{ sεcοnδα sτοrια }
Cuore di pietra.
Volontà di ferro.
Lei é l'ultima Falconiera .
La piccola e giovane Clarissa ha vissuto di tutto. Ha visto cose orribili in ogni angolo. Cose che nessun essere umano dovrebbe vedere. É sopravvissuta ad ogni sera...
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Non resto per niente stupita. Una parte di me se lo aspettava. L'altra parte, invece, é terrorizzata nel sapere cosa é successo. Dovrò portare un'altra persona morta sulla coscienza? Devo aggiungere altri incubi alla mia lunga lista? Fantastico! Faccio scivolare di poco i piedi sulla panca, allontanando le ginocchia dal petto. Poso le braccia in grembo e mi tiro le maniche della felpa sulle mani. << E? >>, lo incito a continuare. Alec mi rivolge uno sguardo e dalle sue labbra esce l'unico nome che non mi sarei mai aspettata: << Amber >>. Aggrotto la fronte è lui continua. << Ha ucciso Amber stavolta >>. Chiudo gli occhi e poso la testa contro il muro. Dietro le palpebre mi appare il viso buffo di quella ragazzina dai capelli biondi. Ricordo le sue facce buffe e i suoi occhi chiari. Mi era simpatica, anche se non la conoscevo più di tanto. Sembrava la più simpatica di quel trio di vipere. << L'ha ritrovata Veronica ieri sera. Sai già com'è morta >>, aggiunge a voce bassa. Immagino un buco profondo e scuro, grande quanto un pugno, al centro del petto esile della ragazza. I suoi occhi vitrei e capovolti. Le sue labbra aperte in un urlo disperato. Apro gli occhi. Perché lei? Perché ora? Sbatto le palpebre, frastornata. << E ora? >>, sussurro. << E ora la maggior parte degli studenti e degli insegnanti non ti crede più colpevole degli omicidi, a quanto ho sentito dire >>, sussurra passandosi una mano tra i capelli, ha un'aria stanca. Fa scivolare il suo piede sulla panca, con un sospiro. La punta della sua scarpa sfiora i miei piedi. Non mi ritraggo. Punto gli occhi in un punto lontano del giardino. Non osservo niente in realtà, tutto mi sembra come un quadro impressionista. Mi sembra tutto confuso e pieno di significato allo stesso tempo. È tutto così strano e contorto. << La maggior parte? >>, chiedo con la voce priva di emozione. Con la coda dell'occhio lo vedo annuire, ma esita nel rispondere. << Veronica e i suoi seguaci credono ancora che tu sia la colpevole. Per lei, hai pianificato qualche piano complicato che il suo debole cervellino non riesce a comprendere. Credono a quello che va dicendo in giro, ovviamente >>. Sorrido all'insulto. << Blaze dice che le credino solo perché ha, diciamo reso pubblico il tuo fascicolo. Ormai quasi tutti pendono dalle sue labbra >>. Mi volto verso di lui. Alec ha la fronte posata contro il vetro, guarda fuori con uno sguardo distaccato. Siamo entri stanchi e questa faccenda é troppo complicata, troppo... << Perché ha attaccato adesso? Che necessità aveva? >>, gli chiedo aggrottando la fronte. Lui alza le spalle. << Io sono lontana dall'Istituto, perché uccidere se la colpa non può ricadere su di me? Che senso ha? >>, continuo a chiedere stringendomi nelle spalle. Passa un minuto di silenzio in cui entrambi riflettiamo. Mi sto quasi convincendo del fatto che non esiste una risposta quando lui spiccia parola. << Perché non vuole che ti sposti dall' Istituto >>. Gli rivolgo uno sguardo confuso. << Che vuoi dire? >> << Voglio dire che ora sa dove sei, se ti spostassero lei dovrebbe ritornare a darti la caccia e scoprire la tua nuova postazione >>. Stacca la fronte dal vetro e porta lo sguardo su di me. Mi punta il dito contro. << Se ci pensi é un ottimo piano >>, aggiunge in fine. Aggrotto la fronte. " Un ottimo piano? Quale? Quello di farmi apparire come un'assassina?" << Dovrebbe essere a conoscenza del fatto che se non sarebbe successo niente mentre eri lontana ti avrebbero espulso. Per questo ha ucciso proprio ora. Doveva far ricadere la colpa su qualcun'altro >>,continua gesticolando. Alec si passa una mano tra i capelli e chiude gli occhi. Poggia la testa contro il muro e uno strano sorriso si fa strada sulle sue labbra. << Sta giocando con te. Ti considera una preda in trappola >>, aggiunge. Aggrotto le sopracciglia a poi scoppio a ridere. Che affermazione stupida! È lei la preda in trappola, io sono la cacciatrice. Sono l'ultima Falconiera e voglio che muoia in un modo lento e doloroso. Voglio sentire le sue urla, la voglio sentire che mi implora di mettere fine alla sua vita il più in fretta possibile... << Sono stufa di questa sua assurda caccia al topo. Voglio cambiare le regole di questo gioco stupido >>, affermo posando il mento sulle ginocchia. << Come fai a cambiare le regole se non sai quelle precedenti? >>, mi chiede. Alzo le spalle e rispondo con la frase più stupida di questo mondo : << Semplice, ne inventi altre >>. Lui aggrotta le sopracciglia. Apre gli occhi e i suoi oscuri e profondi occhi verdi sono puntati su di me. Sospiro. Sento gli ingranaggi del mio cervello che iniziano a mettersi in moto. << Voglio ucciderla e farla finita, Stewart >>, aggiungo. << Mi darai una mano? >> Lui lancia un rapido sguardo al giardino. Ci pensa su e sembra quasi che voglia rifiutare. Però, quando i suoi occhi ritornano su di me accenna un sorriso. Poso la testa contro il muro e riporto lo sguardo sul giardino. Il cervello inizia a mettersi in funzione: inizio a pianificare con cura la sua morte.