SEDICI

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SANGUE E RUGGINE

<< Williams, svegliati! >>, urla una voce femminile nel mio orecchio

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<< Williams, svegliati! >>, urla una voce femminile nel mio orecchio.

Strizzando gli occhi, mi giro sul fianco borbottando qualcosa.
Sento che le coperte vengono tirate da sopra il mio corpo, ma afferro l'orlo del lenzuolo e lo alzo fin sopra la testa.
Borbotto qualcosa di incomprensibile mentre mi premo il cuscino sulle orecchie per non sentire quelle terribili urla.
Qualcuno mi scrolla la spalla e io, strizzando le palpebre, emetto versi incomprensibili di fastidio.
<< Clarissa! >>, urla dandomi una pacca sulla spalla. Mi raggomitolo su me stessa sotto le coperte, emettendo l'ultimo verso incomprensibile.

Dovete sapere una cosa di me : se qualcuno viene attaccato da una fata durante la notte, deve solo sperare che io sia ancora sveglia, oppure può già iniziare a pregare il Santo a lui più caro. Quando ero a casa, Marco considerava il mio sonno  uno " stato comatoso", nel senso che potevi buttare giù un intera parete a suon di cannonate ma, puoi star sicuro che io mi sarei rigirata sul fianco senza svegliarmi. Monica faceva sempre una faticaccia per svegliarmi. Evitavo di mettere le sveglie la mattina, il loro trillo serviva solo ad infastidire tutti. E oltre questo, il mattino dopo, era come se non avessi dormito : ero più stanca, irritabile e sarcastica del giorno prima.

<< Ti vuoi alzare?! >>, continua ad urlare. << Io mi arrendo, sei un caso perso! >>
Dei fastidiosi ticchettii si fanno strada nella mia testa. Premo il cuscino sul viso, ovattando un verso incomprensibile.
<< Guai a te se mi rinfacci di nuovo di non averti svegliato! >>
Sento strani rumori oltre alle urla. É tutto incomprensibile e strano. Premo il viso sul materasso ed emetto uno sbuffo. Alcuni borbottii sostituisco le urla per un momento. In risposta, mi limito a mugugnare qualcosa e stringo le gambe al petto.
<< Clarissa! >>
<< Ancora altri cinque minuti, Monica >>, sussurro girandomi a pancia in su.
Le coperte che si avvolgono intorno ai fianchi, come delle bende moderne. Qualcosa cade dalla mia faccia e, con un rumore ovattato, cade sul pavimento. Vorrei ordinare alle braccia di prenderlo, ma riesco a spostarle solo oltre il bordo del letto. Afferrare qualcosa é impossibile.

<< Ehi! >>, urla la stessa voce scuotendomi per una spalla. Cerco di divincolarmi dalla presa emettendo dei versi contrariati. Alcuni sbuffi seguono questa scena e poi...
<< Clarissa! >>, urla avvicinando le sue mani a coppa al mio orecchio destro.

Sbarro gli occhi e mi metto a sedere di scatto. La mia fronte si va a scontrare contro qualcosa. Un lieve dolore si espande per tutta la testa.
<< Ahi! >>, esclamo portando una mano alla fronte. La ragazza che mi siede di fronte fa la medesima cosa.
<< Ricordami di questo quando mi viene la brillante idea di svegliarti >>, borbotta alzandosi dal letto. Le molle cigolano quando il suo peso le abbandona.

THE FALCONER 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora