UN REGALO SPECIALE
Domenica mattina. Se fosse stato un giorno normale sarei ancora a letto a girarmi e rigirarmi nelle coperte e a mormorare insulti a un pixie che urla di alzarmi, ma oggi 18 novembre non é un giorno come gli altri. Un giorno che, da quattro mesi a questa parte, ho iniziato a reputare normale. Per quanto normale possa essere la mia vita.
Guardo il mio respiro condensarsi in delle nuvolette di vapore, mentre con un sospiro accendo il cellulare. Non faccio altro da più di due minuti. Una parte di me credeva che non avrei mai più rivisto quell'oggetto, credevo che fosse stato gettato in uno dei tanti cassonetti, invece stamattina il primo pensiero della direttrice era ridarmi il cellulare. Cosa alquanto strana.
Lancio un'occhiata alla figura sottile della donna. Una strana sensazione mi contorce le viscere da quanto lei si é presentata qui.
Non abbiamo scambiato chissà quale chiacchiere, anzi é rimasta sempre nella stessa posa di adesso : le braccia incrociate davanti ai fianchi, testa alta e occhi che fissano l'inizio del sentiero. Mi chiedo come faccia a stare dritta così su quei tacchi o come faccia a non sentire freddo con una gonna senza indossare le calze. Mi appresto a portare gli occhi sullo schermo nero del cellulare. Lancio una breve occhiata al mio volto paffuto. Porto un dito sulle lentiggini che mi coprono la parte alta del naso. Mia madre le paragonava sempre a delle costellazioni. Mi ricordo di quanto ce le contavano a vicenda; finivamo sempre che io ne avevo di più. Richiudo quei ricordi nella scatola nera e riaccendo il telefono. Sull'immagine di un bosco spiccano i numeri 7.10. Una parte di me si meraviglia che la batteria si ancora carica, di solito non durava mai più di due ore. É impossibile che abbia durato all'incirca quattro mesi e che sia arrivato solo al settanta percento.
Sbuffo e lancio uno sguardo al sentiero.
" Ma che fine ha fatto Monica? Dovrebbe già essere qui", penso e lancio anch'io uno sguardo all'immenso cancello in ferro battuto.
<< Credo che non ci vorrà molto >>, mi lascio sfuggire. Non so il perché, ma non voglio passare un minuto di più qui fuori con lei.
<< Lo spero >>, commenta infilando le mani nelle tasche del cappotto. Distolgo lo sguardo solo per alzarlo sulle nuvole temporalesche che decorano il cielo color grigio perla. A quanto pare sarà una domenica di pioggia.
<< Spero di essere stata chiara, signorina Williams, riguardo al non voglio casini quando sarai fuori dall'edificio >>, tuona con voce severa. Abbasso lo sguardo sulla sua figura. Occhi azzurro ghiaccio mi scrutano severi. Annuisco, incapace di formulare qualsiasi frase.
Lei imita il mio movimento, ma solo per poi aggiungere : << La donna a cui sei stata affidata ha lasciato il suo numero al dottor Morris, stare lontana dall'edificio non implica che non devi continuare con le sedute. Soprattutto dopo che il dottor Morris mi ha rivelato la vostra conversazione >>
Alzo le sopracciglia, incredula.
Alla faccia del segreto professionale!
<< Sono dei pensieri molto forti da parte tua, soprattutto per una ragazza della tua età >>, continua girandosi verso di me. << Ma, dopotutto la capisco, sa. Perde i genitori all'età di nove anni, vedere tutto scomparire davanti ai suoi occhi in un battito di ciglia. Non deve essere stata facile la vita per lei, vero? >>, mi chiede.
Abbasso lo sguardo sul acciottolato del sentiero. Batto con la punta degli stivali sui sassi, incapace di rispondere. L'ho sempre reputato un argomento taboo, quindi parlarne con una persona sconosciuta non mi facilità le cose. Ma, la direttrice deve aver compreso il mio silenzio come un incitamento a continuare a parlare.
<< Non l'hanno risolto il caso, vero? >>, continua a chiedermi.
Alzo la testa di scatto e punto i miei occhi in quelli della direttrice.
<< No, non é stato risolto >>, rispondo con la voce più fredda di quello che vorrei. Stringo la maniglia della sacca, impedendomi di prenderla a pugni.
<< Il dottor Morris mi ha detto che credi si tratti di omicidio, é così? >>
Conficco le unghie nella carne del palmo e inspiro profondamente.
Ma che razza di domande sono?
<< Il dottor Morris si sarà sbagliato, non credo che si tratti di omicidio, almeno non più. Come hanno già detto i poliziotti : é stato un incidente. Nessuno voleva fare del male ai miei genitori o a mio fratello, erano delle brave persone>>
La direttrice, contenta della risposta, annuisce e si volta verso il sentiero. Resto per un po' immobile ad osservarla. Perché aveva il bisogno di farmi queste domande? Perché ha il bisogno di chiedere informazioni al dottor Morris quando ha il mio fascicolo a disposizione?
Ma, soprattutto, quelle domande su cosa ne pensassi della morte dei miei genitori, cosa gliene interessa?
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THE FALCONER 2
Fantasy{ sεcοnδα sτοrια } Cuore di pietra. Volontà di ferro. Lei é l'ultima Falconiera . La piccola e giovane Clarissa ha vissuto di tutto. Ha visto cose orribili in ogni angolo. Cose che nessun essere umano dovrebbe vedere. É sopravvissuta ad ogni sera...