DODICI

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DI TURNO AL CIMITERO
seconda parte

Davanti a me un esemplare di sluagh é appollaiato su una lapide

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Davanti a me un esemplare di sluagh é appollaiato su una lapide. Gli occhi rossi puntati su di me. Stringo le dita attorno al bastone di legno del rastrello, le nocche che diventano bianche. Do un lieve calcio alla parte in metallo dell'arnese e lo posiziono come se fosse un bō. La fata ripiega le fragili ali su sé stesse e si muove sul bordo della lapide. Sopra di me sento un rapido battito di ali.

Alzo la testa, temendo il peggio. Tre sluagh volano in circolo sopra la mia testa.
Le spettrali creature battono le enormi e aggraziate ali da pipistrello nel cielo grigio. La loro pelle é di un grigio pallido iridescente, luccicante, così sottile da lasciar trasparire i loro scheletri appuntiti e spigolosi.
Ho affrontato altri sluagh nel passato e ho sempre messo in dubbio la loro forza. Troppo confusa dal loro aspetto fragile. Ma, ho visto il loro potere inceneritore e posso dire di essere sopravvissuta quasi per miracolo.
La pelle che ricopre il loro collo e le ali é così poco profonda da poter essere trapassata con una lama. Porto una mano allo stomaco; pronta a sfoderare il pugnale.

Le fate che ora vengono chiamate  sluagh nel passato venivano chiamate draghi. Le storie che ci hanno sempre raccontate da piccoli sono tutte vere. Le storie con mostruosi draghi e bellissime principesse in pericolo, un coraggioso cavaliere e un villaggio quasi sterminato, sono tutte vere.
I cavalieri, con la loro lucente armatura, altro non erano che Veggenti che venivano allenati da piccoli per diventare cacciatori. Le cacciatrici non erano ancora viste di buon occhio, quindi chi era più astuta rimaneva nella sua vecchia casetta a fare le faccende domestiche, chi era più stupida é urlava in giro ciò che vedeva veniva accusata di stregoneria e arsa viva in una piazza piena di gente che rideva della sua morte.
Questa é l'ennesima prova che le fate sono sempre esistite, così come le cacciatrici.

<< Merda! >>, impreco lasciando andare il rastrello a terra. La fata davanti a me emette un suono stridulo che mi fa portare di nuovo lo sguardo verso di lei.
L'unica cosa a cui penso é di mettere in salvo Meghan. Cerco di pensare ad una buona scusa per farla allontanare. Faccio qualche passo indietro, ma la fata mi segue. Scende dalla lapide con un verso stridulo, come per intimarmi di stare ferma, e con movimenti goffi mi segue. Porto una mano sotto la felpa, cercando di estrarre il pugnale, ma all'ultimo minuto lascio perdere. Solo ora mi rendo conto che é un piccolo essere di sluagh. Ne ho visti altri e tutti hanno delle dimensioni giganti, questa creatura invece ha la mia stessa altezza. Alzo lo sguardo e osservo le figure allungate delle altre fate che continuano a volare in circolo sulla mia testa.
Poi abbasso lo sguardo sulla fata che mi sta davanti.
Sono una famiglia di sluagh, non un gruppo. Una famiglia.

Non avevo mai pensato che le fate potessero avere delle famiglie. Le ho sempre viste come esseri ostili, freddi e assassini. Non credevo che potessero formare una famiglia.

THE FALCONER 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora