Non allontanarmi

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La voce di Marta rimbomba tra le mura del ristorante.
Urla. È spaventata. Tenendo tra le braccia, Claudio privo di sensi.

"VALERIO!"

"Valerio.. non risponde. Perché non risponde? Claudio? Svegliati, per favore!" Alza la voce, inondata di lacrime. Sara, la sua compagna, la stringe da dietro, cercando di tranquillizzarla, mentre Valerio si avvicina, prendendo in braccio Claudio, con una finta tranquillità in volto.

"Andiamo in ospedale, adesso" afferma poco dopo, uscendo da quel posto, ormai troppo affollato, di gente. Ma deve fermarsi, appena si ritrova, due occhi duri, a fissarlo.

"Che cazzo è successo?" Sputa Mario, avvicinandosi a passo svelto, strappandogli Claudio dalle braccia.

"Non lo sappiamo, non lo sappiamo, è svenuto, ha perso i sensi all'improvviso." Si giustifica, sentendosi in colpa, non riuscendo a sopportare quegli occhi, così maledettamente freddi.

"Cazzo...!" sbotta, stringendolo tra le braccia, sentendo gli occhi, diventare, a poco a poco, sempre più annebbiati. Poi, si schiarisce la voce e ritorna a guardare l'amico di Claudio e quest'ultimo sussulta un po', sentendosi chiamare.

"Valerio, ti prego chiama Manuele, mentre io accompagno Claudio in guardia medica. Qui fuori, c'è un padiglione della croce rossa. Per favore, chiamalo!"
L'altro velocemente prende il telefono, chiamando Manuele, mentre Mario per qualche istante, si ferma.
Si blocca a guardare Claudio tra le sue braccia. Sfiorando con dolcezza, il suo viso, ancora privo di sensi. Sentendo il battito del cuore, rallentare, fino a fermarsi del tutto.

Trema, mentre lo stringe tra le mani.
Trema, mentre lo guarda senza rispondere al suo bacio.
Trema, mentre lo porta fuori dal centro commerciale, dirigendosi in guarda medica.

Trema, soltanto...

"Che è successo?" Chiede prontamente l'infermiere, quando li vede arrivare e Sara, tenendo stretta a se, Marta, ancora sotto shock, risponde
"Ha perso i sensi, improvvisamente"

L'altro, invece, rimane in silenzio, adagiando Claudio sulla barella, lasciandosi solcare, la guancia, da una piccola lacrima, fredda e solitaria.

"Soffre di crisi d'asma e attacchi di panico" informa, poco dopo, asciugandosi il viso, quando l'infermiere misura la pressione a Claudio.

"Capisco." Si toglie il fonendoscopio, riavvolgendo il bracciale, sistemando l'apparecchio di pressione e
"Allora, state tranquilli. I parametri vitali sono tutti perfetti, un po' il battito accelerato, ma niente di preoccupante. Avrà avuto un attacco di panico che ha causato la perdita di coscienza. Facciamo una flebo, aspettando che si svegli."

Mario, lo guarda terminare il suo lavoro, prima di sedere sulla sedia, vicino a Claudio. Posa lo sguardo su di lui, contemplandolo, in silenzio per un po', prendendo la sua mano, in attesa di tornare a guardare i suoi meravigliosi occhi verdi.

"Piccolo..." mormora, accarezzando con le labbra, la mano che tiene stretta fra le proprie.

"Che è successo al ristorante, perché è svenuto? È stato importunato da qualcuno? Cosa cazzo è successo? Stava bene, pochi minuti prima, ci siamo sentiti, stava ben-" gli si forma un groppo alla gola, mentre continua a lasciare piccoli baci sulla mano, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.

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