Amami e basta...

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È già passato un mese dall'ultima crisi di Claudio. Da due settimane è tornato a frequentare il corso di barman, insieme a Valerio e Marta. Ottenendo il permesso di recuperare, successivamente, le lezioni perse.
È rimasto giornate intere segregato in casa, sentendosi al sicuro, lontano dal mondo, da occhi indiscreti, dalle voci, dalla pioggia.
Lontano da tutto.
Poi, piano piano, grazie alla sua famiglia, grazie a Valerio e Marta, è ritornato a vivere. Uscendo, sorridendo, tornando a respirare l'aria della sua città. Riprendendo in mano la sua vera esistenza...
Mario si è trasferito da Claudio,il giorno dopo il pranzo al parco. Lavora solo la mattina, ultimamente, per avere i pomeriggi liberi. Accompagna Claudio, al corso di Barman, prima di andare al negozio, per poi passare a prenderlo a fine turno.
Claudio è tranquillo. Almeno, nell'ultima settimana, sembra decisamente più sereno, agli occhi di Mario.
Le crisi sono iniziate a scemare e gli incubi sono diminuiti, con il passare del tempo.
Claudio non ha mai preso le gocce, prima di addormentarsi; Mario si è sempre rifiutato e si rifiuta tuttora, a dargliele. Non vuole imbottirlo di tranquillanti, non vuole farlo.
Da quando abitano nello stesso tetto, dormono insieme. Nel letto matrimoniale, nella stanza di Manuele. Uno accanto all'altro.
Ogni notte, Mario rimane sveglio, a vegliarlo, fino a quando, il più piccolo non si addormenta. Portandolo al suo petto, appena fa piccole smorfie o inizia a corrugare la fronte, nel sonno.
È capitato che urlasse in piena notte, sussultando spaventato, in preda al panico. Avendo sempre Mario accanto a lui. Ha sempre avuto le sue braccia, pronte a stringerlo, fino a farlo calmare completamente. Svegliandosi, la mattina seguente, ancora abbracciati, con il profumo di Mario addosso.
Il rapporto tra i due si è consolidato in questo mese. Forse sarà la convivenza, ma Claudio si aggrappa a Mario, di continuo. È il suo tranquillante, le sue gocce per dormire. Con quella sua voce calda a scaldarlo totalmente. Quando parla dolcemente, guardandolo negli occhi, il suo cuore va in subbuglio, completamente. Lo culla ogni sera e Claudio ama quel momento. Ama stare tra le sue braccia... ama quelle braccia. Anche durante, i suoi ripetuti crolli, si è sempre tenuto al suo braccio, stringendo la sua mano, senza scappare, senza chiudersi in se stesso. Andava da Mario, andava da lui, si stringeva a lui, piangendo di colpo, singhiozzando così forte, fino a perdere il fiato. Senza mai abbandonarlo, senza mai tirarsi indietro, Mario era lì pronto ad accoglierlo. Avvolgendolo completamente. Dentro quel rifugio sicuro e pieno d'amore.

Febbraio ormai, è quasi al termine. L'aria invernale è ancora rigida, le giornate sono sempre più cupe ed i temporali, ormai, sono all'ordine del giorno.

Anche adesso piove. Sta diluviando e Claudio è dentro casa, insieme a Mario. È una normalissima domenica pomeriggio e Claudio è infagottato, avvolto dentro il suo plaid enorme, facendo zapping convulsivo, mentre Mario prepara un po' di cioccolata calda.
Il più grande mescola tranquillo, mentre guarda l'altro, saltare in aria, a causa di un furioso tuono, arrivato improvvisamente.

"Tutto bene?" chiede Mario, rimanendo in cucina.

"Si, solo non me l'aspettavo." Lo rassicura Claudio. Alzando lo sguardo verso i suoi occhi, sentendo il suo cuore battere, un po' di più. Lascia il telecomando sul divano, si avvolge totalmente, dentro il plaid e con le sue pantofole da orsetto, regalate da Mario, si avvicina a quest'ultimo. Abbracciandolo da dietro.

Ha bisogno di un contatto ogni secondo. Durante le lezioni, gli scrive di continuo, sentendo la necessità di sentirlo ad ogni ora. Mario, è quasi una droga diventata... e adesso ne ha voglia di continuo.

Deve abbracciarlo.
Percepire il suo contatto.
Sentire un suo tocco.
Baciarlo.
Ne ha bisogno... per respirare... ne ha bisogno...

"È quasi pronta" dice il più grande, mentre Claudio mugugna un po', stringendosi ancora di più.
Mario curva le labbra, sentendo le mani timide dell'altro, cingergli i fianchi. Poi, immerge l'indice dentro il pentolino da latte, ricoprendolo di cioccolata e si gira, catturando gli occhi verdi di Claudio, appena allenta la sua presa.

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