Abito Da Sposo

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Sono le nove di mattina, ed in casa c'è un frastuono enorme, Claudio arriccia il naso infastidito da quel rumore odioso di pentole che sbattono in cucina, e allunga la mano afferendo un cuscino per coprirsi le orecchie.

"Invece di dormire voi due, alzatevi che ho l'appuntamento in atelier tra meno di un'ora"

E sbatte il cucchiaio sul fondo della pentola, procurando un suono alquanto sgradevole.

"Perché non vai a rompere il cazzo alla tua futura moglie?" Borbotta acido Mario, tirandogli di tutto contro il cuscino prendendolo con maestria in faccia.

Gira lo sguardo verso Claudio con ancora gli occhi chiusi e le mani a stringere il cuscino, e sorride dolcemente a quella visione.

"Invece di prenditi cura di mio fratello, me lo fai dormire sul divano"

"Non sono un babysitter e tuo fratello è grande abbastanza" risponde ancora assonnato, alzandosi dal letto con indosso i vestiti della sera prima.

Ha bevuto, non si ricorda quanti bicchieri, e dopo quelle urla che sbraitavano ovunque, ed aiutando a sistemare la villa frettolosamente, sono crollati sul divano. Cioè Claudio è crollato col suo cuscino stretto al corpo, Mario invece è rimasto ad osservarlo dormire, accarezzando quelle guance fredde a causa dalle lacrime, ma questo al fratello non poteva dirlo, quindi tace, com'è abituato a fare ogni volta.

"Lo so che è grande, ma io fra un po' vado via, se lo so con te sono più tranquillo"

"Potreste smettere di parlare di me, come se non fossi presente, quando sapete benissimo che posso sentirvi, idioti!" biascica con voce assonnata con la faccia spiaccicata sul cuscino, un Claudio alquanto irritato, mentre gli altri due, già seduti mangiano tranquillamente le crêpes con la nutella cucinati dal più grande.

"Invece di brontolare, da bravo bimbo, vieni a fare colazione che devi crescere"
E sbuffa buttando all'aria il cuscino prima di sbraitare una seconda volta

"Manu smettila non sono un poppante"

Sentiva la frustrazione attanagliargli lo stomaco, non era più un bambino, ma suo fratello rompeva il cazzo, con quel comportamento odioso che metteva su ogni volta. Non era un poppante, non poteva trattarlo come una volta, anche se stupidamente,quei momenti gli mancano come un pazzo. Quando erano soltanto lui e suo fratello, quando non doveva dividerlo con nessuno, quando era solo suo e basta.

Lo vede alzarsi ridacchiando, andare verso di lui e stringendogli le guance con le mani, lo bacia sulle labbra "sei un cucciolo ancora"  e gli sorride dolce, mentre Claudio si sente ancora più in colpa per i sentimenti che sente dentro, così terribilmente sbagliato che muore giorno dopo giorno. "Dai alzati pigrone,  devi aiutarmi a scegliere l'abito" e senza aggiungere proteste varie, si alza andando a sedersi di fronte Mario, che lo guarda in silenzio, accennando un sorriso amico, e ricambia rincuorato subito dopo.

"Ti senti meglio?" Gli domanda mentre mastica la sua amata crêpes.

"Si Cla, dopo il caffè passa tutto" risponde, sorseggiando la sua spremuta di arancia

"Non dovresti bere così tanto" e Mario sente un tonfo al cuore.

"Ti preoccupi per me?"
E arriccia il naso il più piccolo

"Ovvio che no, ma non dovresti esagerare, tutto qui" borbotta, afferrando con la forchetta un altro pezzo di dolce, distogliendo lo sguardo da due occhi neri, che lo scrutano fin troppo intensamente.

"Cucciolo non preoccuparti ho la pelle dura" lo canzona Mario, con Manuele in sottofondo sorride complice, beccandosi entrambi un'occhiataccia dal più piccolo "fanculo, vado a lavarmi" e sbattendo la forchetta sul tavolo, si dirige in bagno, borbottando parole che gli altri due non riescono a capire.

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