Capitolo 56- Grazie, Walter

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Sono così nervoso che potrei mettermi ad urlare per qualsiasi cosa contro chiunque, perciò mi costringo a buttare la testa su un venticello pigro che mi agita i capelli appena mi affaccio, seppur di poco, alla finestra, cercando di non mostrarmi t...

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Sono così nervoso che potrei mettermi ad urlare per qualsiasi cosa contro chiunque, perciò mi costringo a buttare la testa su un venticello pigro che mi agita i capelli appena mi affaccio, seppur di poco, alla finestra, cercando di non mostrarmi troppo, ma in contemporanea di prendere aria, anche perché l'irritazione mi sta facendo sentire decisamente troppo caldo.

Klaus ha detto che ci vorrà almeno un po' prima di iniziare con la missione che mi sono predisposto nel momento esatto in cui ho ricevuto la chiavetta che continuo a stringere in una mano.

Sono turbato, estremamente turbato dal semplice fatto che Walter abbia pensato più a me che a sé stesso, riuscendo a modificare i dati di un personaggio di gioco e praticamente pianificando in tutti i modi possibili un idea per aiutarmi.

"E a quanto pare è davvero morto" penso, amareggiato, trattenendo un sospiro.

Dovevo aspettarmelo dopo quello che avevo sentito prima di finire nel gioco... Ma avevo sperato fosse riuscito a sfuggire a tale sorte.

Mi ritrovo a chiudere gli occhi

"Grazie, Walter. Probabilmente se non fosse stato per te mi sarei trovato in una situazione mille volte peggiore di questa. Avere Klaus come nemico non mi sembra una cosa facile e molto probabilmente sarei davvero già morto. Seriamente, grazie... Spero tu sia in un posto migliore, anche se non più sulla terra"

Riapro gli occhi, andando a scuotere il capo più volte, cacciando il magone che mi sta afferrando la gola a più non posso.

Guardo la chiavetta e la stringo nel pugno, cercando di mantenere la calma .

Difficile farlo, soprattutto sapendo alla perfezione il fatto che entrare nel negozio non solo sarà complicato, ma anche dover tenere d'occhio la rossa: okay che ho iniziato, seppur cautamente, a fidarmi, ma so cosa significa per lei quel posto.

Significa Maximilian Grimm, significa dover puntargli una pistola contro se tenta di attaccare e se serve anche sparargli davvero, cosa che lei, ne sono più che sicuro, non vorrà affatto fare.

"Perché dovrebbe" penso, lievemente irritato "É così infatuata da lui che probabilmente preferirebbe sparare a sé stessa che farlo a lui"

Sospiro, ancora.

"Se qualcuno dovesse darmi un soprannome, dovrebbe essere il sospiratore, non riesco a smettere proprio, eh."

Infilo la USB nella tasca dei nuovi abiti che indosso: sono molto, molto più comodi e più da mio stile.

Porto una felpa nera senza zip e con cappuccio, pantaloni da ginnastica lunghi dello stesso identico colore e i miei stivali -quelli rimangono sempre-.

La mascherina bianca, leggermente sporca all'interno, ha fatto posto ad una seconda mascherina della stessa colorazione dei miei abiti, con soltanto qualche sfumatura violacea.

Mi ritrovo a guardare dietro di me, aspettando Natalie e Klaus.

Non ci posso ancora credere che ho due alleati adesso.

Fino a neppure... Non so quanto tempo sia passato... Lavoravo e lottavo completamente da solo senza l'aiuto di nessuno.

Ora invece ho due persone che stanno dalla mia parte e non so definire se sia incredibilmente strano o meno.

Beh. Strano o meno, ci stanno mettendo un sacco di tempo per cambiarsi a loro volta, questo perché anche loro, non ho capito esattamente perché, hanno preso a vestirsi con gli stessi identici abiti che ho io.

Probabilmente serve nel caso in cui qualcosa vada storto... O forse è una sorta di copertura per far sembrare che siamo dei ladri, non ne ho idea e sinceramente più di tanto non gli do importanza.

"Certo che però ce ne mettono di tempo, eh. Sono lentissimi, io ci ho messo a malapena cinque minuti e loro sono ancora lì"

Ruoto gli occhi, annoiato, tornando con lo sguardo alla chiavetta che ho nella tasca, per poi agitare la testa.

Vorrei che la mia mente smetta di torturarmi di domande e pressioni, ma a quanto pare più aspetto quei due e più se ne esce con le richieste che al momento non posso risolvere.

-Eccoci qui- salta su la voce della rossa, portandomi a pensare un "finalmente" e a girarmi.

La ragazza ha già il cappuccio sulla testa e stringe una pistola tra le mani.

Klaus invece ne tiene due, di armi, solo che una é una pistola, mentre l'altra... L'altra arma é un fucile.

-Stai scherzando? Con un fucile ci faremo sicuramente notare-

-Non se lo faccio diventare invisibile- Klaus mi allunga la pistola e mi rendo conto del fatto che così vestiti sembriamo davvero parecchio una banda di rapinatori.

-Io punterò il fucile contro uno dei due fratelli, lei contro all'altro. Nel frattempo tu cercherai il computer e ci metterai la USB. Quando torni indietro, fingi di aver preso qualcosa, possibilmente che costi molto e che magari possa risultare utile. Cerca di essere veloce. Tutto potrebbe sfuggire di mano, soprattutto la copertura. Se il gioco capisce che sei tu, farà di tutto non solo per ucciderti, ma anche per scoprire cosa c'è nella chiavetta. Alle telecamere noi dovremo apparire come dei ladri, se non sembreremo nulla di più, non indagheranno particolarmente su di noi. È chiaro?-

-Chiaro- rispondo secco, andando a guardare la rossa che è rimasta in silenzio e che in parte sembra abbastanza tesa.

"Perché tutto deve sempre andare a scontrarsi con i Grimm? In un modo o nell'altro loro sono sempre la mia spina nel fianco."

-Pronti ad andare?-

Sia io che la rossa ci ritroviamo ad annuire all'unisono.

Mi vengono dati sempre degli occhiali da sole per coprirmi gli occhi e li indosso rapidamente, vedendo che anche gli altri due mi imitano.

E finalmente siamo fuori da quella casa: usciamo dalla porta sul retro che subito si getta lungo una strada circondata da alti muretti e che raggiunge l'unico parco della città, né troppo lontano né troppo vicino al Bar delle creature.

"Speriamo solo che la situazione non precipiti. Per una volta mi piacerebbe se risultasse facile qualcosa che faccio... Anche se ne dubito parecchio. E soprattutto spero che le ferite coperte dalle bende non si mettano a protestare nel momento sbagliato. Potrebbe risultare un bel gran problema se ciò accadesse, davvero. "




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