VENTISETTE

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SCONTRO NOTTURNO
prima parte

La giornata, anche se non era iniziata nei migliori dei modi, é stata abbastanza tranquilla

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La giornata, anche se non era iniziata nei migliori dei modi, é stata abbastanza tranquilla. Io e Michael abbiamo fatto finta che quella chiacchierata non fosse mai esistita. Dopotutto, Monica era all'oscuro di quello che succedeva nella vita di suo figlio e nella mia. Marco, invece, era incline ad uccidermi se mi vedeva nei dintorni di suo figlio. Nonostante ciò abbiamo fatto in modo che la giornata passasse tranquillamente. Monica é andata a fare la spesa e prima di uscire mi ha chiesto se poteva servirmi qualcosa. Quando la mia unica richiesta é stata quella di comprarmi un correttore le si sono illuminati gli occhi. Monica mi ha sempre riempito il cervello con tutta quella storia sui trucchi, sul come truccarsi, sul come essere una perfetta ragazza carina. Insomma, voleva che diventassi la tipica ragazza della porta accanto. Per lei era importante che io diventassi carina per i ragazzi.
Devo essere sincera? Nei primi mesi che vivevo con loro ci ho anche provato a truccarmi e a conciarmi come una Barbie vivente, ma tutto ciò andava a contrasto con la mia vera natura. E poi, credetemi, combattere con un top così attillato da intralciare le tue normali funzioni respiratorie non é così semplice. E poi, parliamone, perché dovrei essere più carina per delle persone che mi credono una pazza omicida?
Così ho semplicemente accantonato l'idea. Gli anni passavano e io mi sentivo sempre più a mio agio con delle felpe maschili e dei semplici jeans. Mi andava bene così e ancora tuttora mi va bene così. Almeno ho più tempo per dormire, anziché sprecare ore e ore allo specchio per disegnare una maschera di cera che comunque non sarei io.
Vedendo che io stavo bene con me stessa, anche Monica accantò l'idea. Quindi ora l'unica cosa che mi preoccupa é che si faccia una strana idea per questa richiesta.
L'ho guardata da sopra il libro che stavo leggendo. L'ho vista mentre increspava le labbra in un sorriso. Ho aggrottare le sopracciglia e le ho lanciato uno sguardo interrogativo. Lei se n'è andata dalla mia stanza senza spicciare parola.
Perché tutti quelli che vivono in questa casa si fanno strane idee?!
Sono rimasta a fissare la porta dalla poltrona a sacco sul pavimento, senza parole.
Se solo Monica sapesse che il correttore mi serve per nascondere gli eventuali ematomi di alcuni kelpie arroganti. Lo userò solo per evitare quell'orrendo maglione a collo alto. Ma, non posso dirle la verità, quindi credo che sopporterò le sue strane fantasie. Con un sospiro melodrammatico, mi sono dedicata al libro che stavo leggendo.
Verso le nove e mezza é suonato il telefono e dopo alcuni secondi la voce di Michael mi ha chiamato dal piano inferiore. Quando sono scesa in cucina, l'ho trovato che mi aspettava impaziente con il cordless in una mano. Dopo avermi lasciato il telefono é uscito di casa senza rivolgermi una parola. Sono rimasta per un paio di secondi ad osservare la superficie opaca di quell'oggetto. Mi sono seduta alla penisola e ho avvicinato l'apparecchio all'orecchio. É iniziata così la mia seduta con il dottor Morris.
L'analista ha iniziato a farmi domande su domande. Rispondevo in modo automatico, senza pensarci un attimo. Mi sentivo il cervello come se fosse di gelatina e non ci stavo più capendo niente. Per tutto il tempo che sono stata al telefono, Marco é entrato una sola volta in cucina. L'uomo mi ha rivolto uno sguardo interrogativo, ma alle parole " dottore" e " Morris" ha semplicemente preso la sua tazza con il caffè per poi tornare a chiudersi nel suo ufficio. Ho aggrottato anch'io le sopracciglia notando le strane occhiaie che aveva sotto gli occhi e  l'inquietante colorito smorto. Nuove teorie si stavano facendo strada nel mio cervello. Per un po' ho lasciato perdere le domande dell'analista, ma dopo un po' di tempo sono diventate così frequenti da costringermi a rispondere.
Monica é arrivata dopo poco il termine della mia seduta. Le volevo fare delle domande su Marco, ma poi ho cambiato idea. Non avrei sopportato le domande che mi avrebbe rivolto a sua volta. Ho semplicemente preso il correttore e sono rimasta ad ascoltare le sue chiacchiere riguardo a trucchi e cose del genere. Per tutto il resto della giornata sono stata semplicemente assente. Non ho spicciato parola quasi mai e, quando lo facevo rispondevo a monosillabi. Quando incrociavo lo sguardo di Michael, lui mi lanciava sguardi interrogativi. Non sapevo che cosa pensare. Forse c'era un semplice motivo per cui Marco avesse quelle occhiaie, ma se sei cresciuta circondata dal paranormale impari a non sottovalutare nulla. Soprattutto se il soggetto dei tuoi dubbi è stato già soggetto di altri dubbi.

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