Capitolo 50- La situazione non cambia

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Quando i sensi si riaccesero, uno dopo l'altro, mi presi quasi un accidente, costringendomi a calmarmi il più possibile al realizzare chi avevo affianco a me

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Quando i sensi si riaccesero, uno dopo l'altro, mi presi quasi un accidente, costringendomi a calmarmi il più possibile al realizzare chi avevo affianco a me.

L'abitudine a risvegliarmi da sola ed il fatto che fossi ancora nel gioco e che non ne fossi uscita andavano a cozzare decisamente parecchio.

Probabilmente lo avevo fatto per il corvino, per fargli capire che non sarei uscita per non tornare più e magari finire, rientrando, con il non avere la più pallida idea di dove fosse.

Mi ritrovai ad osservare per qualche istante la sua posizione rannicchiata su se stessa, la schiena contro il muro e le occhiaie sempre abbastanza accentuate e non potei non domandarmi come sarebbe stato senza maschera e senza quei segni neri a contornare quelle iridi già completamente color inchiostro.

Smisi di osservarlo solo quando mi ritrovai anche a domandarmi da quanto tempo non mettesse qualcosa sotto i denti e se avesse fame.

Io un po' ne avevo, ma cucinare non era il mio forte... Max sarebbe stato bravo a prepararci qualcosa, seppur nella sua lista di quattro cose in croce, ma sentivo che provare a chiedere era sconsigliabile.

Perché? Perché Lysander era in pericolo con tutti quelli che volevano eliminarlo e... Forse Max non avrebbe cercato di eliminarlo, ma di metterlo in prigione sicuramente.

Mi ricordavo perfettamente la sua reazione al negozio quando stavo facendo la sua route: forse era un po' perché Lysander aveva rubato, forse  perché Max non sapeva e appunto lo giudicava un assassino vero e proprio, come avevo fatto io prima di aggiungere dubbi su dubbi.

"Ma..." Mi ritrovai a passarmi una mano dietro all'orecchio "Se a Nicholas e Philip si sono ispirati a questi modelli che hanno il loro stesso nome e a Lysander lo hanno intrappolato... Max ? Lui è semplicemente un pg o... È altro? Dopotutto potrebbero aver cambiato mille volte il gioco mentre lui era sotto sedativo e so quello che lui sa. Che possa esserci anche solo una possibilità... Una piccola possibilità di poterlo vedere dal vivo?"

L'idea mi emozionava e mi agitava in contemporanea: questo perché mi rendevo conto che se i personaggi del gioco erano portati all'attrazione per la giocatrice, una persona poteva trovarmi carina quanto invece poteva ritrovarsi schifato.

Percepii un lieve movimento alle mie spalle e mi ritrovai a vedere il ragazzo che si era messo seduto, tirandosi su leggermente le maniche, con tutte  le bende che le circondavano come una mummia, slacciandole all'inizio, seppur leggermente, come per vedere quanta resistenza avrebbero posto, per poi tornare al movimento opposto e chiudere il tutto.

-Hai... Ehm... Fame?- glielo domandai, cercando di non fare pause tra le parole, ma senza risultato.

Lui parve pensarci su, poi rispose con un movimento di capo che diceva di sì.

-E cosa vorresti?-

-Mi va bene qualsiasi cosa. Non ho molte pretese-

-Nemmeno sulla qualità? Perché non so cosa può uscirne se cucino io, sono abbastanza una frana. L'unica cosa che saprei farti di decente è un panino-

-Ok- disse solo questo al mio lungo discorso.

Se dovevo dirlo, me lo ricordavo leggermente più sarcastico e poco convincibile prima che gli dicessi che volevo aiutarlo.

Era diventato così silenzioso, ora, da farmi sentire a disagio.

Uscii dunque dalla stanza, sentendolo alzarsi dal materasso che, istantaneamente, scricchiolò.

Raggiunsi la cucina mai utilizzata e mi ritrovai a guardare la serie di sportelli tutti uguali in cui non sapevo proprio dove mettere mano.

-Il pane é nel quinto verso destra. Il prosciutto nel terzo- disse improvvisamente Lysander, passandomi affianco, andando poi ad aprire gli sportelli appena nominati e tirando fuori delicatamente il cibo, lasciandolo appena sotto, tornando a chiudere ciò che aveva aperto e girandosi, come se stesse aspettando.

-Hai aiutato a progettarle?-

-No, ma a detta di quello che ha progettato, seppur non lo abbia detto a me, le cucine di tutte le case sono tutte uguali e hanno disposizioni, seppur non troppo ordinate, che si possono capire- una pausa.

-Ah, capito- andai ad affiancarlo con passo abbastanza rapido -Quindi per scaldare il pane...?-

Lysander batté una mano sul primo dei mobili, tirando fuori poi quello che appariva come un tostapane ed in contemporanea una sorta di strumento da grigliata in cui lui semplicemente agitò una manovella posta di lato.

-Anche tu con i panini?- si limitò a chiedere -O qualcosa di diverso?-

-Anche a me- accennai un sorriso e lui semplicemente girò la testa, andando a smanettare con quello strumento che a me appariva impossibile da utilizzare, inserendoci il pane, pane che iniziò a disporsi roboticamente tramite le griglie in quattro punti diversi, quasi a formare un quadrato.

-I miei vestiti... In quanto tempo saranno asciutti?- domandò

-Penso che in parte lo siano già. Dovrei andare a dargli una controllata per esserne sicura-

Un altro 'Ok'  prima del ritorno del silenzio, seppur non troppo a lungo.

-Avresti dovuto già uscire- si limitò a dire - Uscire e buttare questo gioco, fregandotene di tutto il resto- mentre diceva questo aveva un tono estremamente serio -A cercare di darmi una mano, semplicemente rischi inutilmente che la situazione peggiori anche per te.-

-Inutilmente?- ripetei questa parola, parecchio contrariata - Perché inutilmente? Se sei una persona intrappolata in un gioco, cercare di darti una mano non è inutile-

-Invece credo proprio di sì. Non credo che tu abbia in mente un qualche modo per farmi uscire, o sbaglio? Non possiamo limitarci a sperare di trovare una soluzione ed aspettare che ci venga servita su un piatto d'argento- asserí, particolarmente seccato - Ed i quattro anni lo testimoniano.-

Turbata, mi ritrovai a dovergli dare ragione: non potevo mica sperare che un qualche portale si formasse, completamente a caso e che venisse in nostro aiuto.

-L'unica persona a cui potremmo chiedere qualcosa é Klaus, anche perché lui sembra sapere, anche se spiega in maniera maledettamente complicata... Ma lui comunque non sarebbe capace di tirarmi fuori di qui con le sue mani, neppure con i suoi poteri da stregone, altrimenti lo avrebbe fatto la volta scorsa, quando ci siamo incontrati. La situazione non cambia-

-Beh... Magari non cambia qui- dissi -Hai detto che una macchina bianca ti ha portato qui. Sarebbe possibile che quella macchina riesca anche a portarti in dietro?- ipotizzai.

Lo vidi assumere uno sguardo pensieroso, quasi perplesso -Sarebbe possibile...? Non ne ho idea... Ma potrebbe anche essere, forse. Però bisognerebbe raggiungere nuovamente l'agenzia e cercare di capire come diavolo farla funzionare, anche perché io non ne ho la più pallida idea-

Lo strumento di cottura del pane se ne uscí con un tintinnio completamente inaspettato, difatti sia io, sia lui sobbalzammo quasi all'unisono.

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