TRENTADUE

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RICUCIRE ANIME ROTTE

Mi metto a sedere, la bottiglietta stretta nel palmo della mano

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Mi metto a sedere, la bottiglietta stretta nel palmo della mano. Sposto con orrore lo sguardo dalla punta dell'ago al filo. Aggrotto la fronte e mi tiro le ginocchia al petto mettendo più distanza tra me e Alec. Lui alza la testa e mi lancia uno sguardo confuso.
<< Che intenzioni hai? >>, gli chiedo.
Lui abbassa lo sguardo sull'ago e inizia ad infilare il filo nell'occhiello.
<< Devo ricucirti >>, spiega come se fosse ovvio. Sbarro gli occhi.
<< Non puoi dire sul serio >>. Lui alza la testa e mi guarda con un sopracciglio alzato. Mette l'estremità del filo in bocca e poi l'infila nell'occhiello.
<< Ti sembra la faccia di uno che scherza >>, borbotta facendo il nodo al filo. Abbasso lo sguardo sul liquido all'interno della bottiglia.
<< A me sembra una faccia che vorrei prendere a schiaffi >>, borbotto. Alzo lo sguardo e lo trovo intento ad osservarmi, le mani posate sulle cosce e la fronte aggrottata.
<< Non ho intenzione di farmi ricucire da te >>, aggiungo porgendogli la bottiglia. Lui guarda la mia mano senza emozione. << Preferisco andare all'ospedale e inventare una balla sulle ferite >>. Sposta lo sguardo su di me, ma poi lo riabbassa sull'ago.
<< O così oppure muori. Scegli >>.
Mi accascio contro la parete e chiudo gli occhi. Sospiro e mi prendo la parte alta del naso tra l'indice e il pollice. Ho ancora le guance in fiamme per prima, non voglio che lui mi sfiori ancora... Cioè, non voglio essere così intima con lui, non voglio avere ancora una volta il cervello in pappa solo perché lui mi ha sfiorata. Riapro gli occhi e li punto su di lui. Lo osservo mischiare il liquido delle due bottigliette e immergervi la punta dell'ago.
" É solo l'ennesimo essere che prima o poi mi colpirà alle spalle", penso.
<< Allora? Presa questa lunga decisione? >>, alza lo sguardo su di me. Annuisco. Lui indica con un cenno del mento la bottiglia che stringo ancora nella mano.
<< Bevi quello >>.
Lancio un breve sguardo al liquido azzurro e ai pezzetti di vetro. Scuoto la testa.
<< No, questo non lo faccio >>, replico. Lui mi guarda con pazienza. << Clary, ti servirà >>.
Gli lancio uno sguardo, sperando che lui cambi idea. Non mi va di bere del vetro. Come idea non mi piace affatto. Vuole uccidermi, me lo sento. Lui alza un sopracciglio e mi incita a bere. Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
<< Okay >>, sbotto. Poi gli lancio un ultimo sguardo, giusto per capire quello che vuole fare. << Mi pentirò di averlo fatto? >>, gli chiedo cauta.
<< No, però immagino che mi insulterai comunque >>.
Stappo la bottiglia. << Non mi piace quello che hai appena detto >>.
Avvicino la bottiglia e arriccio il naso. Ha un odore orribile!
<< Che diamine é?! >>, urlo allontanandola di scatto. L'odore aspro di quel liquido mi pizzica ancora le narici. << Puzza in maniera orrenda! Io non lo bevo >>, dichiaro.
Alec ingoia a vuoto e si china in avanti, posa le mani intrecciate sul letto e punta il suo sguardo dritto nel mio. Uno sguardo tra lo spazientito e l'irritato.
<< Lascia che ti racconti una storia >>, inizia. << Dopo di Adelaide ho incontrato un'altra cacciatrice. Aveva quasi la tua stessa età e la tua stessa abilità nell'irritarmi >>, contrae la mascella all'ultima frase. Increspo le labbra in un sorriso. << Era brava nel combattere ed era un abile bugiarda. Una sera, durante uno scontro, venne ferita proprio come te. Mi proporsi di aiutarla a stare bene, ma lei era testarda. Rifiutò le mie cure, proprio come te >>, continua. Il sorriso si fa a poco a poco più ampio. << Non si fidava di nessuno e morì di una morte lenta e dolorosa. Sentivo le sue urla acute e sembrava che mi laceravano dentro. Fu una vera tortura! >>, abbassa lo sguardo. Lo scruto attentamente. << Morire per non seguire un consiglio: davvero da immaturi! >>, alza lo sguardo su di me e io l'osservo con un sopracciglio alzato.
<< Che commuovente! >>, esclamo sarcastica. << Non c'è stata nessuna cacciatrice morta, vero? >>
<< Ci sarà se non berrai da quella maledetta bottiglia >>.
Distendo le gambe fino a toccare con la punta dei piedi il suo braccio. Lo guardo torva e sbuffo. Porto la bottiglia alle labbra e bevo tutto d'un fiato, ignorando la puzza. Una smorfia di disgusto mi si dipinge in faccia. Gli porgo la bottiglia vuota e mi pulisco le labbra con il dorso della mano.
Il liquido mi brucia la gola ed entra in circolo più in fretta di quello che mi sarei aspettata. Mi lascio cadere sul letto. Mi tiro le ginocchia al petto e inizio ad ansimare. Quasi subito si fa strada un dolore fortissimo, straziante. Non riesco a concentrarmi su niente, non riesco neppure a pronunciare gli insulti che mi vengono in mente. La mia lingua sembra paralizzata. Incrocio lo sguardo di Alec. Tiene la testa inclinata, mi osserva intensamente con i suoi occhi privi di anima.
Lo sapevo, mi sta uccidendo!

THE FALCONER 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora