Capitolo 31- Date una nave a questo por bon uomo

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Appena eravamo riusciti a trasportare il pianoforte a destinazione, seppur con difficoltà, attraversando una porta secondaria che si gettava sulla sala da pranzo, non potei non notare l'euforia dei vari pirati

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Appena eravamo riusciti a trasportare il pianoforte a destinazione, seppur con difficoltà, attraversando una porta secondaria che si gettava sulla sala da pranzo, non potei non notare l'euforia dei vari pirati.

Chi con boccali pieni, chi semplicemente battendo le mani, si misero tutti non troppo distanti dal pianoforte.

Vidi il biondo prendere una sorta di panca di pelle, sedendovisi e accavallando le gambe.

-Yo- ho capitano! Posso richiedere il brano dell'altra volta?-

-Ancora quello?- chiese accigliato un altro pirata -Io avrei preferito il Sakè di Minks-

-Veramente quella la facciamo anche fin troppo spesso-

I due pirati che avevano cominciato a discutere erano gli stessi visti al negozio di Maximilian.

Dalla frase vennero scaturite subito nuove richieste e nuove voci che si sovrastavano tra di loro, non portando però da nessuna parte, siccome iniziava a non capirsi niente.

O almeno fu così finché, improvvisamente, il piano a coda non emerse, interrompendo tutti con un amara nota, presa all'estrema sinistra dello strumento musicale, la quale parve più un ruggito che una nota e zittì tutti.

Osservai l'espressione di Philip: era calmo, molto calmo, come se fosse una cosa già accaduta mille volte.

Uno dei pirati, un ragazzo con una benda sull'occhio, affiancato da una donna affascinante, tossicchiò, tracannando il proprio bicchiere di alcolico, per poi battere le mani -Dovremmo far scegliere all'ospite- suggerí quello, lanciandomi uno sguardo rapido.

Boccheggiai leggermente: ecco, io di canzoni piratesche non ne sapevo nulla, quindi più di tanto non potevo suggerire.

Philip mi osservò, in silenzio, per poi allentare le maniche e spostarsi i capelli che magari rischiavano di coprirgli gli occhi all'indietro ed emise un -Penso che se le chiedessimo di scegliere tra i vostri titoli, finireste solo con il metterla in difficoltà. Piuttosto... Che ne dite di 'Date una nave a questo por bon uomo' ?-

Ci fu, strano ma vero, un annuire generale, anche se qualcuno, ovvero i due litiganti, battibeccavano ancora, seppur solo con delle gomitate che, in un modo o nell'altro, mi fecero leggermente ridacchiare.

E con questo, il pianoforte prese a creare una melodia che aveva un ritmo abbastanza piacevole ed incalzante, come quello di una ballata.

Pochi secondi dopo l'inizio della musica, i pirati insorsero con le loro voci, pronti a cantare.

-La prima nave affondata fu, colpita da una palla di cannone, in fondo al mare e ancor più giù, sotto ad onde e via il pennone.

La seconda da fuoco venne immersa,
Fumo salì al cielo e i resti galleggiavan'
Oh buon Dio, anche questa persa
Così i marinai pensavan'

Yo-ho, yo-ho date una nave a questo por bon uomo
Date una nave a questo por bon uomo-

Presero fiato, aspettando una scala di note prima di riprendere.

Se dovevo ammettere, non erano affatto stonati e la canzone era, nel ritmo, decisamente piena di calore, tanto che mi portava a desiderare di battere le mani per seguire le parole.

Mi trattenni dal farlo, non riuscendo però a non sorridere quando l'uomo con la benda e la donna presero a ballare, con alcuni membri della ciurma che fischiavano e sollevavano i bicchieri.

-La terza nave fu inghiottita
Un Kraken la divorò in un boccone
Non le vele, non la stiva, non la ciurma impazzita
Non rimase un sol bastione

La quarta nave fu rubata
Tenuta in ostaggio e mai ridata.
Cattiva, cattiva la risata
Del furfante e ladro pirata.

Yo-ho, yo-ho, date una nave a questo por bon uomo
Date una nave a questo por bon uomo-

Per quanto il testo della canzone risultasse vagamente sadico e narrante di tragici eventi, era stranamente divertente vedere la ciurma che cantava e ballava, alcuni senza scarpe perlopiù, con il ritmo incalzante.

Vidi con la coda dell'occhio Philip che lasciava scorrere le mani lungo praticamente tutti i tasti del piano, riprendendo subito dopo la melodia e tenendo il ritmo con il piede, quasi trascinato dalla melodia.

Sembrava danzare lungo le note dello strumento, aveva un che di estremamente trascinato, come se la passione lo spingesse a muoversi attorno alla musica che lui stesso creava.

- La quinta nave dai capi della marina fu fermata
Presa in ostaggio, catturata
Poi distrutta e oltraggiata
Da mani che la avevano sventrata.

La sesta nave rimase un idea su un foglio di carta
Nulla di più di un sogno d'inchiostro
Il por bon uomo la vita aveva corta
Disse dunque alla sua ciurma 'Il mio sogno sarà dunque il vostro'

Yo-ho, yo-ho, date una nave a questi por bon uomini
Date una nave a questi por bon uomini-

Senza che nemmeno me ne fossi accorta, mi ero ritrovata a battere le mani e a ridere, tenendo il tempo ai ballerini, osservando ogni singolo componente che, più o meno ubriaco, faceva parte di quella allegria contagiosa a cui neppure la mia precedente delusione poteva resistere.

Era come se il clima su questa nave non potesse fare altrimenti se non scacciare dalla tua testa i brutti pensieri, coinvolgendoti fino a portarti a voler ballare e cantare a tua volta.

Risi parecchio all'assistere i due uomini che in precedenza litigavano che si erano messi a fare una gara di braccio di ferro, senza voler darla vinta all'altro, mentre una seconda musica iniziava, calorosa e allegra anche di più che quella precedente.

Non aveva un testo, era una melodia senza parole, ma che portava parecchio calore.

Risate, pacche sulle spalle, gare di bevute, qualcuno che ogni tanto a forza di ridere cadeva dalla sedia, portando ancora più risate generali.

Il cuoco di bordo entrò improvvisamente nella stanza, portandosi appresso dei piatti che per aspetto e odore decisamente non erano affatto male e che mi fecero salire un acquolina in bocca incredibile.

Notai dei pasti a base di animali marini, poi quello che appariva un cervo, le cui corna erano state messe come decoro alla tavola.

Feci dunque per avvicinarmi quando vidi buona parte della ciurma che, a turni, si dirigeva verso il sostentamento, per poi, però, girarmi a guardare Philip.

Il suo viso era steso in un espressione concentrata, semplicemente adorante nello scorrere tra i tasti con lo sguardo.

Un brivido mi percorse dalla testa ai piedi, portandomi a battere brevemente le ciglia.

Il comandante sembrava quel tipo di persona, così innamorato della musica, da portare anche le persone che aveva attorno ad amare a loro volta la musica, forse per la passione più totale che ci metteva.

Questo dettaglio mi strappò un sussulto, facendomi realizzare di colpo un dettaglio che in precedenza mi era sfuggito, ma che ora mi era tornato alla mente.







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