Capitolo 57- Mantieni la calma

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L'odore del caffè mi scivolava addosso, piacevole ed abituale, accompagnandomi nelle pagine del nuovo volume che stavo leggendo

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L'odore del caffè mi scivolava addosso, piacevole ed abituale, accompagnandomi nelle pagine del nuovo volume che stavo leggendo.

"Un altra riga" pensai all'istante, schioccando le dita per sollevare la tazza e mandarla al tavolo quattro, proprio come da richiesto, divorandomi totalmente le parole di inchiostro che navigavano su quelle sottili pagine.

E come al solito, quell' ultima riga non poteva altro che diventare una penultima, prima dell'ultima ancora che a sua volta avrebbe subito la stessa sorte.

Era qualcosa a cui proprio non potevo resistere, diventava quasi inutile imporsi dei limiti, perfino con il mal di testa non ero capace di smettere di immergermi in quelle descrizioni che, quasi come le ciliegie, mi tiravano in una catena golosa.

Schioccai di nuovo le dita, mettendo un piatto usato dentro all'acqua, procedendo nel leggere e nel contemporaneo stare attento ai clienti che concludevano il proprio caffé o in generale qualsiasi cosa avessero ordinato.

Un tintinnare.

"Nuovo cliente in arrivo." Pensai, alzando leggermente lo sguardo in direzione della porta, abbastanza per visualizzare chi potesse essere entrato e a che tavolo si sarebbe seduto.

Appena vidi il suo aspetto, non seppi esattamente il perché, mi scappò un sussulto involontario, tanto che ciò che sollevavo mentalmente sobbalzò all'unisono con me.

Non fui più capace di respirare decentemente per parecchi secondi, questo mentre cercavo di capire, di studiare la persona davanti ai miei occhi che semplicemente aveva acceso una sensazione di confusione più totale nella mia testa.

Capelli biondi, lunghi, legati in una coda, gli occhi azzurri... Il volto...

"No. No. Philip é morto. Non..." Strinsi i pugni, levando lo sguardo a forza, rimproverandomi mentalmente prima di tornare a dare concentrazione al libro.

O almeno... A provarci , anche perché qualcosa punzecchiava la mia mente, spingendomi a lanciare una seconda occhiata.

Una seconda occhiata in cui vidi il vestiario che indossava, abbastanza da farmi storcere il naso: pirata.

Era un pirata.

Odiavo i pirati, tutti, dal primo all'ultimo.

Avevano fatto saltare in aria quella nave, la avevano affondata, avevano ucciso Philip.

"Che strano scherzo del destino" pensai, ironico ed irritato "Un ragazzo che mi ricorda Philip che é esattamente il tipo di persona che lo ha eliminato."

Strinsi i pugni, cercando di contenere la rabbia che saliva, la piena stizza che mi portava ad accelerare il ritmo del mio respiro a più non posso.

Fremevo. Fremevo come mai prima avevo fatto. Non riuscivo a trattenermi.

Il mio petto era un continuo accumularsi di seccatura, di rabbia.

In un certo senso sentivo che se non mi fossi calmato, lo avrei potuto anche buttare fuori alla più piccola motivazione.

"Stai calmo, lo devi ignorare. Torna sul libro. Nicholas, torna sul libro"

Dire che ci provai e che fallii miseramente non era altro che la verità: il mio cervello non riusciva più ad attaccarsi alle parole.

Decisi perciò di gettarmi sul semplice lavare a mano ciò che generalmente pulivo con i miei poteri da Anti Gravity.

Presi a strofinare tazze, piatti, a cercare disperatamente di concentrare la mia testa, stravolta dal pirata dall'aspetto decisamente troppo simile a quello del mio amico di infanzia, ma soprattutto cercai di inoltrarmi nelle conversazioni altrui.

Tutti discorsi alquanto inutili, nulla che mi interessasse davvero.

Un altro tintinnare di campanello mi prese alla sprovvista, portandomi a vedere un uomo dai capelli bianchi con una benda sull'occhio e una donna che andavano a sedersi... Affianco al biondo.

"No, basta . Non é possibile" pensai, prendendo i miei occhiali tra le mani e trovandolo inesorabilmente sporchi, cominciando dunque a strofinare la salvietta prelevata dalla nuova scatola appena comprata, cercando di pulirli fino a che quella stupida macchia che mi appannava il vetro non sarebbe completamente sparita.

Lo feci per più tempo possibile, cercando di ignorare palesemente le mie mani che avevano cominciato a tremare vistosamente per l'insieme di emozioni che mi premevano nello stomaco, quasi pestandolo.

Mi resi conto di star trattenendo il fiato solo nel momento in cui i miei polmoni sembravano sputare fuoco, mentre la mia faccia era così accaldata che non mi sarei affatto sorpreso nel vederla immersa di tantissime sfumature di rosso e qualcuna anche di violaceo.

"Mantieni la calma" mi dissi tra me e me "Respira e mantieni la calma."

Più facile a dirsi che farsi, anche perché mi trovavo a strofinare con vistosa ed ossessiva attenzione la superficie degli occhiali, innervosendomi ogni qualvolta smettevo e continuavo a notare quelle macchie che proprio non volevano sparire.

Per quanto sfregassi, sembrava proprio che non se ne sarebbero andate.

-Cosa vuoi ordinare?- udii dire dall'uomo con la benda nei confronti del biondo, il quale era rimasto zitto da quando era entrato e semplicemente continuava a tacere.

Nessuna risposta infatti giunse da lui.

-Capitano- lo richiamò l'uomo.

-Eh? Ah. Del vino rosso-

-Niente da mangiare? Lo sa che Hunk oggi é in pausa, vero?-

-Me ne rendo conto- tagliò corto il biondo, riscuotendo leggermente il capo -Semplicemente mi si é chiuso lo stomaco.-

-Sta bene?- chiese la donna, accigliata.

Lui annuí -Non so perché, ma ho uno strano presentimento... Come se questo posto significasse qualcosa per me. Solo che non riesco a capire cosa. Anche quando abbiamo deciso di venire qui... Era la stessa cosa-

-Magari ha solo bisogno di calmare i nervi con una sbronza, capitano- ridacchiò la donna, andando a battere frequentemente la mano sulla spalla del biondo.

-Dannazione, Taylor, é a malapena pomeriggio, sai che non riesco a ubriacarmi quasi con niente se non con il Bourbon.  Vuoi che mi riduca ad uno zombie umano a quest'ora?-

-Mmh- Taylor ridacchiò comunque -Per me ci starebbe comunque-

-Infatti sei una disgraziata- disse il biondo, trattenendo un sorriso.

-Capitano- chiamò improvvisamente l'uomo dai capelli bianchi, interrompendo il discorso tra la donna e il comandante, attirando l'attenzione di tutti e due i membri della ciurma -Qualcuno ci sta osservando-

-Mh?-

L'albino fece un rapido movimento di capo, portando il biondo a voltare la testa in mia direzione.

Solo quando si girò mi resi conto di essere rimasto ad osservare il gruppo di pirati per tutto il tempo, senza aprire bocca e senza lavorare, semplicemente osservandoli e ascoltando, ignorando tutte le altre persone.

E proprio in quell'istante lo sguardo del capitano guizzò nel mio, spalancando le palpebre dalla sorpresa quasi all'istante.

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