Capitolo 30- Red Moon

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-Mpf- sbuffai rumorosamente, guardando il biondo che, davanti a me, con lo stesso sorriso, dopo essersi dondolato brevemente, facendo uso della forza delle braccia come uno scimmione, saltava giù con lo stesso mezzo sorriso sfacciato che gli avevo...

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-Mpf- sbuffai rumorosamente, guardando il biondo che, davanti a me, con lo stesso sorriso, dopo essersi dondolato brevemente, facendo uso della forza delle braccia come uno scimmione, saltava giù con lo stesso mezzo sorriso sfacciato che gli avevo già visto stampato in faccia qualche giorno prima.

-Quindi siete qui per vedere il mare?- si sistemò la giacca con un veloce gesto di mano, quasi per pulirla da una qualche polvere invisibile, scrutandomi con uno sguardo seducente e particolarmente sensuale che mi portò ad inghiottire a vuoto.

Mi costrinsi a stringermi nelle spalle, senza dare risposte comprensibili al pirata.

-Non mi avete ancora detto il vostro nome-

-Vi ho già detto che è un segreto-

Lui fece uno sbuffo divertito.

-Perché il vostro nome dovrebbe essere tale se voi conoscete quello del sottoscritto?-

Avrei potuto rispondere in tanti modi, ma semplicemente sospirai.

Non sapevo esattamente come mai, ma era come se mi fosse passata la voglia di giocare, oggi, ma sapevo che se avessi interrotto, il tempo sarebbe passato comunque qui e... Questo voleva automaticamente dire che non sarebbe esattamente finita bene.

-Siete molto silenziosa, my lady -

Il suo tono non era di scherno, non più almeno, ma risultava più che altro incuriosito, come se si chiedesse e non potesse non chiedersi cosa rotasse nella mia testa.

Lo vidi fare un cenno con la testa in direzione degli altri pirati, i quali subito presero ad allontanarsi, chi per entrare in una delle navi, chi per andare in direzione della città.

-Solo perché trovo che venire qui sia stata una cattiva idea, forse avrei dovuto evitare fin dall'inizio- dissi con tono lievemente pungente, facendo per girarmi, venendo però subito bloccata dal suo braccio.

-Non è detto che sia tempo sprecato- fece Philip, con un espressione sì sorridente, ma meno da prendere a schiaffi, quasi accomodante che mi portò ad abbassare lo sguardo, tra l'imbarazzata e una sensazione di ansia che non comprendevo -Se me lo permetterai, ti dimostrerò che tra i pirati non ci si annoia mai- fece una sorta di inchino -Posso invitarvi a salire sulla mia Red Moon, my lady?-

Rimasi in silenzio per qualche istante, come squadrandolo con la coda dell'occhio, per poi, seppur con un certo distacco,  annuire.

Lui mi invitò ad appoggiare il palmo della mano sulla sua, tenendola sollevata come se stessimo iniziando a danzare e io lo feci, prendendo dunque a salire lungo il ponte che lui aveva superato scivolandone giù con estrema maestria.

Fummo a bordo della nave in pochissimi istanti, superando quella sottospecie di passerella troppo larga per risultare veramente tale.

Appena fui sulla nave, non potei non lasciare vagare lo sguardo ovunque potesse arrivare, forse per via della mia adorazione per le navi pirata.

Ero totalmente innamorata della Jolly Roger, ma anche questa non era affatto male

La Red Moon era divisa in tre parti, quella anteriore del ponte fu la prima che notai, forse per via  dell'essere lì presenti due catapulte, seppur di piccole dimensioni.

Mi piacevano parecchio, se dovevo dirlo: erano di un nero laccato, con parti in legno tendente al color del bambù.

Poco lontano da esse, poi, vi era l' Albero di Trinchetto, dotato di postazione di Vedetta. 

La seconda parte della nave che notai fu la sezione centrale, la quale era la parte più bassa del Ponte.

La sezione centrale era collegata con due castelli tramite quattro rampe di scale, due per ciascun castello, collocate ai lati di ognuno di essi.

Dal ponte centrale si poteva accedere direttamente all' Ufficio del Capitano, una porta che si notava subito per il colore rosso ben decorato da ghirigori oro

Al centro della seconda fazione vi era una botola aperta con una scaletta che scendeva al di sotto nella zona sotto coperta.

L'ultima parte era il cosiddetto Castello di Poppa, la parte posteriore del Ponte.

Rialzato rispetto alla parte centrale, qui vi si trovava il Timone e alle sue spalle, sui lati, due baliste di piccole dimensioni, in grado di scagliare dardi delle dimensioni di una lancia.

Dietro il timone, in direzione della Poppa, si ergevano l' Albero di Maestra, l' albero più grande dei tre e dotato di postazione di vedetta, e l' Albero di Mezza, situato all' estremità posteriore della Nave e dotato di vela Triangolare.

Tutte queste parti erano di colori accomodanti, i quali sciamavano da un nero acceso ad un marrone leggermente più simile ad un oro che al marrone in sé.

Vi erano poi anche degli accenni, proprio come nella porta dell'ufficio di Philip, che erano rossi e che davano un effetto estremamente regale nell'estetica della struttura.

Le vele erano più tendenti al panna che al bianco puro, ma non stonava affatto come cosa, anzi, probabilmente il bianco avrebbe preso a cazzotti con le altre tonalità su questa nave.

Lasciai che Philip mi portasse in direzione dell'ufficio, rivelando un enorme openspace con vetrate enormi che riempivano di luci naturali e che ti gettavano la visuale sul mare.

Mi ritrovai, abbastanza sorpresa, nel vedere che la cattedra, al centro della stanza, era circondata da ciò che meno mi sarei aspettata.

Sì, c'era un letto anche, decorato da coperte di lino, per tonalità non dissimili alle vele, ma era un dettaglio minuscolo rispetto a tutto il resto.

Strumenti musicali.

Strumenti musicali erano posti ovunque in quella stanza, accompagnati da spartiti ordinatamente posati sui leggii appositi.

Vi erano diversi pianoforti, arpe, violini, clavicembali, flauti di ogni dimensione...

Oltretutto, poi, sulle pareti vi erano dei triangoli che tintinnavano, appesi a dei sottospecie di uncini a due punte attaccati alla parete.

Mi avvicinai al piano messo completamente al centro di quello spazio così esteso.

-Li sai suonare?- chiesi a Philip, abbastanza perplessa.

Sentivo che c'era qualcosa, qualcosa che era ovvio ed era esattamente sotto al mio naso, ma ero o troppo stupida per collegare o il mio cervello era completamente partito e non riusciva a stare calmo, dandomi simili strane sensazioni.

Lui annuì -Ora sposteremo questo qui- batté delicatamente la mano sulla superficie del piano a cui mi ero avvicinata -E se riuscirò a farti divertire, mi dirai il tuo nome, accetti?-

Ventiquattr'oreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora