Capitolo 8- Stronzo e sexy, my dear

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Appena la pioggia era cessata, lui se n'era andato, una sigaretta posata tra le labbra, le quali erano nuovamente stese in un sorriso tranquillo

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Appena la pioggia era cessata, lui se n'era andato, una sigaretta posata tra le labbra, le quali erano nuovamente stese in un sorriso tranquillo.

Dopo quegli istanti difficili di ricordi, infatti, si era ripreso, ritornando allo stesso sorridere che in precedenza mi aveva sciolto e che continuava a sciogliermi disgraziatamente.

Presi un gran respiro, appoggiandomi pesantemente con la schiena alla porta, ascoltando i miei battiti.

Dopo diversi minuti in quello stato, mi ero alzata e mi ero diretta verso il bagno, setacciandolo fino a ritrovare la borsa che vi avevo lasciato.

Tirai fuori il quaderno, appoggiandolo alle gambe per aprirlo.

Quando lo feci, la prima pagina, palesemente, diceva , sotto alle missioni fino ad ora fatte: ' Vai nel letto per attuare il salvataggio. Dopo di esso, potrai scegliere la tua route'

Istantaneamente mollai borsa e quaderno, quasi correndo in direzione della mia camera, gettandomi sul materasso con una foga che gli strappò degli sottospecie di latrati misti a cigolii.

Appena la mia testa fu sul cuscino, tutto divenne nero.

-Vuoi salvare i dati fin'ora acquisiti?-

"Merda! Di nuovo questa dannata voce!"

-Sí- risposi, prendendo ossigeno

-Attenda un minuto- disse essa con il suo tono robotico, facendomi sentire semmai più in ansia.

E lo feci: attesi esattamente un minuto prima che un improvviso fascio di luce mi immergesse da capo a piedi.

E mi trovai in un cerchio, con sei sedie, di cui solo tre illuminate.

Guardai le figure nell'oscurità con perplessità.

"Che siano i presupposti personaggi da sbloccare?"

Mi tenni davanti ad una di esse per qualche secondo e la voce robotica tornò all'attacco.

-Vuoi dare due dollari per sbloccare i personaggi?-

-Sí-

-Possiamo prelevare i soldi dal tuo numero di telefono, dalla tua carta di credito o in terzo caso con una ricevuta al game store dove hai compiuto l'acquisto. Quale delle tre opzioni scegli?-

-La terza- asserii, dopo averci pensato brevemente.

-La ricevuta sta uscendo dal casco di realtà aumentata. Entro una settimana dovrai portarla al game store, dare i due dollari e farti scrivere il codice. Quando sceglierai di aprire i nuovi personaggi per le loro route, dovrai inserire nuovamente la ricevuta nel casco. É tutto chiaro?-

-Sí-

-Vuoi scegliere la route o uscire dal gioco? Sono le sette di sera. Il gioco è stato creato per permettere il funzionamento cerebrale adatto all'evitare lo sforzo-

"Eh? Le sette? Di già? Cazzo!"

-In caso però che vogliate continuare, prima di selezionare definitivamente, spiegheremo la razza che il vostro personaggio ha. Scegli dunque cosa fare-

Una parte di me gridava di andare avanti, l'altra invece mi diceva palesemente che era meglio scendere e andare a mangiare qualcosa, farmi una bella dormita e, nella mattina dopo, iniziare la route.

Scelsi di seguire la parte salutarista, anche perché poi così avrei chiamato i miei.

-Un ultima cosa, posso chiederla?-

-Chieda-

-Se esco, rientrando, mi ritroverò qui?-

-Sí-

-Okay. Allora esco-

-Rimovimento della realtà aumentata in caricamento. Attendere-

Capii che era uscito nel momento esatto in cui tutto, di colpo, si spense.

Mi tolsi perciò il casco, appoggiandolo al letto, cercando poi un posto dove nasconderlo e trovandolo nel piccolo buco sotto al letto, coperto dal tappeto viola.

Ce lo misi dentro, scendendo pigramente in sala e cercando nel frigo le prime schifezze disponibili.

"Pizza da mettere nel microonde? Perfetto. Mmh. Poi? Uh! Barretta di cioccolato! Mia!"

Afferrai le due cose, mettendo il cibo a riscaldarsi e già azzannando il cioccolato.

Forse ero strana... Ma adoravo mangiare il dolce e poi il salato, al contrario rispetto alla norma.

Se ci fosse stato mio padre, mi avrebbe sicuramente detto che nel mio sangue vi era una vena inglese... E solo perché loro guidavano diversamente rispetto alle altre nazioni.

Beh, in parte sí, ero fatta al contrario: da piccola infatti, alla mia nascita, mi avevano trovata con i piedi in direzione di uscita, non con la testa.

L'ostetrica ginecologa di mia madre, da come mi avevano detto, aveva trafficato parecchio per dei risultati.

E per aumentare la convinzione che fossi stata fatta al contrario, a scuola, invece che scrivere in maniera normale, avevo preso a farlo da destra verso sinistra, non da sinistra verso destra.

Pensando a questo, mi ritrovai all'essere come svegliata dal rumore del microonde che suonava, accompagnato dal profumo di pizza, con la cioccolata che si era volatilizzata dalle mie mani.

Non mi ricordavo neppure più quando la avevo finita! Riuscivo proprio ad esiliarmi quando ero pensierosa.

Tirai fuori il cibo, assaltando subito pomodoro e mozzarella con un morso vorace, prendendo a girare per la sala con un che di nervoso.

"E se vado stasera stessa a farmi dare gli altri tre personaggi? No... Altrimenti quello scemo di Alex mi lascia fuori per spassarsela con una sua amichetta. Domani mattina punto la sveglia per le sette. Alle otto sono di ritorno, in teoria. E potrò passare tutta la giornata a giocare alla mia route con Maximilian" pensai sorridendo, prendendo poi a saltellare per la casa, gettandomi pesantemente sul divano, quasi di faccia, ignorando la protesta della mia spalla.

Non era nulla: nella mia infanzia mi ero già rotta un piede e un dito, una spalla non mi avrebbe impedito di giocare.

Probabilmente iniziai a ridacchiare come una malata mentale, siccome, nonostante non lo avessi sentito entrare, una certa persona se ne uscí con un -Sei una fottutissima strega?- a cui sbuffai di istinto, lanciandogli un occhiataccia.

-Beh, tu sei uno stramaledetto animale in calore. Meglio una strega, ti pare?-

-Nah. Anche perché io mi diverto, tu ci vai in bianco - accennò un sorriso cretino che mi portò a lanciargli un cuscino, asserendo uno -Stronzo- mentre davo un altra boccata alla pizza.

-Stronzo e sexy. Stronzo e sexy, my dear- fece un inchino, scostandosi un ciuffo di capelli ramati dagli occhi verdi, andando a spalancare il frigo, tirando fuori una birra.

-Ma la cioccolata?-

-Oops- feci con un finto tono scioccato, accennando un sorriso di vittoria.

-Oops? Oops col cazzo, vai a fanculo Bat-

-E vacci tu, visto che sei così bravo.-

-Ti preferivo a pulire la casa, Bat-

-Pulisci tu invece. É stato fin troppo il mio lavoro forzato. É il tuo turno. A me tocca starmene spaparanzata sul divano ad assistere, mentre mi guardo qualche serie TV sui vampiri, quelle che tu tanto odi- ghignai, accavallando le gambe e finendo la pizza, per poi stiracchiarmi e andare alla ricerca del telefono.

Lo avevo lasciato attaccato alla presa per il suo stato al due percento, salvato per un pelo.

Composi il numero, appoggiando il telefono all'orecchio, aspettando che mia madre rispondesse.

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