Capitolo 129 - Per essere vivo

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Era mattina

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Era mattina.

Mattina di uno degli innumerevoli e noiosi, interminabili giorni passati seduto tra le coperte di un letto, a tratti perfino troppo caldo, ricevendo massimo massimo dei libri da leggere in quei pomeriggi di nulla.

L'infermiera, quella che mi aveva portato il poliziotto in stanza, aveva difatti preso uno dei primi volumi che le era capitato nella libreria vicino a casa sua, un libro che mi aveva lasciato abbastanza perplesso, il cui titolo era stato 'La Ragazza della Torre' , di una certa Cecilia Darth Thorton, ma per cui la avevo ringraziata comunque, siccome, oltre che per la copertina vagamente accattivante, aveva fatto davvero un gesto gentile.

Avevo letto tipo un'ottantina di pagine, trovando la lettura piacevole e curiosamente intrigante, ma non potendo procedere troppo per evitare di sforzare la vista inutilmente.

Bhe, inutile o non inutile lo avrei detto io: aspettare a vuoto, con le mani in mano, quello sì che era e rimaneva uno spreco di tempo.

Okay che dovevo riposare, ma dormire quindici, diciotto ore a giornata mi sembrava un tantino troppo.

A malapena riuscivo a conquistare tre ore di sonno senza interruzione, figuriamoci il suo quintuplo.

Ma in questa mattina, felici i dottori che lo avevano chiesto, non avrei letto, non sarei proceduto tra quelle pagine così particolari nella loro fantasia, nella loro avventura, che dovevo dirlo... Erano sì belle da leggere, ma da vivere proprio no, soprattutto nei panni della persona protagonista.

Già. 

Non avrei proprio letto in questa specifica mattina, neppure se mi avessero offerto tutti i soldi del mondo per farlo .

Non tanto perché non avessi voglia, ma perché dopo tutte quelle giornate, semplicemente avevo una vera e propria visita da parte di una persona che conoscevo.

Qualcuno che conoscevo e che era stata il centro di molti dei miei pensieri.

Qualcuno che era da me non di certo per parlare del mio stato finanziario.

E non era una visita di un qualunque conoscente - anche perché di conoscenti qualunque ormai non ne avevo davvero più. Tranne Harry. Ma lui, più che chiamarlo conoscente, lo avrei gettato dalla finestra se si fosse presentato, facendolo in maniera peggiore perfino della Defenetrazione di Praga- .

Affatto.

Non la avrei mai, mai più chiamata una persona qualsiasi, un simile errore non doveva proprio più essere compiuto.

Lo avevo fatto ovviamente prima di conoscerla, prima che mi dimostrasse di che pasta era fatta... Prima di ritrovarmela davanti per davvero, che mi definisse rapidamente il piano per eliminare il Gioco tramite rapidi gesti di mano.

Ed il colore rosso aveva subito colpito la mia visuale - almeno, la visuale del mio unico occhio - attirando la mia attenzione a pieno e lasciandomi lì, parzialmente a boccheggiare tra una parola e l'altra.

Ventiquattr'oreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora