Capitolo 37- Torna indietro

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La scritta era scomparsa dopo qualche istante, portandomi per l'ennesima volta a quel menù  principale che iniziavo proprio a detestare, con quella voce robotica che avrei mandato a quel paese così tante volte che probabilmente ci avrei potuto anc...

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La scritta era scomparsa dopo qualche istante, portandomi per l'ennesima volta a quel menù  principale che iniziavo proprio a detestare, con quella voce robotica che avrei mandato a quel paese così tante volte che probabilmente ci avrei potuto anche prendere gusto, se soltanto non avesse dato neppure un minimo di reazione, chiedendomi di raggiungere la prossima route.

L'unica cosa che potevo giudicare rassicurante stava nel fatto che almeno non avevo visto un altra persona morirmi davanti, ma... Insomma, che diavolo stava a significare tutto questo?

Anche la sedia di Philip era sparita nel nulla.

Ne rimanevano due: lo yandere e il corvino scorbutico.

Seguendo l'ordine, il mio prossimo sarebbe stato Lysander, perciò, seppur un po' irritata e ancora parecchio confusa, decisi che la mattina seguente avrei iniziato con lui... O questo lo pensai fino a che non mi venne in mente la situazione che era passata con Klaus che un attimo prima era stato disponibile e un attimo dopo era sparito nel nulla.

Non volevo assolutamente che riaccadesse, preferivo provare almeno a conoscere i personaggi, per quanto questo poi si rivelasse masochismo in seguito quando li vedevo sparire come nuvole di fumo.

Mi avvicinai alla sedia di Lysander, sospirando e premendo sullo schermo, andando a rileggere la presentazione e a prepararmi psicologicamente alla cosa.

Ero in ansia, non sapevo neppure perché, ma ero in ansia: guardavo quel ragazzo pallido, corvino, con le occhiaie... E il mio braccio tremava.

Il mio braccio tremava tutto, sembrava volermi impedire di andare a cliccare lo "scegli Lysander" che vi era proprio sotto ai miei occhi.

Mi sentivo come se avessi preso una scossa e che non potessi, non dovessi premere quel tasto.

"Che io debba quindi andare dall'altro? Che debba scegliere lo yandere? Perché?"

All'inizio mi sentivo un po' confusa ed incerta, dopotutto cosa cambiava dallo scegliere questo o quell'altro...

Poi però mi irritai parecchio: mi ero data un ordine, lo avevo seguito fino ad ora, non lo avrei cambiato.

Però allo stesso tempo mi davo della scema per il mio farmi simili pare, non in maniera tale, in ogni caso, da permettere a me stessa di cambiare opinione sulla mia fissazione.

Ero testarda, decisamente e più avrei trovato problemi, più ci avrei riprovato.

Nonostante le mie braccia tremassero, cercai di irrigidirle e allo stesso tempo di svegliarmi da quella sensazione strana che aveva preso a pervadermi dalla testa ai piedi.

Dopo un tempo che mi parve davvero infinito, continuai a non avere risultati di alcun tipo, tanto che la frustrazione era alle stelle.

"Oh, andiamo! Non deve essere così difficile premere uno stramaledetto tasto del cazzo!"

Avrei potuto anche urlare da quanto mi sentivo irritata, davvero: era un azione così semplice! Perché invece stava diventando così complicata ora?

Mi assaltai le labbra con i denti con piena stizza, sentendo le pellicole protestare ed il sapore di ferro che scivolava in bocca.

Ci vollero dieci secondi da quel momento per farmi realizzare che finalmente avevo ripreso possesso delle mie braccia, o più o meno, anche perché di colpo presero ad andare da sole e dirigersi verso il tasto.

"Finalmente!" Pensai esasperata, riuscendo a cliccare quello stramaledetto tasto tanto agognato.

E mi ero già preparata mentalmente a mettere il sì per confermare la mia scelta, ma qualcosa... Qualcosa continuava a non andare bene.

Invece della scritta 'confermi' , era comparsa una schermata totalmente diversa.

Diceva 'torna indietro' e c'era solo il sì.

"Ma che cazzo sta a significare questa cosa?"

Mi ritrovai a cliccare il sì, per poi ritrovarmi davanti al suo profilo e riprovare una seconda volta.

Ancora il torna indietro.

Riprovai di nuovo, di nuovo, di nuovo ancora, aumentando sempre di più la velocità per l'irritazione che iniziava a salire più non posso.

Tutto questo non era normale.

Un gioco non doveva essere così, lo pensavo dal momento esatto in cui avevo visto la morte di Max e continuavo a pensarlo senza dubitarne neppure un solo secondo.

Riprovai così tante volte da perdere il conto, sempre più innervosita nel mio disperato tentare che non andava mai a termine.

Cosa dovevo fare? Perché non funzionava?

-E che palle- quasi urlai, andando ad allontanarmi totalmente dalla schermata per poi mettermi seduta nel disperato tentativo di far acquietare la mia irritazione che fiammante non mi lasciava ragionare lucidamente, anche se non è che ci fosse poi tanto da ragionare in una cosa simile, se non per dire che questo gioco non voleva farmi entrare nella route di Lysander.

La domanda che mi sorgeva spontanea era : perché.

Perché non Lysander?

Con l'altro si sarebbe comportato diversamente?

Mi rialzai, avvicinandomi alla sua schermata.

Provai a cliccare il suo nome e spuntò la solita richiesta di conferma.

Per un istante mi ritrovai ad essere tentata a dire di sì, ma il mio orgoglio lo rigettò istantaneamente, riportandomi davanti a Lysander.

Ricliccai la schermata, pressi il dito sulla scritta.

Di nuovo il torna indietro che si opponeva ed il sì.

Di nuovo la lotta contro il gioco con pura e piena insistenza fino a farmi avere un crollo isterico.

Ma prima che tornassi a sedermi a terra, masticando qualche insulto, una luce accecante immerse la postazione del corvino.

Probabilmente saltai in aria per lo spavento quando questo accadde, trovandolo inaspettato e... Decisamente parecchio strano.

La luce rimase e continuò a rimanere.

L'istinto mi disse di muovermi in sua direzione e di entrare in quel fascio luminoso che mi bruciava gli occhi.

Seppur titubante, iniziando a desiderare con tutto il cuore di uscire dal gioco e lasciarlo stare una volta per tutte, mi ritrovai a farlo.

Entrai, sentendo ogni passo che si susseguiva, ogni movimento che veniva seguito dal mio battito cardiaco che sbalzavano con del frenetico e malato.

L'agitazione stava prendendo il possesso della mia mente insieme ad una sensazione di star sbagliando, ma non volevo smettere di muovermi.

Mi ritrovai davanti alla scritta, la pigiai, comparve finalmente la richiesta di conferma con sia il sì, sia il no.

Schiacciai senza troppi dubbi il sì.

Una pressione enorme prese inizialmente a schiacciarmi, facendomi sentire a dir poco sul punto di rompermi, ma proprio nel momento in cui tutte le particelle del mio corpo sembravano sul punto di saltare in aria, mi resi conto di essere stata catapultata in mezzo ad una stradina piccola, parecchio inquietante.

Mi guardai attorno, davanti a me non c'era assolutamente nessuno.

Ma quando mi girai, mi trovai di fronte ad un ragazzo circa della mia stessa altezza, corvino, con entrambi gli occhi neri come la notte, col volto nascosto da una sottospecie di fazzoletto.

Ma soprattutto notai il fatto che era sporco di sangue dalla testa ai piedi.

Ventiquattr'oreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora