedendo il suo volto aggiungersi alla sagoma scura, accompagnata da tutte le parti precise del suo essere, semplicemente un pochino diverse da come avrebbero dovuto essere, partendo soprattutto dal volto.

Gli occhi, prima viola pallido, hanno fatto posto ad un colore più scuro e non sono più due, ma sette: tre per ogni lato del volto ed uno al centro della fronte.

La bocca, allargatasi, mostra la stessa identica spaventosa dentatura di Logan, da cui si vede spuntare una lingua verdastra.

I capelli, prima così bianchi da sembrare neve, sono di un color inchiostro, con le punte grigio scuro.

Ma al posto della coda che mi sarei immaginato di trovare, siccome anche l'incubus rosso la possiede, il "Klaus-non-Klaus" ha delle ali composte da alghe che in certi punti sembrano più pericolose di qualsiasi lama di spada, katana o sciabola che sia.

Klaus prima sembra alquanto distratto a guardarsi attorno con quel suo volto impassibile e distaccato, stiracchiando un braccio verso l'alto, facendo scrocchiare il collo prima da un lato e poi dall'altro, dopodiché, non dandomi neppure il tempo di rendermene conto, sparisce.

E nel momento in cui sparisce, sento uno sfregiolio e una forte pressione alle mie spalle che mi fa girare di netto, sussultando al vedere il nuovo incubus lì, con le sue ali che cozzano contro quella che sembra una barriera.

Lo scudo trasparente che è comparso all'improvviso mi circonda ovunque... E parte sia dalla sciabola sia dal crocifisso che ho al collo.

La barriera fa spostare di netto il demone, il quale soffia, mostrando tutta la dentatura in maniera alquanto spaventosa.

Sono tre file di denti che farebbero invidia ad uno squalo.

La parte di ali con cui ha cercato di colpirmi alle spalle sta venendo erosa e sparisce come cenere nel vento.

Lui mi guarda ed io faccio lo stesso, sospirando lievemente, sapendo con una perfetta consapevolezza come questo deve finire.

Klaus-non-Klaus cerca di attaccare di nuovo, sempre svanendo e ricomparendo da un altra parte, non troppo distante da me, mentre cerca di infilzarmi.

Ci prova perfino con Nicholas, ma anche lui ha il crocifisso... E difende il biondo con le unghie e coi denti, quindi i tentativi di aggredire Philip non vanno a buon fine.

Non abbiamo neanche bisogno di difenderci... In teoria ne avremmo solo se non avessimo avuto i crocifissi.

Ma... non le abbiamo e questo rende la cosa anche peggiore, per certi versi.

La rende troppo semplice, non posso neanche pensare 'lo sto facendo per evitare seriamente di morire' perché non è così, non lo è affatto.

E questa facilità mi gela sul posto, mi ghiaccia il sangue.

É davvero troppo semplice, mentre lui compare e scompare, alzare la sciabola illuminata e fare un giro su me stesso, in cui l'arma ruota a sua volta insieme a me, andando a centrare il punto preciso in cui lui ricompare, attraversandogli la vita da una parte all'altra, non lasciandogli neppure il tempo di fare un suono che  il sangue cola dalle sue labbra, nero, trascinando via l'aspetto avuto in precedenza, restituendogli quello candido originale.

Il sangue scuro evapora ogni qualvolta che tocca il terreno ed il sorriso tranquillo che dipinge il volto di Klaus mi lascia l'amaro in bocca, a mollare l'arma, la quale crolla a terra come un tonfo, esattamente come il cadavere dello stregone.

E lo guardo, seguendolo attentamente con gli occhi, scrutando la luminosità che emette pochi istanti prima che il suo intero corpo si infiammi come una torcia umana che fanno delle sue carni il nulla più totale...o quasi.

Quasi il niente più completo, non del tutto.

Rimane una piccola pallina di luce, così fiebile e bianca che a primo impatto non la noto neppure.

Mi piego, provando a prenderla in mano e riuscendovi senza troppi problemi.

Non ha un peso, non ha una sostanza, né sembra possedere un energia o qualsiasi altra cosa.

C'è, ma allo stesso tempo non è qui per davvero.

Si illumina con quell'intermittenza che mi fa pensare ad una lampadina scarica, agli ultimi.

E semplicemente brilla per qualche attimo, appoggiata ai miei palmi, prima di spegnersi in maniera definitiva, lasciandomi lì, con la sensazione di malessere che mi si aggrappa alle carni.

E semplicemente brilla per qualche attimo, appoggiata ai miei palmi, prima di spegnersi in maniera definitiva, lasciandomi lì, con la sensazione di malessere che mi si aggrappa alle carni

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